C’è una forza invisibile che lega le nostre esistenze, un filo sottile ma tenace che ci spinge a tendere la mano verso l’altro, soprattutto quando il peso della vita si fa più gravoso. Questa forza, la chiamiamo solidarietà, ed è molto più di un semplice atto di beneficenza: è un sentimento profondo di sostegno reciproco, un esserci, nei momenti belli e in quelli difficili, condividere gioie e offrire supporto nelle difficoltà; non è quindi solo un dare materiale, ma un legame profondo che ci avvicina agli altri.
Se la intendiamo così, capiamo che la solidarietà non è solo un concetto astratto, ma un vero e proprio stile di vita. Prendersi cura del prossimo senza aspettarsi nulla in cambio è una delle sfide più grandi per ogni cristiano. Gesù stesso ci ha insegnato che l’amore autentico è gratuito, disinteressato, generoso. Eppure, quanto è difficile mettere in pratica questo insegnamento nella vita di tutti i giorni?
San Luigi Orione: una vita di continua cura
Nella storia dell’umanità, alcune figure brillano come fari di questa virtù, incarnando con la loro stessa esistenza il significato più autentico della solidarietà. Tra queste, risplende la figura di san Luigi Orione, un uomo la cui vita intera fu una continua cura per chi lo avvicinava e per chi lo incontrava attraverso le sue opere di carità.

Don Orione non si limitò alle parole: il suo amore si tradusse in azioni concrete, rivolte in particolar modo agli ultimi, proprio perché ultimi nella stima e nella considerazione sociale.
Vedeva oltre l’apparenza, percependo che «nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio». Questa visione profonda lo spinse a dedicare la sua vita a coloro che la società spesso ignorava: adolescenti, anziani e disabili, comprendendo che la dignità umana «non è dipendente dalla ricchezza, dalle facoltà cognitive, dalla rispettabilità sociale o da altre qualità».
La sua esistenza fu un susseguirsi di gesti di altruismo, quell’offrire aiuto senza aspettarsi nulla in cambio: lo vediamo per esempio accorrere in soccorso delle popolazioni colpite dai terremoti di Messina e Reggio Calabria nel 1908 e della Marsica nel 1915, aprendo le porte delle sue Case a innumerevoli orfani, offrendo loro non solo un tetto, ma il vivere, l’istruzione, il lavoro. Questi non furono semplici atti di carità, ma espressioni di una profonda empatia, quel «sentire e comprendere le emozioni altrui» che lo spingeva ad alleviare le sofferenze con instancabile dedizione.
Egli fondò la Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza e le Piccole Missionarie della Carità proprio per dare continuità a questa opera di cura e solidarietà.
Impariamo la solidarietà da san Luigi Orione
Mettere in pratica la lezione di don Orione non è semplice, ma possiamo iniziare da piccoli passi nella nostra quotidianità:

1. Smettere di fare il bene per ricevere approvazione o aspettandosi che gli altri ricambino: è qualcosa che tutti conosciamo, si tratta di un sentimento profondamente umano, ma dare e donarsi agli altri gratuitamente restituisce una gioia che ha il sapore di cielo.
2. Ricordare che tutto quello che abbiamo è dono di Dio: se ci mettiamo nell’ottica del dono gratuito, ci accorgiamo anche che, se abbiamo la possibilità di aiutare, è perché prima di tutto noi stessi abbiamo ricevuto tanto: salute, tempo, risorse, opportunità. Restituire qualcosa agli altri è il modo per riconoscere la generosità di Dio nella nostra vita.
3. Guardare a Gesù e ai santi come modelli: Gesù ha guarito, insegnato, perdonato, senza mai chiedere nulla in cambio. I santi, come Don Orione, hanno vissuto con lo stesso spirito. Perché non provare a imitarli nel nostro piccolo? Se non conosci la figura di don Orione prova ad approfondirla. In commercio ci sono tante biografie. Noi te ne proponiamo una molto ricca, agile, economica e accessibile.
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La storia di Don Orione ci insegna che prendersi cura degli altri senza aspettarsi nulla in cambio è la forma più autentica di amore. Certo, non è facile. Tutti vorremmo essere riconosciuti e apprezzati per quello che facciamo. Ma se impariamo ad aiutare senza aspettative, scopriremo una gioia più profonda: la gioia di aver fatto del bene solo per amore, proprio come ci insegna il Vangelo.
Lasciamoci ispirare dal cuore infaticabile di san Luigi Orione, dal suo sguardo che vedeva la dignità in ogni creatura e impegniamoci, nel nostro piccolo, a tessere quella rete di solidarietà che rende il mondo un luogo più umano e accogliente, perché, in fondo, amare è davvero avere cura.