Una domanda frequente posta da molti giovani, e non solo, è: chi sono e cosa fanno il vescovo, il sacerdote e il diacono?
Potrebbe sembrare una domanda banale, ma spesso si fa confusione tra queste tre figure. Per fare chiarezza ci aiuta don Philip Goyret, autore del volume 20, per la collana Quaderni del Giubileo, intitolato Il papa, i vescovi, i sacerdoti e i diaconi.
Allora, cerchiamo di individuare quali sono i compiti del vescovo, del sacerdote e del diacono e cosa li accomuna.
Il vescovo: bocca e cuore di Cristo
Il sacramento dell’Ordine comporta tre gradi che indicano una maggiore o minore intensità di partecipazione all’unico sacerdozio di Cristo. Essi sono: l’episcopato, il presbiterato e il diaconato.
L’Ordinazione episcopale conferisce la pienezza del sacramento dell’Ordine, fa del vescovo il successore degli Apostoli, lo inserisce nel collegio episcopale, condividendo con il Papa e gli altri vescovi la sollecitudine verso il popolo di Dio e gli consegna gli uffici essenziali di: insegnare, santificare e governare.
La funzione d’insegnare è intesa come «predicazione del Vangelo»: il vescovo è chiamato a rendere presente la luce della Parola di Dio. Egli non diffonde le sue idee o quanto gli piace, ma annuncia il Dio rivelato in Cristo, per questo egli è bocca e cuore di Cristo.
Altro compito del vescovo è quello di santificare gli uomini, soprattutto mediante i sacramenti. Nel cuore del compito di santificare c’è l’Eucaristia celebrata e vissuta con intensità.
La missione del vescovo di governare consiste nel guidare, con l’autorità di Cristo il popolo che Dio gli ha affidato. Da tenere ben presente è che il modo di governare di Gesù non è quello del dominio, ma è l’umile e amoroso servizio della lavanda dei piedi.
Il presbitero: pascere i fedeli
Il sacramento dell’Ordine, con l’unzione dello Spirito consacra il presbitero con un carattere spirituale indelebile che lo configura a Cristo sacerdote e lo rende capace di agire nel suo nome.
Il sacerdote è consacrato per predicare il Vangelo, per celebrare il culto divino, soprattutto l’Eucaristia e per essere il pastore dei fedeli.
I sacerdoti esercitano il loro ministero in dipendenza dal vescovo e in comunione con lui. Con il vescovo costituiscono un unico presbiterio, sebbene destinato a compiti diversi. Nelle singole comunità locali rendono presente il vescovo, condividono in parte le sue funzioni e la sua sollecitudine esercitandola ogni giorno con amore.
Il diacono: colui che sta a servizio
Il diaconato è il terzo grado del sacerdozio, ed è finalizzato all’aiuto e al servizio del vescovo e dei sacerdoti. “Diacono” significa “colui che sta a servizio”.
Possono essere diaconi non solo gli aspiranti sacerdoti ma anche i laici e gli uomini sposati in quello che è il diaconato permanente con la differenza che il laico non sposato, una volta ordinato, resta nel celibato.
E cosa fa il diacono? Il diacono può amministrare il Battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura.
Il diacono è nella Chiesa l’immagine viva di Cristo che serve, che per amore si china a lavare i piedi dei discepoli, che si fa carico delle sofferenze dei più deboli, che proclama la Parola, che si fa vicino a chiunque, che offre la sua stessa vita in sacrifico.
Cosa hanno in comune
Queste tre figure sono legate dall’avere ricevuto, in diversi gradi, il sacramento dell’Ordine, attraverso cui è reso presente l’unico sacerdozio di Cristo.
L’essere e l’agire del vescovo, del sacerdote e del diacono hanno come finalità la salvezza eterna di tutti gli uomini.
