Prima di essere beata, prima di essere fondatrice, prima di essere una mistica, Madre Speranza è una grande donna che ha speso la sua vita in nome di un Amore, quello verso il Signore misericordioso, che la riempiva e al tempo stesso la sovrastava: il 5 novembre 1927 scrive nel suo Diario: «Ho trascorso parte della notte fuori di me [in estasi] e molto unita al Buon Gesù. Lui mi diceva che devo riuscire a farlo conoscere agli uomini non come un Padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre amorevole, che cerca in ogni maniera di confortare, aiutare e rendere felici i suoi figli e li segue e cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro» (Diario, n. 2).
E allora, proprio come santa Maria Goretti, in questo 2024 che ci prepara al Giubileo 2025, anche la beata Madre Speranza è testimone di speranza; è luce non solo oltre, ma anche dentro le tenebre e ci insegna che l’ultima parola non è mai dell’odio, ma sempre dell’amore!
Il Santuario dell’amore misericordioso
La futura Madre Speranza, ha appena 12 anni, quando incontra in visione santa Teresina di Lisieux che la esorta a diffondere nel mondo la devozione all’Amore Misericordioso. Seguendo l’invito del Buon Gesù, il 18 agosto 1951, arriva a Collevalenza (PG): il Signore la vuole qui per realizzare un sogno: il primo Santuario al mondo dedicato al suo Amore Misericordioso. Qui lei incontra tanti pellegrini in cerca di un Padre che perdona, dimentica e non tiene in conto. E per tutti e per ciascuno si fa «flauto che suona; portinaia del Signore; fazzoletto che asciuga le lacrime…».
Accoglie e riceve più di cento persone al giorno, ascoltandole una alla volta, consolando, consigliando e infondendo speranza: «Il Signore ama tutte le anime con la stessa intensità; ama ancora di più quelle anime che, pur piene di difetti, si sforzano e lottano per essere come lui vuole; anche l’uomo più perverso, più abbandonato e miserabile è amato da lui con immensa tenerezza».
Le Piscine: un’acqua che guarisce l’anima e il corpo
In un paese come Collevalenza – che ha sempre sofferto per la mancanza di acqua potabile – Gesù desidera inoltre che si scavi un pozzo sulla cima di una collina: sembra un’impresa quasi impossibile, ma fra tante difficoltà e con profonda fede, le trivelle raggiungono l’acqua: in quell’occasione Madre Speranza, andata in estasi presso il pozzo, pronuncia parole di commosso ringraziamento. La fiducia sconfinata di Madre Speranza nell’Amore Misericordioso, che è capace di sanare il corpo e l’anima, è racchiusa nella preghiera che accompagna il gesto di bere l’Acqua dell’Amore Misericordioso:
«Signor mio e Dio mio,
per il tuo amore e per la tua misericordia,
guarisci noi che siamo tuoi figli
da ogni malattia, specialmente da quelle
che la scienza umana non riesce a curare
e fa’ che con il tuo aiuto
conserviamo sempre pura
la nostra anima da ogni peccato grave».
E allora, per noi che viviamo questo tempo percorso da tanto male e da tanto buio, la beata Speranza di Gesù è un segno di luce: ci ricorda che siamo figli amati; ci fa presente il vero volto di Dio che è Amore Misericordioso.