Messalino SET-OTT 2025 / La comunione spirituale

La comunione spirituale

I santi spesso hanno fatto ricorso alla comunione spirituale quando non potevano accostarsi alla Comunione sacramentale. Durante l’arco della giornata, più volte ripetevano una preghiera nella quale esprimevano il desiderio ardente di ricevere Gesù spiritualmente nel proprio cuore, traendone grandi benefici spirituali. Anche noi possiamo seguire il loro esempio, facendo molte comunioni spirituali, specialmente nei momenti più impegnativi della giornata.
San Leonardo da Porto Maurizio ci assicura: «Se voi praticate parecchie volte al giorno il santo esercizio della comunione spirituale, vi do un mese di tempo per vedere il vostro cuore tutto cambiato».
Anche san Giovanni Bosco suggeriva questa pratica: «Se non potete comunicarvi sacramentalmente, fate la comunione spirituale, che consiste in un ardente desiderio di ricevere Gesù nel vostro cuore».

La beata Agata della Croce provava così acuto il desiderio di vivere sempre unita a Gesù eucaristico, che ebbe a dire: «Se il confessore non mi avesse insegnato a fare la comunione spirituale, non avrei potuto vivere».
Per santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, ugualmente, la comunione spirituale era l’unico sollievo al dolore acuto che provava nello stare chiusa in casa, lontana dal suo amore, specialmente quando non le era concesso di fare la Comunione sacramentale. Allora saliva sul terrazzo e, guardando la chiesa, sospirava fra le lacrime: «Beati coloro che oggi ti hanno ricevuto nel Sacramento, Gesù. Fortunate le mura della chiesa che custodiscono il mio Gesù. Beati i sacerdoti che sono sempre vicini a Gesù amabilissimo». E solo la comunione spirituale poteva placarla un po’.
Sant’Angela Merici non soltanto faceva spesso la comunione spirituale ed esortava a farla, ma arrivò a lasciarla come “eredità” alle sue figlie perché la praticassero perpetuamente.

La vita di san Francesco di Sales non fu forse tutta una catena di comunioni spirituali? Era suo proposito fare una comunione spirituale almeno ogni quarto d’ora.
Lo stesso proposito aveva fatto san Massimiliano Maria Kolbe fin da giovane.
In una visione Gesù apparve a santa Caterina da Siena con due calici in mano e le disse: «In questo calice d’oro metto le tue Comunioni sacramentali; in questo calice d’argento metto le tue comunioni spirituali. Questi due calici mi sono tanto graditi».
Il santo Curato D’Ars diceva: «La comunione spirituale fa sull’anima come un colpo di soffietto sul fuoco coperto di cenere e prossimo a spegnersi. Quando sentiamo che l’amor di Dio si raffredda, corriamo presto alla comunione spirituale». Inoltre, diceva ai fedeli: «Alla vista di un campanile voi potete dire: là è Gesù, perché là un sacerdote ha celebrato la Messa».

«Tutte le volte che mi desideri – diceva Gesù a santa Matilde – tu mi attiri in te. Un desiderio, un sospiro, basta per mettermi in tuo possesso».
Anche papa Francesco raccomanda: «Uniti a Cristo non siamo mai soli, ma formiamo un unico Corpo, di cui Lui è il Capo. È un’unione che si alimenta con la preghiera e anche con la comunione spirituale all’Eucaristia, una pratica molto raccomandata quando non è possibile ricevere il Sacramento. Questo lo dico per tutti, specialmente per le persone che vivono sole».

QUANDO FARE LA COMUNIONE SPIRITUALE?

Durante la Messa, quando non ci si può comunicare sacramentalmente.
Durante le visite al Santissimo Sacramento, come consigliato da sant’Alfonso Maria de Liguori.
Al mattino appena svegli e la sera prima di addormentarsi.
Dopo la preghiera o meditazione o lettura spirituale.
Prima o dopo la recita del santo Rosario.
In qualsiasi momento del giorno e della notte.

Possiamo fare la comunione spirituale dieci volte, venti volte al giorno, quante volte vogliamo, poiché bastano pochi istanti, brevi giaculatorie rivolte a Gesù nell’Eucaristia, per scongiurarlo di venire in noi. Qui non importa il tempo; importano l’ardore e la veemenza del desiderio, la fame e la sete dell’anima, lo slancio del cuore!

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