Liturgia della domenica: 28 luglio 2024

Liturgia della domenica: 28 luglio 2024

Pani e pesci

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” luglio-agosto 2024

17ª domenica del Tempo Ordinario (B)
1ª sett. salt.


PRIMA LETTURA

Dal secondo libro dei Re (2Re 4,42-44)
In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”». Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore. – Parola di Dio.

Commento alla prima lettura

Il brano proposto appartiene all’insieme dei «fioretti» riguardanti il profeta Eliseo, qualificato come «uomo di Dio», a sua totale disposizione e per mezzo del quale il Signore stesso interviene sia suscitando la parola sia compiendo miracoli. Nella fattispecie un individuo, proveniente da Baal-Salisà, offre a Eliseo del pane di primizie, quindi un dono che era riservato al Signore. Eliseo non tiene per sé il dono, ma lo mette a disposizione della gente e lo fa distribuire alla popolazione. Il testo fa notare la sproporzione tra i mezzi umani e la meta raggiunta, cioè tra i venti pani offerti e i cento uomini sfamati. Quel cibo, frutto del lavoro dell’uomo e della benedizione di Dio, si moltiplica, a tal punto che ce n’è per saziare tutti. Il periodo storico in cui Eliseo vive è caratterizzato dalla presenza del sincretismo religioso, per cui gli israeliti si rivolgevano sovente a Baal, il dio della pioggia, perché fecondasse le terre. Il miracolo del pane fa vedere che è il Signore, il vero Dio provvidente, a donare al popolo acqua, pane, olio, vino e ogni altro bene in abbondanza.


SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (Ef 4,1-6)
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. – Parola di Dio.

Commento alla seconda lettura

Dalla prigione l’apostolo Paolo esorta caldamente i suoi fedeli a procedere secondo la chiamata di Dio che li ha inseriti nella comunità ecclesiale. I versetti sono grandiosi, poiché la vita cristiana è creata dalla carità trinitaria. All’inizio compaiono alcune virtù, tra cui l’umiltà, senza le quali è impossibile che si pervenga alla piena unione con Dio. Ciò che Paolo desidera dai suoi cristiani non è una pia utopia, poiché sul piano umano si tratta di conservare e mantenere quella unità che lo Spirito Santo continuamente opera in seno alla comunità cristiana, vincolata dalla «catena» della pace. In secondo luogo l’apostolo elenca ciò che tiene insieme i cristiani. Il corpo ecclesiale riceve la sua unità non dalla semplice giustapposizione delle membra e nemmeno dall’amore reciproco, ma dalla partecipazione di tutti a una sola realtà. Per sette volte Paolo ripete «un solo», dove la fine della catena, fatta di sette anelli, non poteva non essere il Padre celeste, il quale, pur essendo al di sopra di tutti, si serve di ognuno per manifestarsi e non trascura nessuno della sua presenza amorosa.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,1-15)
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. – Parola del Signore.

Commento al Vangelo del giorno

Adagiati nell’erba verde, cinquemila uomini sono saziati dalla generosità di Gesù. Non è la gente a chiedere il nutrimento e il brano non va letto come un’opera di soccorso. È Gesù che vede arrivare quelle persone e ha in mente ciò che intende fare. I discepoli non sanno come affrontare la situazione, sperimentando la pochezza dei mezzi umani, da cui sgorga la meraviglia nella constatazione della grandezza e sovrabbondanza della divina potenza. Gesù si comporta da padrone di casa che accoglie gli ospiti, li pone a proprio agio e presiede alla mensa. L’impresa riesce in pieno, come si vede dal numero ingente di coloro che mangiano e dall’abbondanza del cibo avanzato. Niente di più strabiliante e insieme semplice e gioioso. Cristo si rivela vero pastore, prendendosi cura della vita di tutti per fare della massa una grande comunità, capace di cordiale amicizia e fraternità. Il pasto di molti ne è il segno. Tutto discende da Gesù e in definitiva da Dio, a cui si rende grazie. Il gesto per ora sembra finito, perché tutti si saziano; ma esso è così ricco di contenuto che rimane come una virtualità aperta ad approfondimenti e a ulteriori sviluppi. Sarà lui il profeta come lo era stato Mosè o siamo davanti a qualcosa di completamente diverso?


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