Il 9 novembre si accende una luce nuova nel calendario spirituale delle nostre comunità. A partire dal 2025, le Chiese particolari e le diocesi saranno invitate, anzi «esortate», a celebrare e onorare i santi, i beati, i venerabili e i servi di Dio legati ai rispettivi territori. Non si tratta di aggiungere un’altra festa, ma di un’occasione straordinaria, richiesta direttamente da papa Francesco, per «riscoprire o perpetuare la memoria di straordinari discepoli di Cristo» che sono ancora oggi «guide sicure nel comune itinerario verso Dio, proteggendoci e sostenendoci».
Ma chi sono queste figure che irradiano la presenza del Signore risorto? Sono i “santi della porta accanto”!
La santità: un traguardo possibile per tutti
Questo appello alla riscoperta della santità si radica nell’Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate e ci ricorda che la santità non è relegata a gesti clamorosi o a una élite spirituale, ma è un traguardo possibile per tutti. La santità è la testimonianza del Vangelo vissuta giorno dopo giorno, spesso «senza clamori o gesti memorabili». È la santità di uomini e donne che hanno vissuto la loro fede nella semplicità più disarmante: coniugi che hanno vissuto fedelmente l’amore; uomini e donne che hanno sostenuto le loro famiglie attraverso il lavoro; religiosi, pastori, giovani entusiasti, i poveri, i malati e i sofferenti.
La santità è qui e ora
È in risposta a questo urgente appello di papa Francesco, ripreso e perpetuato da papa Leone XIV, che nasce Siate santi siate felici, una nuova, intensa raccolta, un vero e proprio vademecum curato da don Andrea Vena, che ci invita a non temere questo percorso: la santità «non toglie forze, vita, gioia, libertà», anzi, ti rende «più umano, ti aiuta a diventare sempre più quello che sei, ti rende più bello, più vero, più felice!».
Le storie contenute in questo libro sono la prova che la santità è attualissima e si manifesta nel cuore della nostra quotidianità. Qui incontreremo figure che hanno saputo trovare l’Infinito nel finito, dimostrando che i santi sono il “segno di Dio” nella storia quotidiana e la vera “rivoluzione”.
Pensiamo, per esempio, a san Carlo Acutis, un ragazzo come tutti gli altri, che andava in pizzeria con gli amici e giocava a pallone, ma che trovava la sua “autostrada per il cielo” nell’Eucaristia quotidiana. Non era geloso del suo “kit per diventare santi”: Messa, Comunione, Rosario quotidiano, e la disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri. La sua forza stava nella certezza di essere amato da Dio, un amore che lo spingeva a donare i suoi risparmi a un mendicante per un sacco a pelo e a sorridere di fronte alla leucemia.
O la luminosa storia della beata Chiara Luce Badano che, colpita da un sarcoma a soli 17 anni, ha saputo trasformare il suo calvario in una «meravigliosa “storia d’amore”», imparando a «stare al gioco di Dio». Le sue gambe non potevano più correre, ma il Signore le ha dato «le ali», desiderando passare ai giovani la fiaccola della vita.
E figure come la serva di Dio Chiara Corbella Petrillo, che ha attraversato il dolore della perdita di due figli con una fede incrollabile, scoprendo che «siamo nati e non moriremo mai più». La sua vita è stata un inno all’Amore che ti consuma e che ci insegna a fidarci pienamente del piano di Dio.
La santità è anche l’impegno civile portato all’estremo, come quello del beato Rosario Livatino, il giovane giudice che si occupava di indagini antimafia e che annotava nella sua agenda «Sub Tutela Dei», unendo l’inflessibilità della giustizia alla legge della carità. O il coraggio laico del beato Giuseppe Toniolo, sposo e padre di sette figli, economista che mise al centro del suo insegnamento il primato dell’etica in economia e l’elevazione degli umili.
Vivere, non vivacchiare
Questi eroi della fede non sono figure distanti, ma intercessori a cui affidarci. Ci spingono ad abbandonare l’idea di «vivacchiare» per cogliere l’avventura della vita vissuta in pienezza. Come diceva san Pier Giorgio Frassati: «Vivere senza una fede… non è vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere».
Non lasciamoci affascinare da modelli di successo discussi e inconsistenti che ci propone il mondo. Guardare ai santi, alle loro fragilità e al modo in cui le hanno trasformate in trampolini per l’incontro con Dio, ci aiuterà a rispondere alla domanda che il Signore sussurra a tutti, anche a te che leggi: «Siate santi, perché io sono santo».
Vuoi capire come fare della tua vita un capolavoro? Rispondi all’invito del Signore e scopri la chiave per la felicità piena. Il tuo cammino di santità inizia oggi!


