La rivoluzione della Pentecoste

La rivoluzione della Pentecoste

Pentecoste

E se ti dicessi che la più grande rivoluzione della storia è iniziata con una preghiera?
Nel silenzio di una stanza, tra paura e speranza, il fuoco dello Spirito è sceso e ha cambiato tutto. È la rivoluzione della Pentecoste. Ma ogni rivoluzione ha bisogno di un punto di partenza. E questa inizia da un cuore già aperto: quello di Maria.

Maria: la prima rivoluzionaria dello Spirito
Sì, perché Maria è la prima che ha accolto lo Spirito, quando tutto era ancora buio, quando l’unico annuncio era quello di un angelo e l’unica certezza era la fede. Nel Cenacolo, non è lì per caso: è il segno che ogni rivoluzione spirituale nasce dalla disponibilità, dall’umiltà, dalla preghiera silenziosa e perseverante.
Maria è la madre della Chiesa con la sua presenza e soprattutto con il suo esempio. È lei che custodisce l’attesa, che tiene unito il gruppo, che mostra come si dice “sì” anche quando non si vede ancora nulla. È la madre della Chiesa perché ne ha vissuto il parto tra la croce e il fuoco dello Spirito Santo.

Una Chiesa che esce, finalmente
Pentecoste è il momento in cui la Chiesa smette di avere paura e comincia a camminare. Non più chiusa, non più timorosa, non più ripiegata su sé stessa. Lo Spirito la spinge fuori, sulle strade del mondo, verso tutti i popoli.
Ed è qui che la rivoluzione comincia davvero: gli apostoli parlano lingue straniere. Non è solo un miracolo linguistico, ma un segno profondo: l’amore di Dio non è più per pochi, ma per tutti. Non esiste più nessuna barriera: lo Spirito abbatte i muri. E costruisce ponti.
Diceva Paolo VI: «La Pentecoste è una festa che non finisce mai, dura ancora, durerà sempre… Come se un grande fuoco fosse stato acceso. Come un’esplosione di grida e di gioia. Mai una festa fu così inebriante, così esaltante».

Il fuoco è ancora vivo
Pensaci: fino a quel momento, il messaggio di Gesù era un seme. Bellissimo, ma fragile. Bastava un soffio per spegnerlo. Ma con la Pentecoste quel seme esplode. Il Vangelo prende fuoco. Non è più un racconto da custodire, ma una verità da gridare. E oggi, quel fuoco è ancora vivo. Se solo lo lasciamo accendere nei nostri cuori.
Dopo l’ascensione al cielo Dio non è più presente fisicamente in mezzo a noi; è presente con il suo Spirito che abita dentro di noi. Dunque, lo Spirito Santo non è un dono di Dio, ma Dio che si fa dono: da lui nasce il popolo nuovo. Grazie allo Spirito, Dio si fa vicino, rimane in noi e ci dà la vita.
Lo Spirito mette nel cuore i desideri di Dio e toglie sempre più – a chi da lui si lascia guidare – i desideri della carne, cioè i desideri mondani, quelli che si oppongono a Dio.
Lo Spirito viene a custodire i credenti nella fede per renderli capaci di vita nuova segnata solo dall’amore; viene per dilatare il respiro della speranza! Viene – come ha scritto Paolo ai cristiani di Roma – a gridare nel nostro cuore, che ne era incapace, il dolce nome di intimità con Dio: Abbà!
Davvero la Pentecoste è la meta della Pasqua in quanto lo Spirito, ci rende capaci di fare della Pasqua di Gesù la via da percorrere nel quotidiano!
In questo giorno santissimo di Pentecoste tutto questo ci è dato, e noi possiamo viverlo! Basta lasciarsi avvolgere dal fuoco dello Spirito che purifica, sana, riscalda, raddrizza, piega…  che è forte e dolcissimo, è riposo e riparo, è conforto e luce!
Se Cristo nella sua Pasqua ha creato l’uomo nuovo, è nello Spirito Santo che quell’uomo nuovo ci è donato e reso accessibile!

Pentecoste oggi: siamo pronti?
Viviamo tempi complessi, confusi, a volte bui. Ma il Cenacolo si ripresenta ogni volta che ci raduniamo in preghiera, ogni volta che diciamo “vieni Spirito Santo” con sincerità. E Maria è ancora con noi, madre silenziosa e potente, che intercede, che ci guida, che ci mostra la via dell’accoglienza.
La rivoluzione dello Spirito non è finita. Continua in ogni cuore che si apre, in ogni parola di speranza che si annuncia, in ogni gesto d’amore gratuito. La Pentecoste non è un ricordo: è una chiamata. Da quando il fuoco dello Spirito brucia e la potenza della parola del Vangelo corre, non è possibile la neutralità. Dinanzi ai doni si possono fare solo due cose: rifiutarli o accoglierli! Chi accoglie il Dono che è lo Spirito e si lascia guidare da lui è figlio di Dio!

E tu? Vuoi essere parte di questa rivoluzione?
Non servono diplomi, né superpoteri. Serve solo dire “Sì”, come Maria. Essere disponibili, come gli Apostoli. Lasciarsi bruciare, come il roveto che Mosè vide nel deserto. Perché lo Spirito non distrugge, ma trasforma. E con Lui, tutto cambia.
Non lasciare che la Pentecoste resti solo una pagina del Vangelo o una data sul calendario. Oggi, proprio oggi, puoi aprire il tuo cuore allo Spirito Santo. Come Maria, come gli apostoli, anche tu sei chiamato a far parte di questa rivoluzione silenziosa e potente.

Il mondo ha bisogno di cuori che ardono.

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La rivoluzione della Pentecoste

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