Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” marzo-aprile 2025

Risurrezione del Signore
Propria
PRIMA LETTURA
Dagli Atti degli Apostoli (At 10,34a.37-43)
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».- Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Pietro sta portando l’annuncio cristiano a Cornelio di Cesarea e riassume l’operato di Gesù dicendo che egli è colui che, consacrato «in Spirito Santo e potenza… passò beneficando e risanando tutti». Beneficando e risanando, dunque, sono i verbi che sintetizzano l’opera di Gesù, «e noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute», aggiunge Pietro. Se gli apostoli hanno il coraggio e lo slancio di testimoniare tutto questo è perché «lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno… E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che gli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio… chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». Al centro della predicazione di Pietro c’è Gesù, con la sua morte in croce e risurrezione. Non si tratta di favole o di semplici idee, ma di realtà: «Abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti». A partire da questo nucleo essenziale siamo invitati a credere anche noi e ritrovare il coraggio di una testimonianza chiara e coraggiosa perché – come cantiamo nel salmo – «il suo amore è per sempre».
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (Col 3,1-4)
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. – Parola di Dio.
Oppure:
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 5,6b-8)
Fratelli, non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
L’apostolo Paolo invita a fissare lo sguardo lassù, «dove è Cristo seduto alla destra di Dio». In questo modo Paolo distingue due piani: quaggiù e lassù. Lassù in cielo Gesù è «alla destra del Padre» ed è per questo che poi aggiunge «rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra», perché «siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!». In Gesù siamo già in cielo, ma per noi non si è ancora compiuto perché siamo nell’attesa di arrivarci anche noi. Comunque, siamo già in cielo ed è dalle cose di lassù che siamo invitati a lasciarci orientare nel cammino della vita: forse non tutto sarà compreso agli occhi umani, ma quando Cristo, nostra vita, si sarà manifestato, allora anche noi appariremo con lui nella gloria. Come dicevamo Venerdì Santo, nel commentare la prima lettura, come per il servo di Jahvè, così è stato per Gesù e così sarà per noi: solo alla fine si comprenderà il disegno di Dio e chi oggi critica e osteggia, riconoscerà la verità.
Oppure:
L’incontro con Gesù Cristo, il risorto, annunciato nella prima lettura, chiede di avere delle ricadute nella vita quotidiana, scrive Paolo: «Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova». Paolo richiama l’uso di bruciare il lievito vecchio prima della festa di Pasqua, affinché non contamini il lievito nuovo. Prendendo così spunto da questo, egli dice che «Cristo è stato immolato! Celebriamo la festa… con àzzimi di sincerità e verità». Bruciamo/togliamo – scrive Paolo –, il lievito vecchio «di malizia e di perversità» e viviamo da risorti: il Battesimo, infatti, ci fa rinascere in Cristo risorto rendendoci «pasta nuova», purificata dal sacrificio di Cristo.
VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. – Parola del Signore.
Al posto di questo Vangelo si può utilizzare quello proclamato nella Veglia Pasquale. Dove si celebra la Messa vespertina si può proclamare il Vangelo seguente:
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana,] due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. – Parola del Signore.
Commento al Vangelo
Il testo del Vangelo ha inizio con l’espressione: «Il primo giorno della settimana», per far capire che con la risurrezione di Gesù ha inizio il tempo nuovo. Colei che per prima va al sepolcro è Maria di Màgdala la quale «si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro». Di fronte alla pietra tolta dal sepolcro, corre e va «da Simon Pietro e dall’altro discepolo». L’annuncio della tomba vuota, così inaspettato, spinge i due a correre verso il sepolcro. La risurrezione mette in movimento, anche lì dove magari non subito si comprende, perché non basta vedere se poi non si crede: «Correvano insieme tutti e due… Pietro giunse… entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario… Allora entrò anche l’altro discepolo… e vide e credette». Se è il cuore a spingere a correre, così è stato per Maria e per l’altro discepolo, è altrettanto vero che ci vuole anche la fede per capire quanto sta avvenendo. È così fin dall’inizio e oggi spetta a noi il compito di correre per portare agli altri l’annuncio che Gesù, il Signore, è vivo, è risorto ed è con noi per aiutarci a vedere e a credere nei segni che lui stesso pone lungo il nostro cammino.
Oppure:
Quello stesso giorno che, come abbiamo visto (Lc 24,1), è il primo della settimana, due discepoli sono in cammino per un villaggio di nome Èmmaus quando «Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro». Non lo riconoscono, ma i loro cuori sono talmente colmi di scoraggiamento che gli confidano ogni cosa: «Speravamo… Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti… egli è vivo». Gesù, richiamandoli perché «stolti e lenti di cuore», «spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui». A questa prima fase, segue lo spezzare il pane presso la locanda. Questi tre elementi – compagnia, parola e pane spezzato – permettono ai discepoli di riconoscere che: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Tale esperienza li porterà così a partire «senza indugio» e a fare «ritorno a Gerusalemme». La struttura di questo brano richiama la struttura dell’Eucaristia dove ci si ritrova insieme, si ascolta la Parola, si condivide il Pane per poi ripartire di corsa per testimoniare d’aver incontrato il Signore, il Risorto. Imparando a fare come ha fatto lui: amare.