La festa della Presentazione del Signore, che celebriamo il 2 febbraio, è popolarmente conosciuta come Candelora o anche “festa delle luci”. Ciò è dovuto al fatto che la celebrazione eucaristica comincia con il rito della benedizione delle candele, simbolo di Cristo, luce delle genti.
Secondo la legge di Mosè, i genitori dovevano accompagnare i primogeniti maschi al tempio, quaranta giorni dopo la loro nascita, per presentarli ufficialmente. La Madonna e San Giuseppe non fecero eccezione per il piccolo Gesù, e quaranta giorni dopo Natale lo condussero a Gerusalemme.
Questo episodio della vita di Gesù viene raccontato da Luca (Lc 2,22-39) e viene festeggiato dalla Chiesa cattolica il 2 febbraio, ma viene celebrato anche dalla Chiesa ortodossa e da alcune chiese protestanti.
A Gesù guardiamo, infatti, come alla vera luce che rischiara e illumina la vita di ogni uomo e popolo della Terra. È la luce di Cristo che orienta i nostri passi e ci rende capaci di accogliere pienamente il suo invito a seguirlo.
La luce di queste candele ci ricorda che non siamo mai soli quando nella vita dobbiamo attraversare momenti bui o burrascosi. Portando a casa la candela della Candelora, abbiamo la possibilità di accenderla ogni volta che attraversiamo un periodo di particolare difficoltà per mettere Gesù al centro della nostra vita.
La festa della Candelora ha anche una dimensione molto popolare: basti pensare ai proverbi e alle usanze, legate in particolare al passaggio dall’inverno alla primavera che questo giorno rappresenta. Per citarne solo alcuni: «Candelora scura dell’inverno non si ha paura», o «per Santa Candelora se nevica o se plora de l’inverno siamo fora».
Il 2 febbraio ricorre anche la Giornata della Vita consacrata. La Presentazione di Gesù al tempio costituisce, infatti, un’immagine emblematica della donazione totale di sé per tutti i consacrati. La loro è una risposta d’amore allo sguardo d’amore di Gesù. Lo scorso anno papa Francesco ha rivolto ai consacrati queste parole: «Noi dobbiamo stringere Gesù in adorazione e domandare occhi che sappiano vedere il bene e scorgere le vie di Dio. Se accogliamo Cristo a braccia aperte, accoglieremo anche gli altri con fiducia e umiltà. […] Rimettiamo Lui al centro e andiamo avanti con gioia».
Monsignor Bruno Forte ha fatto un grande dono a tutta la Chiesa, dedicando un libro alla riflessione sul sacerdozio, che fa risaltare la bellezza della vocazione sacerdotale permettendo di riflettere su un dono inestimabile fatto da Dio a tutta l’umanità.
Rimettere Gesù al centro è compito non solo dei consacrati, ma di tutti i cristiani. La festa della Candelora sia l’occasione propizia per ricentrare la nostra vita sul Signore, l’unico che può donarci la vera luce.