Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2025

Santissima Trinità (s) (C)
propria
PRIMA LETTURA
Dal libro dei Proverbi (Pr 8,22-31)
Così parla la Sapienza di Dio: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo». – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Che cosa è mai questa Sapienza che era presente prima della creazione del mondo e che giocava sul globo terrestre quando questo veniva formato? In un linguaggio simbolico e poetico, può essere vista come la “lunga mano” di Dio, il suo Spirito che viene mandato nell’universo in vista della creazione dell’uomo. Dio è uno in tre persone e fa tutto “in compagnia”. Immaginiamo allora l’abbraccio di Dio e il suo atto d’amore quando produce fuori di sé qualcosa o qualcuno sul quale riversare sé stesso. Ciò che fa all’esterno lo compie anche nel suo interno: il Padre ama il Figlio e tra i due circola lo Spirito di amore; il Padre abbraccia la sua creazione fuori di sé e fa circolare lo Spirito Santo e nasce il figlio adottivo, Adamo. All’inizio tutto è, quindi, pieno di Sapienza e splendore. E quando ci sembra che oggi ogni cosa sia inquinata e tragica, ripensiamo invece a quando tutto fu creato puro e luminoso, consolandoci nel fatto che, con la venuta di Cristo, ogni cosa è stata ripristinata con la Pentecoste, nuova Sapienza effusa nel mondo grazie al sacrificio del Figlio sulla croce.
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 5,1-5)
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
Concentriamoci ora su questa verità proclamata dall’apostolo Paolo: l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori. Dunque, in noi v’è qualcosa che non siamo noi a darci, ma che riceviamo e che proviene da Dio stesso. Non abbiamo solo la vita biologica (in greco: bios), come le piante e gli animali, ma ci viene infusa, col Battesimo, una vita sovrannaturale, diversa (in greco zoè). Abbiamo quindi “due” vite: quella che ci viene infusa direttamente da Dio è la sua stessa vita, quella eterna, infinita, santa. Tale zoè poi non è un concetto vago, ma una persona: lo Spirito Santo. E che cosa fa lo Spirito Santo in noi? Ci spinge in alto, ci fa compiere atti sovrannaturali, ci fa amare in modo diverso, totale, ci spinge alla preghiera, a uscire da noi stessi e a trovare la nostra realizzazione nell’Altro, in Dio. Queste due vite si armonizzano perfettamente e fanno di noi dei capolavori: viviamo come tutti, facciamo le cose di tutti, ma al tempo stesso siamo nel mondo come i testimoni di una vita superiore, che si realizzerà pienamente solo dopo la morte, ma che è già attiva nel nostro oggi.
VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo
Che nella santissima Trinità tutto sia relazione lo dice Gesù: lo Spirito Santo non parla da sé stesso, come se fosse una voce autonoma, che decide arbitrariamente che cosa dire o non dire; esso è tutto relazione al Padre e al Figlio, e questo ci dà piena sicurezza. Chi è nello Spirito Santo è certamente nella verità di Dio. Ma come facciamo a essere sicuri di essere sempre ispirati dallo Spirito Santo? È semplice: obbedendo a Gesù e vivendo il Vangelo sine glossa – come affermava e faceva san Francesco – ossia integralmente e senza interpretazioni nostre. Tutto, quindi, torna perfettamente: il Padre ci dà lo Spirito Santo per farci vivere la vita divina, e siamo certi di viverla se obbediamo alla parola di Gesù, vero e unico interprete della volontà del Padre. «Dio, nessuno l’ha mai visto: – dice san Giovanni nel prologo del suo Vangelo – il Figlio unigenito […] è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18). Alla fine, il fatto che Dio sia uno e trino, anziché complicare le cose, le semplifica. Infatti, se Dio non fosse relazione in sé, come potrebbe essere relazione con gli uomini, egli che è infinito? Come può l’uomo parlare con una “cosa” infinita? Ma Dio si è donato agli uomini, in Cristo e in Cristo noi siamo suoi.