Se corri continuamente, se pensi che la vita spirituale sia un lusso per pochi o una fuga dal mondo frenetico, questo articolo è per te. Ti presentiamo la beata Maria Teresa Fasce, una donna che, agli inizi del secolo scorso, con l’impegno, il sacrificio e l’offerta ha cambiato il volto di un’intera città.
La vita interiore non è lusso ma una necessità
Viviamo costantemente connessi per paura di perderci qualcosa, ma la beata Fasce ci insegna il valore rivoluzionario della disconnessione per la riconnessione con il Dio e con sé stessi. Sebbene fosse un’anima contemplativa, desiderosa di silenzio e solitudine, fu straordinariamente concreta. Per lei non si trattava, infatti di fuggire la realtà, ma di radicare la propria esistenza nella Verità.
Per Maria Teresa, l’impegno fondamentale dell’esistenza era uno solo: “L’anima ha un solo impegno davanti a Dio: la sua santificazione. E questa dipende dal perfetto adempimento della sua santissima volontà”.
Questa santificazione non è stata teorica. Mentre teneva il cuore in cielo e i piedi per terra, ha guidato il Monastero di Cascia per 27 anni, trasformandolo in un faro di spiritualità, un luogo che oggi, con la sua Basilica e le sue opere di carità, non esisterebbe senza il suo operato instancabile e lungimirante.
L’impegno radicale che crea valore
Spesso pensiamo che la santità sia per chi fa “grandi cose”. Invece, per la beata Fasce, la santità consisteva nel “fare bene le piccole cose”.
Agli occhi profani, Madre Fasce poteva sembrare una grande imprenditrice per la realizzazione di opere immense come la Basilica di Santa Rita e l’Alveare di Santa Rita (un orfanotrofio per bambine orfane o in difficoltà, da lei chiamate “Api”). Eppure, si considerava solo una serva del Signore. Le sue realizzazioni pratiche erano semplicemente i frutti della sua santità di vita.
La sua vita è stata un’offerta continua, un esercizio di volontà e di coraggio. In un’epoca piena di difficoltà politiche e burocratiche, e nonostante la sua tendenza naturale a imporsi, governò con umiltà e prudenza, agendo sempre con saggezza e fermezza incrollabile, sapendo bene che stava compiendo la volontà di Dio.
La croce come tesoro: la gioia che nessuna crisi demolisce
Ciò che rende la vita degna di essere vissuta è la capacità di trasformare l’inevitabile sofferenza in amore. Maria Teresa Fasce lo ha vissuto in modo eroico. Il suo “stemma” era la croce, e il suo motto: “Chi ama, non teme di soffrire”.
Maria Teresa ha vissuto gravi problemi di salute per quasi trent’anni: un tumore al seno, asma, diabete e problemi circolatori che le davano dolori atroci. La malattia la chiamava “il mio tesoro”: vedeva, infatti, la sofferenza come il modo per conformarsi a Cristo crocifisso.
Questa prospettiva di fede totale le ha permesso di affrontare tutto – dalla miseria della guerra alle calunnie e le difficoltà burocratiche – con una serenità e una calma visibile a tutti.
È questa fede totale che genera la gioia vera, una gioia intima e inesplicabile, che nessuna cattiva notizia o calamità può demolire e far svanire.
L’eredità per l’uomo di oggi
La vita della beata Maria Teresa Fasce ci lancia una sfida potente: essere la migliore versione di noi stessi.
• Non temere l’impegno: la perseveranza di Maria Teresa, che impiegò dodici anni solo per la posa della prima pietra del Santuario di Santa Rita da Cascia, ti ricorda che la costanza è la vera base di ogni impresa degna di nota.
• Non sprecare il dolore: se la sofferenza è inevitabile, impara a usarla come una via per la purificazione del cuore, offrendola con amore.
• Vivi l’amore concreto: non si ama solo a parole, ma operando attivamente per il bene (come l’Alveare).
La gioia vera nasce quando scegli di essere la versione più luminosa di te stesso, vivendo ogni giorno con amore, onestà e profondità. E tu, cosa stai costruendo con la tua vita?
