Il sacerdozio. Un dono d’amore che illumina il mondo

Il sacerdozio. Un dono d’amore che illumina il mondo

Sacerdoti giovani in preghiera

Dal 25 al 27 giugno la Chiesa celebra il Giubileo dei sacerdoti; giorni di festa, riflessione e ringraziamento per un dono che, spesso in silenzio, continua a plasmare le nostre comunità: il sacerdozio. Ma cosa significa davvero essere prete oggi? E perché, in un mondo così dinamico e a volte disorientato, questa vocazione è più che mai attuale e necessaria?
Per rispondere a queste domande, ci lasciamo ispirare dalle parole profonde e luminose di mons. Bruno Forte, che nella sua lettera pastorale Preti per Amore: Bellezza e Ministero del Sacerdozio ci invita a riscoprire la bellezza di questa missione.

Un dono dal Cuore di Dio, non un “lavoro”

In un’epoca in cui siamo abituati a definire le persone dal loro ruolo lavorativo, è fondamentale ricordare una verità profonda sul sacerdozio: “Essere preti non è un impiego burocratico, ma il frutto di un dono che viene da Dio”. È una chiamata che non nasce da un curriculum, ma da un’iniziativa divina, un invito personale di Gesù stesso. Pensiamo ai Dodici: «Gesù salì sul monte e chiamò a sé quelli che volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e per mandarli a predicare» (Mc 3,13-15).
Questa origine divina rende il sacerdozio un “segno efficace di Cristo, Capo del Suo Corpo che è la Chiesa, al servizio del Vangelo, della riconciliazione e della carità fraterna”. Non è un ruolo da ricoprire, ma un’esistenza da donare, per la felicità di chi è chiamato e di coloro al cui servizio si spenderà la vita. 

Il prete: esperto di umanità e testimone di gratuità

Ma qual è il volto di questo “dono” nella quotidianità? Il sacerdote è, innanzitutto, un uomo tra gli uomini, chiamato a una profonda solidarietà. Come sottolinea mons. Forte, “al sacerdote è chiesto di essere esperto in umanità, solidale con le gioie e le sofferenze di tutti, attento e rispettoso verso ciascuno”. Non si tratta di essere perfetti, ma di essere autenticamente umani, con le proprie debolezze, proprio come Cristo stesso «è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anch’egli rivestito di debolezza» (Eb 5,1-4).
La sua “forza… sta nella sua debolezza: è il suo esistere per gli altri che lo rende credibile”. In una società spesso segnata da individualismo e calcolo, il sacerdote incarna la “bellezza della gratuità”, vivendo la sua esistenza come “dono per gli altri, sfida d’amore che sovverte la logica mondana del guadagno”. È un “segno di contraddizione”, un’oasi di speranza per una “folla di solitudini”.

Un segno indelebile radicato nella Trinità

Come viene trasmesso questo dono così particolare? Attraverso il sacramento dell’Ordine, un dono che si articola in tre gradi: episcopato, presbiterato (da cui deriva il termine “prete”) e diaconato. L’ordinazione è un momento solenne di “vocazione”, “invocazione” e “consacrazione”, in cui il “carisma del ministero ordinato viene trasmesso attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera del vescovo”. Questo legame con Cristo è così profondo da essere definito “carattere”, cioè un “segno indelebile”. Il santo Curato d’Ars amava dire: «Il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù». Un amore che si radica nella Trinità, con lo Spirito Santo che lo rende “segno e servo della comunione”. 

Non dimentichiamo mai i nostri sacerdoti

Il Giubileo del 2025 è un momento privilegiato per ringraziare Dio per il dono del sacerdozio e per pregare per i nostri pastori. Chiediamo con umiltà che siano sempre più riflesso fedele dell’amore infinito del Padre, capaci di portare riconciliazione e crescita nella fede, nella speranza e nella carità. Un prete fedele, infatti, è un vero tesoro per la comunità.

Che questo Giubileo sia l’occasione per riscoprire e apprezzare la bellezza di questo amore donato, e per sostenere con la preghiera coloro che hanno scelto la “via umile e bella del sacerdozio vissuto per amore”.
Nella tua esperienza di fede c’è stato un sacerdote che è stato strumento privilegiato per farti scoprire il volto di amore del Padre? Raccontacelo nei commenti!

Se vuoi riflettere ancora sulla vocazione del sacerdote e la sua missione nel mondo ti suggeriamo l’approfondimento di mons. Bruno Forte in Lettere al popolo di Dio e Sacerdoti per amore.

Il sacerdozio. Un dono d’amore che illumina il mondo

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