Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” novembre-dicembre 2025
tutti i santi (s)
propria
PRIMA LETTURA
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 7,2-4.9-14)
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello». – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Nei cieli si vive una sorta di perenne liturgia. Ecco perché qui in terra l’impegno liturgico non è quello di ridurre “a portata di mano” i misteri che si celebrano, ma di aiutare i fedeli a elevarsi alle cose di Dio. Quando entriamo in chiesa, quando varchiamo la soglia sacra, in qualche maniera, è come se morissimo: attraverso i gesti, i canti, le azioni solenni, gli arredi, gli incensi, le vesti sacre, usciamo dal quotidiano ed eleviamo le nostre anime al cielo, laddove tutto è ordinato a Dio. Allora, oggi offriamo al Signore la nostra vita senza trattenere nulla e gettiamoci nella liturgia della Chiesa con gli occhi rivolti al cielo. Realmente facciamo le stesse cose dei santi: siamo martiri anche noi quando subiamo varie persecuzioni, siamo nel coro delle vergini quando amiamo il Signore con cuore indiviso, siamo in compagnia degli asceti quando facciamo qualche penitenza, ecc. Il cielo e la terra, nella liturgia, sono una cosa sola. Quando ci nutriamo del Corpo di Cristo facciamo parte di quell’unico grande Corpo che è la Chiesa: militante, purgante e trionfante.
SECONDA LETTURA
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 3,1-3)
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
San Giovanni ci parla di ciò che siamo (figli di Dio) e anche di ciò che saremo. Dunque, al momento, pur avendo ricevuto il Battesimo e nutrendoci spesso della sacra Eucaristia, non siamo ancora completi. Manca ancora il dono definitivo di noi stessi che si realizzerà quando consegneremo al Signore la nostra vita, nel momento della morte. Dunque, tutta l’esistenza altro non è che preparazione alla morte che, secondo questa logica, è il momento culminante della nostra esistenza, il più alto e, voglia Dio, il più bello. Ecco perché nella lettera di Giovanni, che leggiamo oggi, si parla di speranza. Attendiamo ancora, purificando noi stessi con la penitenza giorno dopo giorno. Questo “desiderio di cielo” era assai comune nei cristiani della prima generazione, ai tempi delle persecuzioni romane. La corsa della vita non era per la realizzazione terrena, ma per conseguire i beni eterni, che i martiri sembravano già toccare con mano e che bramavano ardentemente. Morire significava andare a vivere definitivamente con Cristo, essere immersi nell’amore. Ed essi non desideravano altro. E tu, cosa desideri veramente?
VANGELO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo
Le Beatitudini sono la “magna carta” per andare in cielo, il passaporto giusto. Non a caso noi chiamiamo il Paradiso “visione beatifica”. I santi sono beati perché hanno raggiunto la meta e la via per arrivarvi è indicata chiaramente nel Vangelo che si legge sempre in questa solennità. Se nella povertà, nelle afflizioni, nel desiderio di giustizia, nell’operare la pace, ecc., noi saremo pazienti, miti e operosi, allora avremo già qui in terra un anticipo di quello che sarà dopo la morte. Le beatitudini in terra ci collegano con quelle del cielo, come se tra questa valle di lacrime e la gloria del Paradiso fosse tesa una corda alla quale noi ci aggrappiamo, e questa porta il nome di “beatitudini”. In questo elenco di modi di essere e vivere, le aspirazioni sono contrarie a quelle del mondo, che invece esalta i prepotenti, coloro che perseguitano, gli impuri di cuore, e proprio questo sarà il segno che siamo sulla via giusta: la persecuzione (ultima beatitudine proclamata). Ma non temiamo: anche se ci pare di essere in pochi a osservare la via cristiana, quando siamo con Dio siamo sempre in maggioranza. Ed è vero! Tutto il cielo è con noi, basta solo aprire gli occhi e accorgersene.


