Santa Monica, che la Chiesa ricorda oggi, è una donna ed è una madre: con lei, vogliamo quindi riflettere su che cosa significhi oggi essere donne ed essere madri.
Una donna di ieri e di oggi
Si potrebbe pensare: ma può una donna vissuta nel 300 d.C. avere qualcosa da dire alle donne di oggi? La risposta è sì, perché i santi sanno annullare qualsiasi distanza di spazio o di tempo e, cominciando a conoscere Monica, ci si accorge che lei sa parlare alle spose di oggi, alle vedove di oggi, alle madri di oggi.
Monica è stata sposa di Patrizio, un uomo pagano e rude, e ha saputo cambiare il suo cuore con le armi della mitezza, del silenzio, della preghiera e della costanza. Se sei una sposa e vivi un matrimonio difficile, non sempre sereno, Monica è al tuo fianco.
Monica ha vissuto il dolore della vedovanza e lo ha affrontato con fede viva e fortezza; se stai attraversando questa strada, Monica saprà camminare con te.
Patrona delle madri cristiane
Monica è stata soprattutto madre; è considerata patrona delle madri cristiane: soprattutto per il figlio Agostino ha sofferto grandissimi dolori: lo ha visto, lei profondamente fedele a Dio, perdersi per altre strade, allontanarsi sempre di più dal Signore, ma ha sempre pregato e sperato, senza arrendersi mai e, alla fine, ha avuto la gioia di vedere il figlio convertito e deciso a consacrare tutta la propria vita al Signore.
Monica parla alle mamme di oggi
Così padre Remo Piccolomini, grande esperto dei santi agostiniani, traccia il messaggio che Monica lascia alle madri, nel profilo da lui curato per l’Editrice Shalom: «Il rapporto tra la mamma e il figlio ha il sapore dell’amore. Ma la medaglia ha due facce; se una è l’amore, l’altra è la preoccupazione: il cuore della mamma porta impressa, insieme alla gioia, l’ansia per il figlio. I figli per la mamma sono letizia per la gioia della vita, per la tenerezza dell’amore, ma il cuore delle madri conosce anche la costante preoccupazione per i figli, la tensione a guidarli perché non si perdano.
Così fu per Monica, così per tutte le mamme di oggi preoccupate per le maggiori insidie a cui sono esposti i figli (violenza, criminalità, droga…). Oggi inoltre viviamo in una società diversa: la famiglia, la scuola, stanno attraversando un momento di crisi. Perché? Non sarà forse perché incapaci di offrire la loro testimonianza? Insomma i giovani di oggi fuggono, vagano a briglia sciolta.
Educare è impresa difficile. La speranza è la vera forza della mamma. Nutrirla vuol dire acquistare ottimismo: i giovani sono imprevedibili, hanno però forze nascoste che devono essere portate alla luce e stimolate. Chi meglio della mamma può farlo? Guardate Monica, donna del passato, ma modello per le madri di oggi: segue il figlio Agostino come può, lo richiama al senso dell’onestà, lo responsabilizza. Segue il figlio secondo le proprie possibilità, ma sempre con tanto amore. Soprattutto ha tanto pregato e tanto pianto, per trentatré anni. Alla fine ha ottenuto da Dio molto più di quanto aveva chiesto. Monica è stata una madre come lo siete voi, donne; si mette al vostro fianco per aiutarvi a camminare nei difficili percorsi della vita».
Khalil Ghibran, poeta libanese, scrive con rara finezza: «I vostri figli non sono figli vostri… sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. […] Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti. L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane. Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo».
Alle madri Monica insegna che bisogna avere il coraggio di lasciar andare i figli, anche di lasciarli sbagliare; bisogna avere la forza di osservarli da lontano, senza mai “perderli di vista” nel cuore e bisogna riporre la propria fiducia piena nel Signore, che vede là dove noi non possiamo vedere e ha disegni che noi non conosciamo.