Immerso nella intensa atmosfera di Napoli, c’è un fenomeno che da secoli cattura l’attenzione di fedeli, scienziati e curiosi: il “miracolo” del sangue di san Gennaro. Un evento straordinario che continua a ripetersi, sfidando le spiegazioni convenzionali e alimentando un legame unico tra la città e il suo santo patrono.
Cosa sappiamo del fenomeno?
Al centro del mistero ci sono due ampolle custodite nel Duomo di Napoli. La più grande, di forma ellittica schiacciata, contiene circa il 60% di un coagulo che, in determinate occasioni, si liquefa. La tradizione e i documenti attestano che questo evento si verifica (quasi sempre) tre volte l’anno:
• Il sabato precedente la prima domenica di maggio, in commemorazione della traslazione delle reliquie del Santo.
• Il 19 settembre, l’anniversario del suo martirio.
• Il 16 dicembre, in ricordo della terribile eruzione del Vesuvio del 1631, che si arrestò dopo la processione delle insegne del Santo.
La liquefazione è un momento di grande attesa e trepidazione per i napoletani. Se il sangue si scioglie, è considerato un buon auspicio; se non accade, molti lo interpretano come un presagio negativo.
Le osservazioni che lasciano senza risposta
Ciò che rende il fenomeno affascinante e complesso è la natura inafferrabile della liquefazione. Le fonti descrivono un processo in cui una sostanza inizialmente solida si liquefa in modo incontestabile. Inoltre:
• Cambia di colore: passa dal rosso squillante al cupo o giallastro.
• Varia di volume: a volte sembra riempire tutto il recipiente, altre volte occupa uno spazio minore.
• Cambia peso e viscosità.
• Il tempo impiegato per la liquefazione varia: da istantaneo a minuti, ore o persino un giorno intero.
• Talvolta, la solidificazione è così veloce che il sangue rimane in posizione diagonale.
• Il fenomeno avviene con o senza folla, col freddo o col caldo, a date fisse o variabili.
Queste osservazioni portano gli studiosi a dichiarare che il fenomeno sfida le fondamentali leggi della fisica.

Tentativi di spiegazione “naturale” e perché non convincono
Di fronte a un evento così enigmatico, nel corso dei secoli sono state proposte numerose spiegazioni. Tuttavia, le fonti indicano che nessuna di queste è stata in grado di fornire un’interpretazione convincente. Vediamo alcune delle ipotesi considerate e confutate nelle fonti:
1. La Temperatura. Si è pensato che il calore potesse essere la causa, anche perché in passato si usavano candele vicino alle ampolle, ora sostituite da una pila. Tuttavia, l’osservazione cruciale è che il calore non scioglie il sangue, ma al contrario lo indurisce. Inoltre, il fenomeno si verifica sia d’estate che d’inverno.
2. La tensione psichica della folla. Questa ipotesi suggerisce che l’energia collettiva dei fedeli possa influenzare il sangue. La realtà, però, la smentisce: il sangue si è sciolto anche in presenza di poche persone o è stato trovato già liquido all’apertura della cassaforte. Al contrario, è rimasto solido per giorni nonostante la massima tensione psichica e le intense invocazioni della folla nel Duomo.
3. Una sostanza sconosciuta. Alcuni hanno ipotizzato che nelle ampolle ci sia una sostanza speciale, magari una formula perduta. Tuttavia, l’analisi spettrografica ha dimostrato che il contenuto è senza dubbio sangue, e non altro. L’idea di un’aggiunta medievale di qualche sostanza si scontra con le ricerche archeologiche che attestano l’antichità delle ampolle e della loro chiusura impenetrabile.
4. Un composto tissotropico. Le fonti menzionano l’ipotesi che il sangue possa essere un composto tissotropico, che cambia stato se agitato. Tuttavia, questa spiegazione deve confrontarsi con la totalità delle osservazioni riportate nelle fonti: la variazione di volume, colore, viscosità, peso, tempo e il fatto che a volte non si liquefa affatto.
Il mistero persiste e la sfida scientifica continua
Nonostante gli sforzi, il fenomeno di san Gennaro costituisce un unicum. Gli studi scientifici più approfonditi sono resi difficili dal fatto che le ampolle sono sigillate con un mastice durissimo. Qualche studioso ha ipotizzato di praticare un minuscolo foro con un trapano a punta di diamante o un laser per prelevare una goccia, ma il rischio di rompere recipienti che hanno circa quindici secoli è elevato. Le fonti concludono che, anche senza ulteriori indagini, il fenomeno urta contro tutte le leggi fondamentali della fisica e sfida ogni legge di natura e ogni spiegazione che non faccia riferimento al soprannaturale. Come riassume uno studioso, il prof. Gastone Lambertini, “nulla regge, tutto cade di fronte a questo fenomeno di cui può dare spiegazione soltanto il credente nello slancio della sua fede”.

Più di un miracolo: un segno vivo
In un mondo sempre più razionale e tecnologico, il miracolo di san Gennaro rimane un potente simbolo. Per l’Arcivescovo di Napoli, non è un oracolo o un oroscopo per predire il futuro. È, piuttosto, un “segnale stradale”, un “indice puntato che rimanda alla necessità… di seguire in modo radicale il Vangelo di Cristo”.
Ciò che rimane certo è che il sangue di san Gennaro continua a unire una comunità e a offrire un momento di riflessione sul mistero e sulla capacità di credere. È, come descritto da uno studioso, “un coagulo che vive e che respira”, un segno di vita eterna e risurrezione.
Cosa ne pensi di questo affascinante mistero napoletano? Sei più incline alla spiegazione scientifica (ancora da trovare) o a quella di fede? Faccelo sapere nei commenti!