(Testo riprodotto a partire dalla diretta tenutasi nella Sala Stampa in Vaticano)
Intervento del cardinale Víctor Manuel Fernández prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede
Ciao a tutte e a tutti, tante grazie di essere qui, per noi è molto importante il vostro aiuto, così possiamo diffondere un po’ di più il senso preciso di questa decisione.
Le mie parole, anche se le pagine stampate verranno distribuite dopo, non costituiscono un documento ufficiale, includeranno alcune spiegazioni che non si possono mettere in un documento, che possono aiutare a cogliere meglio il senso della decisione presa.
Su alcuni dettagli di quanto dirò ci sono già state lunghe discussioni nel mondo, che potrebbero ancora continuare; io darò semplicemente la mia interpretazione di questi dati condivisa da tante altre persone che hanno studiato la questione.
Non ripeterò quello che dice la Nota che spero sia accuratamente letta perché questa presentazione e la Nota sono complementari.
Bene, conosciamo il parere negativo del Vescovo emerito di Mostar sugli eventi di Medjugorje; lui si è espresso molte volte e in maniere molto diverse, lui aveva il diritto e il dovere di farlo. Dato che non c’era un consenso pieno attorno alla sua visione, l’Episcopato dell’allora Jugoslavia ha creato una commissione come ha raccontato mons. Armando Matteo e ha rilasciato una dichiarazione restrittiva; a differenza dell’opinione precisa del vescovo, la dichiarazione dice solo che sulla base delle ricerche sin qui compiute, non è possibile affermare che si tratta di apparizioni soprannaturali e poi parla sulla cura pastorale. Infatti, il rapporto Ruini non contraddice queste conclusioni, va oltre, perché approfondisce le ricerche compiute sino a quel momento.
Questo rapporto non ha prodotto gli effetti che ci si aspettava per cui papa Benedetto XVI ha deciso di creare una commissione internazionale, la commissione Ruini. Questa commissione riguardo alla fase iniziale del fenomeno Medjugorje, ritiene, questo è testuale, le prime sette apparizioni tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981: i ragazzi, psichicamente sani, non sono stati influenzati da nessuno, e hanno concordemente attestato di vedere la Madonna che affidava a loro messaggi di conversione e di penitenza, cioè – conclude testualmente – la devozione sorta a Medjugorje ha un’origine soprannaturale e autentica.
E poi i risultati della votazione
constat supernaturalitate 13 voti,
1 constat de non supernaturalitate,
1 Nondum decernendum.
Riguardo alla soprannaturalità delle successive apparizioni il rapporto dice che nella fase successiva ci sono dei dubbi; si potrebbe pensare a un influsso esterno da parte di vari soggetti e le apparizioni diventano quasi programmate, annunciate, comunque solo due membri hanno espresso un giudizio constat de non supernaturalitate su queste successive apparizioni, gli altri non hanno dato né un giudizio constat de non né non constat ma non decernendum. Cioè questi dodici membri non si trovavano in condizione di emettere un giudizio chiaro e definitivo. Poi riguardo ai frutti del fenomeno:
effetti positivi, 5 voti,
effetti misti ma prevalentemente positivi 6 voti, quindi sono 11 voti con uno sguardo molto positivo sugli effetti e tre voti dicono effetti misti, che c’è una mescolanza.
Come sapete ci sono migliaia di gruppi legati a Medjugorje in tutto il mondo; in una piccola percentuale, soprattutto 5, 6 diocesi, si sono verificati problemi importanti. Ad esempio Scott Dale a Denver negli Stati Uniti, in Slovenia, e questi esempi impediscono di parlare di effetti soltanto positivi nel mondo, per questa ragione si parla di frutti misti. Poi l’opinione è maggiormente favorevole alla nomina di un’autorità dipendente dalla Santa Sede, quello che è successo e all’erezione di un santuario Pontificio.
Qual è stato l’atteggiamento dei Sommi Pontefici?
San Giovanni Paolo II
Come ha detto Armando era stata preannunciata una visita di Giovanni Paolo II che diverse volte ha espresso il desiderio di visitare Medjugorje e si è anche espresso positivamente su Medjugorje in alcune lettere private, confermate da diversi testimoni orali di persone che hanno incontrato il Papa, vescovi, cardinali, laici. Afferma ad esempio: «Ringrazio per quello che mi fa sapere su Medjugorje, anche io visito ogni giorno questo luogo quando prego».
E un’altra: «Purtroppo non sono mai stato a Medjugorje, anche se il mio sguardo è rivolto verso quel luogo». E poi con questa visione religiosa della storia che ha san Giovanni Paolo II dice: «Guardo verso quella parte e quanto di terribile oggi avviene nei Balcani non si può capire senza Medjugorje».
Benedetto XVI
Abbiamo un chiaro pensiero dell’allora cardinale Ratzinger proprio su Medjugorje, risalente all’85 che diceva il Prefetto della Congregazione: «Uno dei nostri criteri è separare, separare (guardate che questo non è stato accettato da alcuni) separare l’aspetto della vera o presunta soprannaturalità dell’apparizione dai frutti spirituali, separare queste due cose.
I pellegrinaggi della cristianità antica si dirigevano verso luoghi a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe talvolta perplesso, (anche su molte devozioni antichissime) ma ciò non toglie che quei pellegrinaggi fossero fruttuosi, benefici, importanti per la vita del popolo cristiano.
Il problema non è tanto quello della ipercritica moderna, ma quello di valutare la vitalità e l’ortodossia della vita religiosa che si sviluppa attorno a questi luoghi». Parole da studiare e da approfondire molto ricche, ma vedete che in questo brano il cardinal Ratzinger usa l’espressione attorno a; la vita che si sviluppa attorno a, più in là dell’origine soprannaturale o meno.
Nelle norme recentemente pubblicate, diciamo in mezzo a, in mezzo a, ma in definitiva è la stessa cosa, più in là dell’origine soprannaturale delle apparizioni o meno, la domanda è, cosa succede di fatto attorno a o in mezzo a Medjugorje; c’è una vitalità spirituale, c’è fede, c’è conversione, ci sono frutti positivi, si percepisce che Dio sta operando cose buone, che lo spirito agisce in mezzo a, attorno a, non diciamo a causa di, non diciamo attraverso, diciamo attorno o in mezzo a.
Papa Francesco
Quel criterio dell’allora cardinal Ratzinger è lo stesso di papa Francesco ed è quello che si applica in questa nota. La visione di papa Francesco è stata molto esplicita nel volo di ritorno da Fatima. Lì parla sulla Commissione Ruini e sul rapporto della Commissione Ruini. Qual è l’opinione del Santo Padre sul rapporto della Commissione Ruini dice: «Commissione di bravi, teologi, vescovi, cardinali, bravi, bravi, bravi. Il rapporto Ruini è molto, molto buono»; quella è l’opinione del Papa sul rapporto.
Poi dice: «La Congregazione della dottrina della fede ha giudicato opportuno inviare a ognuno dei membri della Congregazione anche cose che sembravano contro il rapporto Ruini». Il Papa dice: «Non mi è sembrato giusto, era come mettere all’asta il rapporto Ruini che era molto ben fatto»; questa è l’opinione del Papa sul rapporto Ruini. «Ma lì – dice Francesco – il nocciolo vero e proprio è il fatto spirituale, il fatto pastorale; la gente che va lì e si converte, la gente che incontra Dio, la gente che cambia vita, questo è il nocciolo». «E per questo – dice Papa Francesco – non c’è una bacchetta magica; questo fatto spirituale non si può negare. La bacchetta magica è l’espressione di papa Francesco per esprimere che è molto difficile dare una dichiarazione sull’origine soprannaturale di un fenomeno, no? Come se bisognasse avere una bacchetta magica per…
E il fatto storico è che è stato sempre molto difficile arrivare a quelle conclusioni. Bene, papa Francesco dice pure che ha nominato un inviato speciale per esaminare sul posto e poi dire una parola. Quando l’inviato, monsignor Hoser, è andato lì per esaminare la situazione a Medjugorje, vivendo lì, no? Sappiamo che le conclusioni del suo esame, dopo aver vissuto lì, sono state molto positive, ancora più positive del rapporto Ruini. Anni dopo l’attuale Visitatore, sua Eccellenza Monsignor Aldo Cavalli, anche se lui preferisce non dare un parere sulla soprannaturalità dei messaggi, ha avuto anche lui uno sguardo molto favorevole scaturito dalla sua esperienza maturata sul posto. Giorni fa, infatti ho parlato con lui, ho parlato al telefono a lungo, due volte e lui mi ha raccontato la sua vita quotidiana a Medjugorje, che secondo lui è un’oasi di pace e di fede dove Dio, attraverso la Regina della pace, fa tanto, tanto bene. Questo è il parere dell’attuale Visitatore, che abita lì.
Poi, come sappiamo, ci sono innumerevoli frutti positivi in tutto il mondo e poi nel 2019 sappiamo che c’è stata quella disposizione, si possono organizzare pellegrinaggi, non soltanto privati, non recarsi privatamente, ma organizzati dalle diocesi, dalle parrocchie.
Su questa scia si trova l’attuale Nihil obstat.
Quello che risalta nei pontefici è un atteggiamento di grande rispetto di fronte a una devozione tanto diffusa nel popolo di Dio in tutto il mondo. Un fenomeno spirituale che accade nel cuore del popolo; questo si guarda piuttosto che una conclusione sull’origine soprannaturale o meno del fenomeno. Si analizza il fenomeno che oggi possiamo constatare. E analizzando questo fenomeno che oggi possiamo constatare nel popolo di Dio si arriva a una conclusione pastorale.
Come sapete, il Nihil obstat quando si ammette riguardo a un evento spirituale, vuol dire che i fedeli sono autorizzati a dare a questo fenomeno in forma prudente la loro adesione.
I fedeli possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale. E si autorizza pure il culto pubblico, cioè si autorizza il culto pubblico a Maria, Regina della pace. Perché, a ogni modo, in mezzo a queste esperienze, non a causa dei presunti fenomeni, in mezzo a si sono verificati molti frutti positivi e non si avverte il pericolo che si siano ampiamente diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi.
Ci sono stati dei problemi, ma non si sono ampiamente diffusi nel popolo di Dio effetti rischiosi. Anche se il decreto viene emanato dal vescovo locale, e qua abbiamo ricevuto il decreto del vescovo in lingua croata, ecco il sigillo e la firma del vescovo, e questo è il decreto del vescovo locale; perché si vuole continuare con la tradizione che sia il vescovo del posto che faccia il decreto in questo caso di nulla osta. Ma anche se viene emanato dal vescovo, in questo caso che trascende la diocesi con una così grande diffusione mondiale, il dicastero si coinvolge in una maniera del tutto speciale, in dialogo col vescovo.
Guardate, tenendo conto della storia locale, i conflitti con i francescani, i problemi che ci sono stati lì, il vescovo esplicita che i preti della sua diocesi sono liberi per aderire o meno all’esperienza di Medjugorie. Su questo siamo d’accordo, bisogna rispettare quella storia locale, ma il decreto trascende la Diocesi. Infatti, al di là dei pellegrinaggi a Medjugorie, la devozione alla Regina della pace è diffusa dappertutto, in molte nazioni ci sono tantissimi gruppi di preghiera e devozione mariana ispirati all’esperienza spirituale di Medjugorie. Sono nate anche tante opere di carità, ma non è solo una spiritualità di gruppi ecclesiastici, è diventato un fenomeno popolare che non tiene conto tanto dei messaggi o delle discussioni sui veggenti, ciò che attira nel mondo è la Regina della pace, la presenza della sua immagine che offre pace e che si trova nei posti più diversi, sapete, in tanti piccoli paesi. Io me la sono trovata in America Latina, in diversi paesi, dappertutto, in campagna; ti trovi in una piccola montagna, lì una nicchia con l’immagine della Regina della pace. E devo confessare che quando io ero parroco in Argentina, avevo proposto ai fedeli di diversi quartieri di costruire delle nicchie, delle edicole con l’immagine della Madonna; la prima immagine che mi hanno proposto i fedeli è stata la Regina della pace. Solo una suora in quel momento aveva detto, ma è autorizzata? Il vescovo ha risposto, ma che male può fare da noi questa immagine? E così l’immagine è lì, ancora in quella nicchia, no? Beh, questo è un segreto che vi racconto qua.
I messaggi
I messaggi insieme ai frutti che sono stati menzionati nella nota, senza riferirsi all’origine soprannaturale, il dicastero ha dovuto analizzare i messaggi perché questo è un compito diretto del Dicastero. Bene, la maggior parte dei messaggi ha un bel contenuto che può stimolare i fedeli alla conversione, accrescere nell’incontro con Cristo ad essere costruttori di pace nel mondo. Con monsignor Armando, dicevano ma che bello questo messaggio, ce ne sono alcuni veramente molto belli; ripropongono, la maggior parte dei messaggi ripropongono con altre parole gli incoraggiamenti che provengono dal Vangelo. Te lo fanno con un linguaggio più vicino al linguaggio semplice dei nostri popoli. Noi abbiamo analizzato i messaggi pubblicati che si trovano in questa raccolta completa [il cardinale mostra la Raccolta completa dei messaggi, Editice Shalom]; ci sono anche sul sito web di Radio Maria Italia e parzialmente sul sito web di Medjugorje e questi sono i messaggi analizzati perché poi ce ne sono altri tantissimi privati che sono rimasti in un piccolo gruppo, che non sono per tutti i fedeli.
Ci sono, comunque, altri pochi messaggi che possono contenere frasi non precise da un punto di vista accademico, frasi non proprio da san Tommaso d’Aquino; ad esempio giorni fa parlavamo in dicastero di un messaggio dove si dice che i defunti provano gioia quando si offre la Messa per loro; i defunti provano gioia quando si offre la messa per loro. Si tratta di un linguaggio popolare, poetico, esistenziale, non prettamente teologico. Ma se un teologo con una lente d’ingrandimento lo analizza, arriva a dire che questo è un errore. Perché? Perché sarebbe affermare che non c’è alcun condannato o, direbbe un teologo, non si può parlare di gioia se sono nel Purgatorio, no? Allora se ci mettiamo analizzare con questi criteri accademici alcuni messaggi come questo cadono, no? Ma è un altro linguaggio che alla fine trasmette una convinzione molto cattolica, perché non sono i protestanti a dire che bisogna pregare per i defunti, siamo noi i cattolici, no? È che questo atto di carità vale più della nostra tristezza e delle nostre depressioni per le loro morti, preghiamo per loro.
D’altra parte bisogna ricordare che quando ci sono esperienze spirituali di diverso tipo non c’è un dettato, non c’è un dettato, cioè la persona percepisce un contenuto e fa lo sforzo di ricordarlo e poi di esprimerlo come meglio possibile, e può darsi che non trovi le parole più adatte. Allora ciò significa che i presunti messaggi non si devono leggere come se fossero un testo magisteriale o un catechismo, si deve cogliere il nocciolo, il pensiero profondo che sta dietro all’imperfezione delle parole. Per di più, la nota ricorda un principio decisivo, quando si riconosce l’azione dello Spirito in mezzo a un’esperienza spirituale. Ciò non significa che tutto quello che appartiene a quell’esperienza sia esente da ogni imperfezione, imprecisione o possibile confusione. Quello lo dicono chiaramente le nostre norme: a volte appaiono con essi ad esperienze umane confuse, espressioni imprecise, eccetera eccetera, anche a qualche errore d’ordine naturale.
Bene, dopo lo studio della Commissione della Conferenza Episcopale Jugoslava, il segretario Vescovo della Commissione riconosceva che anche se alcuni messaggi potevano essere erronei, confusi o senza significato, la maggior parte di questi messaggi attua l’insegnamento del Vangelo della Chiesa. E poi dice: «Come tali sono il fondamento del suo rinnovamento e della prosperità di tanti fedeli». Queste parole sono riportate pure dal Nunzio a novembre 1990. Qualcuno potrà ancora contestare questa scelta di dare un nulla osta generale ai testi, dicendo che ci sono tanti testi dottrinalmente chiarissimi che si possono leggere, ma perché leggere questi messaggi poco precisi, non è meglio proibirli? Ma se facciamo così non resterebbe molto da leggere neanche tra gli autori spirituali più noti, o resterebbe solo un genere di testi molto precisi, ma con un grande impoverimento dell’ampia ricchezza spirituale della Chiesa. Guardate che si dovrebbero proibire ad esempio testi di santa Caterina da Siena, di santa Teresa di Lisieux, addirittura di san Giovanni della Croce. Vi volgo esempi, nel poema Fiamma d’amor viva di san Giovanni della Croce, che io ammiro, seguite il ragionamento dice testualmente: «Il centro e il fondo della mia anima è la più pura e intima sostanza di essa, il centro e la sostanza intima dell’anima». Ma poi dice: «L’infinito centro della sostanza dell’anima». Abbiamo già un problema, dire che il centro dell’anima è infinito. Ma poi dice una cosa ancora più problematica, testualmente, questo centro dell’anima è Dio, questo centro, questa sostanza dell’anima è Dio. Se non si interpretano adeguatamente, questi testi del Santo dottore, fanno pensare che la sostanza dell’anima è Dio stesso, no. Vi sembra un linguaggio preciso che non potrebbe produrre confusioni?
Un altro esempio. Santa Teresina, testuale: «Non faccio affidamento sui miei meriti, visto che non ne ho nessuno (non ne ho nessuno, nessun merito), spero in colui che è la virtù e la santità. Lui mi eleverà fino a lui, mi coprirà dei suoi meriti infiniti». Questo linguaggio così è luterano, così isolato dal contesto, no?
Perché guardate cosa dice il Concilio di Trento: «Se qualcuno affermasse che i giusti non devono aspettare l’eterna retribuzione come ricompensa per le buone opere, sia anatema».
Un altro testo di Trento: «Se qualcuno dice che le buone opere del giustificato sono doni di Dio in tal modo che non sono anche buoni meriti dell’uomo giustificato, sia anatema». Guardate che questa frase di santa Teresina cade sotto queste condanne, se non la interpretiamo bene nel suo contesto che è spiegato nella lettera apostolica del papa Francesco.
Quando santa Teresina, infatti, è stata proposta come dottore della Chiesa, alcuni erano contrari, dicevano che era luterana. Non sono mancati, infatti, alcuni fanatici che hanno proposto di proibire che i fedeli leggessero questi autori spirituali. E, sia san Giovanni della Croce che santa Teresina avevano avuto una lunga formazione in convento, a differenza di quei ragazzini di Medjugorje che di formazione ne avevano avuta veramente poco o niente. Ma il linguaggio mistico punta a trasmettere ai cuori il desiderio di Dio, la voglia di fidarsi pienamente di lui, la capacità di dimenticare sé stessi davanti alla sua gloria infinita. E così riescono ad attirare tante persone in un cammino di maturazione spirituale. Il loro linguaggio, quello più simbolico e sintetico, punta a questo, e tante volte è molto più efficace per questo scopo della somma teologica.
Bene, nell’esperienza spirituale dei presunti veggenti di Medjugorje, sia che abbia o meno un’origine soprannaturale diretta, possiamo pensare anzitutto che c’è un vissuto interno che tenta di tradursi in parole, con i pochi elementi che avevano ricevuto nella catechesi.
La domanda è piuttosto: a che ci stimolano questi testi? Con il loro linguaggio esistenziale, attirano molte persone che ne ricavano uno stimolo per la loro vita. Allora, quando hanno detto che i morti gioiscono, quando offriamo la Messa per loro, ci chiamano a un gesto di misericordia verso i defunti e ad avere una profonda fiducia nel valore della Messa; questo è molto cattolico in un mondo che non crede a niente, un mondo chiuso nell’immanenza.
Anche se un teologo con la lente d’ingrandimento potrebbe dire che sono parole poco precise o addirittura errori. Allora? Noi adesso accogliamo questi messaggi, quelli pubblicati nel volume, non come rivelazioni private perché non abbiamo una certezza che siano messaggi della Madonna, li accogliamo come testi edificanti, soltanto come testi edificanti che possono stimolare una bella esperienza spirituale. Ma su questo punto la Nota del dicastero insiste su un altro principio: i messaggi vanno accolti e valutati nel loro insieme, nel loro insieme. E proprio in questa visione di insieme che i testi meno chiari diventano più chiari, allora, più che i dettagli contano le grandi esortazioni che appaiono nell’insieme.
Andiamo avanti. Allora, cosa possiamo sottolineare come aspetti centrali specifici di questa esperienza di Medjugorje? In primo luogo la proposta di pace, la cui figura simbolica è la Madre, la Regina della pace, è la grande proposta di Medjugorje.
«Cari figli, mi sono presentata come Regina della pace. Voglio aiutarvi affinché avvenga la pace; amatevi, siate fratelli, evitate ogni litigio. Vi voglio invitare al perdono, figli miei, questo amore che ci permette di portare la pace nel mondo, implica pure di amare quelli che non sono cattolici».
Perché è importante questo punto, amare anche quelli che non sono cattolici? Si comprende nel contesto ecumenico e interreligioso della Bosnia Erzegovina, segnato da una terribile guerra con forti componenti religiose. Guardate che adesso la storia si ripete, nell’Ucraina, no, le componenti religiosi, ma in quel tempo era ancora peggio.
Dicono alcuni dei messaggi: «Sulla terra siete divisi, ma tutti siete figli miei, musulmani, ortodossi, cattolici. Siete tutti figli miei. Ciò non significa che tutte le religioni siano uguali davanti a Dio. Occhio, qua, è chiaro. Non significa che tutte le religioni siano uguali davanti a Dio. Non c’è un sincretismo, un relativismo, ma gli uomini sì, sono tutti amati da Dio, non basta appartenere alla Chiesa cattolica per essere salvati, occorre compiere la volontà di Dio. Voi non siete veri cristiani se non rispettate i fratelli che appartengono alle altre religioni».
Come non richiamare una pace tra le religioni nel contesto di una guerra fortemente segnata dalle diverse identità religiose?
Nei messaggi appare, poi, un costante invito ad abbandonare uno stile di vita mondano, con frequenti richiami alle conversioni. Questo appare come il tema centrale in realtà, lo dice uno dei messaggi: «Oggi vi invito alla conversione; questo è il messaggio più importante che vi ho dato qui». L’invito alle conversioni.
Al tempo stesso emerge un’insistente esortazione a non sottovalutare la gravità del male e del peccato, la chiamata a lottare contro il male e persino contro l’influsso di Satana, senza spaventarsi delle prove. Ad esempio: «Voi avete permesso senza accorgervene che Satana prendesse il sopravvento in voi, che vi dominasse, non cedete figli miei. Guardatevi intorno questo mondo, venite alla casa del padre vostro, non guardate con disprezzo i poveri, eccetera eccetera, figli, avete dimenticato tutto questo, in ciò ha contribuito anche Satana; non cedete».
C’è pure un invito costante alla preghiera nelle sue diverse forme, ma sempre unita all’amore fraterno. E su questo punto dice: «L’amore fraterno è l’unica verità, è quella che mio Figlio vi ha lasciato, non dovete esaminarla molto. Vi è chiesto di amare e di dare».
Poi ci sono pressanti inviti alla testimonianza personale, cioè non una devozione privata, chiusa nel proprio cuore, ma aperta al mondo e alla testimonianza nel cuore del mondo: «Apostoli del mio amore, figli miei, siate come raggi di sole che col calore di mio Figlio riscaldano tutto attorno a loro. Al mondo servono apostoli d’amore».
Questo è un riassunto, perché nella Nota trovate un’analisi un po’ più completa dei messaggi.
Ma adesso ci sono aspetti da considerare con cura.
Abbiamo detto precedentemente che in queste esperienze spirituali c’è di solito una mescolanza tra quello che potrebbe venire da Dio e cose che possono venire dai desideri, dalle storie vissute, dalla formazione ricevuta, dalla cultura dei presunti veggenti.
A ben riflettere, ciò accade anche nella Bibbia, che non è un dettato parola per parola, come dicevamo; bisogna discernere quello è che cultura, quello che è messaggio divino. A maggior ragione questo accade in queste esperienze spirituali che cerchiamo di discernere, a maggior ragione. La domanda allora è: quali sarebbero i punti deboli in questi messaggi di Medjugorje? Per alcuni è molto problematica la frequenza dei messaggi, che in realtà molti messaggi non aggiungono niente, e a volte insistono troppo sulla necessità di ascoltare, ascoltate i messaggi, accogliete i miei messaggi, vivete i miei messaggi; alle volte stanca un po’.
La Vergine parla pure dei suoi piani di salvezza, i miei piani che debbono essere accolti come se avesse dei piani diversi da quelli di Dio; questo confonde, questo è un pericolo di creare una dipendenza eccessiva rispetto alle apparizioni e ai messaggi. Questo è vero, è un rischio, ma colpisce il fatto che diversi messaggi di Medjugorje ci avvertono di non cadere proprio in questo rischio, e qua torniamo al principio, bisogna guardare l’insieme.
Ad esempio, ascoltate: «Non andate in cerca di cose straordinarie, piuttosto prendete il Vangelo, leggete il Vangelo e tutto vi sarà chiaro». La stessa Madonna allora direbbe, non cercate cose straordinarie, andate a leggere il Vangelo. Un altro messaggio: «Perché fate tante domande?», perché domandavano delle cose alla Madonna: «Perché fate tante domande: ogni risposta è nel Vangelo». Un altro messaggio: «Non credete alle voci menzognere, che vi parlano di cose false, di una falsa luce, voi tornate alla Scrittura». Un altro messaggio dice: «Voi cercate segni e messaggi», cercate segni e messaggi.
Sapete che c’erano delle persone che andavano lì a Medjugorje a trovare i veggenti, a vedere se dicevano qualche messaggio; ma qua dice: «Voi cercate i segni e i messaggi. Non vedete che Dio vi invita con il sorgere del sole al mattino, che voi vi convertiate e ritorniate sul cammino della salvezza? Non vedete che i campi di grano vi parlano della misericordia di Dio? Dio vi manda messaggi attraverso gli uomini, attraverso la natura, attraverso molte altre cose che vi possono aiutare a cambiare direzione». Guardate la stessa Madonna nei messaggi dice, non dare tanta retta a questi messaggi.
Un’altra idea simile: «Io vi sono più vicina durante la Messa che durante l’apparizione. Molti pellegrini vogliono essere presenti nella stanzetta delle apparizioni e si accalcano lì. Quando si spingeranno davanti al tabernacolo, come fanno davanti a questa canonica, avranno capito tutto: fare la Comunione è più che essere un veggente». E questo lo dicono gli stessi messaggi, guardate.
E poi: «Voi chiedete un segno, ma voi stessi dovete essere un segno per gli altri (la chiamata alla testimonianza). Finalmente, cari figli, io vi parlo come madre con parole semplici. Mio Figlio invece, Lui vi parla con parole di vita e semina amore nei cuori aperti». «Queste mie parole sono semplici, invece mio Figlio parla con parole di vita».
Questi messaggi che ho letto sono da tenere in speciale considerazione, perché illuminano, illuminano l’atteggiamento che bisogna avere di fronte all’insieme dei messaggi.
Sembra, da un punto di vista fenomenologico, che nell’insieme dei messaggi si mescolino questi inviti preziosi che hanno profumo di Vangelo, con i comprensibili desideri dei presunti veggenti che sperano che questi appelli vengano ascoltati.
Ecco perché, nello stesso momento in cui appare l’insistenza schiacciante nell’ascoltare i messaggi, sembra che la Madre del cielo si sia fatta strada in mezzo dicendo: «Non soffermatevi su questi messaggi, leggete il Vangelo. Non concentratevi tanto su queste cose straordinarie, cercate Cristo nella Bibbia e nell’Eucaristia».
Di conseguenza il problema che eventualmente si pone viene risolto all’interno dello stesso insieme dei messaggi. In questo caso, come in quello di Villa Guardia, e in altri, nello stesso insieme dei messaggi, se si trova un chiarimento, cioè all’interno, all’interno.
E i messaggi nella maggior parte esprimono in parole esistenziali e semplici il Vangelo stesso. Quando la Madonna dice: «Ascoltatemi», che cosa deve essere ascoltato? L’invito a cercare Dio, l’invito a cercare l’amore di Gesù Cristo, l’invito a cercare la pace. Così lo dicono alcuni messaggi chiaramente: «Io sono qui con voi per insegnarvi e avvicinarvi all’amore di Dio. Attraverso la preghiera incontratevi con mio Figlio affinché egli vi conceda la forza, affinché egli vi conceda la grazia». Non dice, io vi do la grazia di Cristo; no, dice, andate da Cristo affinché egli vi conceda la grazia. Un altro testo molto importante dice così: «Io non dispongo direttamente delle grazie divine». Io non dispongo direttamente delle grazie divine; guardate che questo anche corregge una visione un po’ diffusa anche fuori Medjugorje, che la Madonna è una specie di contenitore universale della grazia di Cristo e che è lei che ci dà la grazia. Invece questo messaggio dice, io non dispongo direttamente delle grazie divine. Un altro messaggio dice: «In questi anni in cui sono stata insieme a voi, il mio dito è rivolto verso mio Figlio». Il mio dito è rivolto verso mio Figlio.
Pertanto, quello che conta è essere attenti a ciò che l’insieme delle manifestazioni di Medjugorje ci ricorda circa il Vangelo.
Ma questa insistenza nell’ascoltare i messaggi diventa problematica in alcuni messaggi in cui la Madonna dà degli ordini, circa date, posti, aspetti pratici. Forse non tanto in questi che sono stati pubblicati, ma in quelli più privati; ma la Madonna dà questi ordini, date, posti, aspetti pratici, questioni ordinarie e queste cose si devono discernere in comunità. Queste cose le decide il parroco col Consiglio pastorale, con l’Assemblea parrocchiale; non deve la Madonna dire a che ora si deve celebrare la Messa, che facciamo questo avvento, no? E questo è il modello della Madonna postino che papa Francesco rifiuta chiaramente.
Ad esempio quando dice in che giorno si deve festeggiare la memoria della nascita di Maria, il compleanno di Maria, questo è un messaggio molto criticato, certamente: «Il 5 agosto prossimo si celebri il secondo millennio della mia nascita; preparatevi con tre giorni», eccetera. Grazie a Dio questi messaggi, questo tipo di messaggi non sono frequenti, molti non sono stati nemmeno pubblicati; si spiegano solo a partire dai desideri personali dei presunti veggenti.
È ben ragionevole che i fedeli facendo uso della prudenza, del buon senso, non prendano sul serio questo tipo di messaggi, questi dettagli, perché nelle esperienze spirituali di questo tipo si mescolano gli elementi edificanti e altri che sono o non autentici, o dubbiosi, o problematici.
Pareri negativi. Ombre su Medjugorje
Questo che vi ho accennato è uno degli argomenti utilizzati da coloro che hanno detto che il fenomeno di Medjugorje è falso o persino che è dannoso; qualcuno ha detto che è demoniaco. Rispetto a questi pareri negativi, il Dicastero per la dottrina della fede agli inizi del pontificato di papa Francesco si era manifestato contrario al rapporto Ruini, basandosi soprattutto sul parere di due persone che hanno fatto uno studio e che si orientavano su un’origine demoniaca del fenomeno Medjugorje. Una posizione molto estrema, no?
Tra i commenti che sostengono un parere negativo, non soltanto questo ma quello di altre persone, possiamo ricordare alcuni di questi commenti, anche se non sono importanti nella definizione di un nulla osta sul fenomeno attuale; comunque li ricordiamo.
Alcuni indicavano che la vita dei ragazzi non era esemplare; lo dicevano raccontando alcuni esempi, dettagli come il fatto che nel momento della prima apparizione una delle ragazze fumava, era andata a fumare e si insinuava il dubbio che aveva rubato le sigarette al padre. Vi sembra un po’ banale, ma è un punto che è stato ripetuto, lo trovate su internet, tante volte.
Si sottolineava pure il fatto che i ragazzi hanno riconosciuto due volte di aver mentito: una volta per non far conoscere un messaggio che si considerava riservato e un’altra volta sotto pressione del padre Vlasic. Anche quello è un momento dove si può riconoscere, in quel momento c’è stata una pressione del padre Vlasic e una dei veggenti ha riconosciuto dopo questo fatto, spiegando, era piccola, era il sacerdote, avevo paura di non rispettarlo, ma l’ha riconosciuto.
Alcuni sottolineano l’assenza delle virtù eroiche; ma scusate, non è detto che le persone che ricevono doni carismatici o messaggi debbano avere le virtù in grado eroico. Questo è richiesto per canonizzarli, per beatificarli, non è un criterio per riconoscere come autentici o meno, presunti fenomeni soprannaturali. Perché ambedue queste cose vanno separate; seppure, nel caso in cui ci fosse una dichiarazione di origine soprannaturale, che non c’è in questo caso, seppure ci fosse una dichiarazione dell’origine soprannaturale, questo non offre alcuna sicurezza sulla santità delle persone coinvolte, degli asseriti veggenti. No, sono due cose diverse, lo dicono anche le nostre norme.
Quando si riconosce un’azione dello Spirito per il bene del popolo di Dio, in mezzo a un’esperienza spirituale, i doni carismatici, chiamati gratiae gratis datae, che possono essere collegati ad essa, non esigono la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire.
I carismi sono gratiae gratis datae, non sono gratia gratum facis. La grazia santificante, gratum facis non può coesistere con un peccato grave; la gratiae gratis datae sì. Allora il fatto è che se una persona ha un carisma, ad esempio, un carisma di guarigione, può peccare gravemente e continua a guarire, continua a curare; il carisma, continua ad essere presente e attivo. Certo è che in alcuni casi, per prudenza, la chiesa può proibire l’esercizio di un carisma, anche essendo vero, perché esiste un rischio di scandalo o un uso inadeguato del carisma e per questa ragione lo può proibire.
Bene, un’altra critica è stata molto ripetuta, che nessuno dei veggenti sia diventato prete o suora; ma queste esperienze non sono necessariamente collegate alla vita religiosa. È stato criticato anche il fatto che a volte la Vergine annuncia le apparizioni; ma sapete che questo è accaduto anche in altri casi, no? Persino a Fatima diceva in questo posto, a quell’ora.
È stato detto pure che ci sono messaggi contraddittori o non ortodossi, già abbiamo parlato su questo punto, ma si denunciava un sincretismo religioso, che la Madonna avrebbe detto che tutte le religioni sono uguali – e criticano il Papa in questi giorni; tuttavia, i messaggi dicono: «Ciò non significa che tutte le religioni siano uguali davanti a Dio. Tutti sono amati da Dio, ma non significa che tutte le religioni siano uguali», è chiaro che non c’è qua un relativismo.
Un altro punto importante è che agli inizi di questi fenomeni ci sono stati sacerdoti non esemplari, persino grandi peccatori, vicini ai presunti veggenti. Il caso più importante è il padre Vlasic, grande propagandista di Medjugorje che poi è stato dimesso, soprattutto per disobbedienza e anche per peccati contro il sesto comandamento. Era un uomo con molti problemi e confusioni; le sue mancanze morali o sessuali non coinvolgevano i presunti veggenti, ma altre persone, soprattutto in Italia. Non si trattava precisamente di un direttore spirituale e di fatto un’altra delle critiche è che questi ragazzi non avevano né avevano avuto una vera e propria direzione spirituale, un vero e proprio accompagnamento spirituale che potesse illuminarli, guidarli, farli maturare. Questo padre Vlasic non era all’inizio, c’era il padre Jozo Zovko a Medjugorje, che nei giorni delle prime apparizioni non era a Medjugorje, era fuori; allora i ragazzi erano soli, non c’era un prete in quei giorni delle prime apparizioni.
Poi è tornato il padre Jozo ha trovato questo e non capiva niente, all’inizio non credeva neppure. Poi quando padre Zovko è andato via – sapete poi che è stato anche preso, è stato anche in carcere per il governo comunista, per i problemi di quel tempo. Dopo padre Zovko è apparso padre Vlasic, che era molto attivo nel diffondere le apparizioni.
Non è altrettanto vero che i ragazzi fossero molto attaccati a lui e tentavano di scappare via, un po’ perché lui aveva certe caratteristiche. Ma il punto importante è che le prime apparizioni succedono quando non c’era alcun prete nel paese e sono continuate con lo stesso stile anche quando loro non c’erano più. È vero che i francescani proteggevano i ragazzi dalla persecuzione del governo comunista di quel tempo. Sapete anche che due francescani sono stati dimessi, ma dopo riabilitati.
La situazione di questi francescani è diversa e complessa, alcuni puri hanno fatto un mea culpa per non avere accompagnato meglio questi ragazzi, per averli lasciati un po’ soli in una situazione che li superava; ma il punto più scuro e triste è invece questo, il punto più oscuro e triste è il lungo conflitto fra i francescani ribelli, compresi quelli di Medjugorje e altri, e i vescovi. Questo va oltre Medjugorje, incomincia molto prima, soprattutto nell’anno 1975, con un decreto della Santa Sede dove chiede loro di lasciare il posto ai preti diocesani. E questo problema allora è abbastanza vecchio, non è successo a causa di Medjugorje, è precedente e continua dopo, continua fino a oggi. E i francescani ribelli in questo momento non sono per niente legati a Medjugorje. Francescani ancora ribelli che sono un vero problema, non sono per niente legati a Medjugorje. Questo me l’ha confermato il vescovo di Mostar, il Nunzio apostolico e il Visitatore apostolico.
Questo problema è acqua passata, diciamo; ma in questo contesto è cruciale chiarire che questo nihil obstat alla devozione verso Maria Regina della pace, non implica per niente né da lontano, una specie di vittoria dei francescani ribelli che si sono messi fuori dalla comunione con la Chiesa e che dovrebbero risolvere con un atteggiamento di umiltà questa situazione veramente brutta.
D’altra parte, alcuni ripetono commenti che sono apparsi nei social senza alcuna conferma; su una delle veggenti si diceva che aveva comprato un intero edificio molto costoso, ma la realtà era che aveva comprato solo un appartamento dove lei viveva. E così si ripetono tanti avrebbe, sarebbe… su dettagli che non si possono confermare chiaramente.
Comunque, anche se ci fosse una vera azione divina in queste presunte apparizioni, anche se ci fosse che non c’è, una dichiarazione di soprannaturalità, i veggenti non diventano impeccabili, potevano e possono peccare gravemente. Allora ci si chiede, potrebbero peccare in futuro? Certo che sì. E che facciamo? Tutto questo non farà sì che le cose buone di Medjugorje diventino cattive o demoniache. E la Regina della pace continuerà a fare del bene, il culto pubblico a Maria Regina della pace, continuerà.
Certamente se ci fosse uno scandalo, un fatto pubblico che possa confondere i fedeli, ci vorrà un intervento sia del Visitatore apostolico che ha l’autorità per agire, sia dei Vescovi delle diocesi coinvolte, sia da parte del Dicastero.
Il nihil obstat non risolve tutto per il futuro, è aperto agli sviluppi nel tempo e nello spazio, e tenete conto che in questo caso si tratta di persone sposate, con figli, gente che lavora nella società. I presunti veggenti vivono in mezzo al mondo, sottoposti a tentazioni come tutti gli altri e non protetti dal contesto religioso di un convento; sono deboli come tutti, sono esposti come tutti. E, come hanno riconosciuto alcuni, sono stati pure un po’ lasciati da soli in una situazione che li superava. Comunque rimarrà sempre ferma l’autorizzazione del culto pubblico a Maria, Regina della pace.
Un contesto diverso
Ad ogni modo, tutte queste cose che sono state commentate per anni si collocano oggi in un altro contesto: perché non riflettiamo sull’origine soprannaturale? Quelle obiezioni potrebbero avere maggiore importanza se ci fosse una dichiarazione di soprannaturalità. Ma hanno un’importanza minore in quanto ciò che si valuta è il fenomeno spirituale attuale, soprattutto i frutti presenti, l’opera che lo Spirito Santo compie in questo tempo in mezzo a, attorno a questo fenomeno. Se non dico a causa di, non ho bisogno di una certezza morale sull’origine soprannaturale, se dico che lo Spirito Santo fa cose buone attorno a, in mezzo a, non è necessaria quella stessa certezza, ma soltanto elementi positivi, concreti e oggettivi circa la situazione attuale.
Continuiamo quindi a parlare di presunti eventi soprannaturali, di presunti messaggi soprannaturali. Ma allo stesso tempo riconoscendo che lo Spirito opera molto bene in questa devozione alla Regina della pace, in mezzo ai pellegrinaggi, in mezzo agli incontri di preghiera, in mezzo alle altre azioni pastorali svolte in connessione con questa devozione. E lo Spirito Santo vuole approfittare di questa occasione in cui i fedeli si sentono radunati, per operare in loro tante cose buone. La Chiesa, dando questo nihil obstat e approvando il culto pubblico di Nostra Signora della Pace, esprime che non vuole lasciare soli questi fedeli.
Il futuro
Cosa accadrà dopo, se ci saranno messaggi futuri?
Qualora vi fossero, dovranno essere valutati e approvati per la loro pubblicazione.
I messaggi eventuali futuri dovranno essere approvati e fin quando non siano approvati, si sconsiglia ai fedeli di considerarli come testi edificanti.
Questo implica un rischio futuro? Certo che lo è. Per questo al Visitatore è data l’autorità di prendere decisioni, anche in dialogo col Dicastero.
Potrebbero esserci errori nei nuovi messaggi? Certo, è possibile, ma potrebbe esserci anche imprudenza. Imprudenza perché sarebbe comunicare cose come se venissero dalla Madonna, senza un adeguato discernimento. Su che cosa? Sulla convenienza di farlo pubblico, sull’opportunità.
La domanda è: è possibile tacere se la Madonna mi dà un messaggio? Certo che è possibile; quello che è accaduto nei segreti di Fatima. Pensate pure che il Papa ha il carisma dell’infallibilità, potrebbe usarlo ogni settimana, così è tutto più chiaro, no?
E perché non lo usa? Perché non lo considera conveniente o prudente.
Ricordiamo un dettaglio, quando san Paolo parlava dei doni carismatici, nella prima Corinzi 14, spiegava che questi carismi non operano automaticamente o forzatamente e dice così: «Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti, perché Dio non è un Dio di confusione». Cioè, ti dice, avete questo carisma che funziona ma è sottoposto a te, al tuo discernimento, non è che ti viene e lo devi far pubblico, eh? Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti, si deve discernere. Lo stesso san Paolo, che era convinto della sua missione, si recò a Gerusalemme per consultare gli Apostoli; lui era sicurissimo, ma dice, meglio che vado a Gerusalemme a consultare per sapere con certezza, se non corressi o non avessi corso invano. Diceva io sono sicuro, ma non sarà che sto correndo invano, che questo non è vero? Sulle questioni più importanti per il bene della Chiesa non possiamo discernere senza la guida delle autorità. Perciò la Madonna non comanda che qualcosa venga comunicato subito, non ci usa come burattini o come strumenti morti; lascia lo spazio a un discernimento nostro, personale ed ecclesiale, per vedere conviene adesso, conviene dopo, non conviene.
Il discernimento del Visitatore dovrà accompagnare e misurare l’opportunità.
Non abbiamo una Madonna postina come dice papa Francesco.
In ogni caso, come ha notato il Visitatore, la grande maggioranza di pellegrini non va a Medjugorje per cercare i veggenti, di ascoltarli; va per cercare la forza, la pace interiore e la grazia di essere più santi, va perché trovano lì un luogo di pace che fa molto bene.
Ma Medjugorje è anche gioia, la spiritualità di Medjugorje è gioiosa e festiva.
Vedete questi messaggi: «Desidero introdurvi nella gioia della vita, che qualcuno di voi scopra la gioia e l’amore che si trovano solo in Dio. Ringraziate Dio per tutti i doni che avete scoperto nella vita, anche per il dono più piccolo. Io rendo grazie insieme a voi e desidero che sentiate la gioia. Desidero che ognuno di voi sia felice qui sulla terra, Dio che è amore e libertà».
E finalmente a Medjugorje è anche chiaro che siamo chiamati a una vita senza confini, in tanti messaggi si risveglia il desiderio del Paradiso, la ricerca del senso ultimo della vita: «Cari figli, nel nostro cuore e nel vostro cuore nascerà il desiderio del cielo. Non dimenticate che siete pellegrini sulla strada verso l’eternità. Siete come un fiore in un campo. Desidero che ognuno di voi si innamori della vita eterna, che è il vostro futuro».
Queste parole possono essere una combinazione di desideri umani e di emozioni divine. Ma non si possono collegare con le forze del male. Dio, nei suoi misteriosi disegni, anche in mezzo alle imperfezioni umane, ha trovato in Medjugorie un modo di far scorrere un fiume di bene e di bellezza. E probabilmente continuerà ad essere così. Grazie.
Intervento di Matteo Bruni
Grazie a Lei, Eminenza, grazie per la sua relazione su questa decisione così attesa in tutta anche la complessità dei suoi vari aspetti e sappiamo che risponde anche, per questo anche è così corposa, a tante delle questioni che sono nate in queste in questi anni. Penso a quello che lei diceva sulla natura e la modalità dei messaggi, sulla necessità di una lettura complessiva e di una lettura contestualizzata. E grazie anche per averci fatto conoscere meglio l’esperienza di Medjugorje che anche a quei giornalisti che magari la conoscevano di meno. E chiederei ora ad Andrea Tornielli di aiutarci proprio in questo, una comprensione maggiore del fenomeno della devozione diffusa attorno a Medjugorje e darei a lui la parola grazie Andrea di essere qui.
Intervento di Andrea Tornielli
Molto brevemente, poi trovate tutti i dati che non dico adesso tutti li trovate li trovate nel testo. Innanzitutto le presenze, generalmente si parla di un milione di presenze l’anno, anche se nell’agosto 2019 monsignor Hoser disse che la cifra dei pellegrini è attorno a tre milioni di persone l’anno. E interessante lui diceva, è difficile spiegare che cosa li attira, e poi però citava l’adorazione eucaristica, la meditazione della Parola di Dio, il sacramento della Confessione che è tipico di Medjugorje.
Comunque, al di là delle diverse stime, è innegabile che c’è un fiume umano di pellegrini che arrivano da ogni parte del mondo, anche se in particolare da Italia e Polonia. Ci sono dei dati statistici interessanti, però. Innanzitutto il numero delle comunioni, delle particole che sono state distribuite e nei luoghi a Medjugorje, nella parrocchia, e nei luoghi legati all’apparizione; che da gennaio 1985 a giugno 2024 sono state 47.413.740. Ecco, questo ci dà, solo con questo dato ci dà un’idea di quante siano le persone che sono andate lì.
Mentre, per quanto riguarda il numero dei sacerdoti che hanno concelebrato a Medjugorje dal dicembre dell’86 al giugno del ‘24 di giugno di quest’anno, il numero di 1.060.799. Non vuol dire questo, che sono tutti singole persone, un milione di sacerdoti, perché Medjugorje ha la caratteristica di essere un luogo di pellegrinaggi ripetuti, cioè di persone che vanno più volte, alcuni una volta all’anno; ci sono sacerdoti che ci vanno una volta all’anno, anche due volte l’anno, e dunque ogni volta che vanno concelebrano, più che non è un numero assoluto, però ci parla della quantità di persone. Il dato dello scorso mese di agosto: le comunioni distribuite sono state 325.000 e il numero dei sacerdoti concelebranti 9.582, cioè 309 al giorno, e questo dà un’idea della quantità di persone.
Per quanto riguarda la tipologia dei pellegrini, l’unico studio scientifico che esiste è un libro curato da un sociologo dell’Università Cattolica di Milano, Luca Pesenti, la sua ricerca è pubblicata nel volume La mia vita è cambiata a Medjugorje, curato da Gerolamo Fazzini, edizione Ares. In questo libro Pesenti non nasconde la sua freddezza nei confronti del fenomeno; lui ha analizzato un campione di più di 1.000 questionari che sono stati compilati dai pellegrini che sono andati a Medjugorie attraverso la Rusconi viaggi che è un’agenzia milanese, che ha portato a Medjugorje, tra l’aprile e l’ottobre 2015, pellegrini in autobus o in treno. E qui è interessante perché il 38%, cioè il dato più alto, la motivazione che spinge ad andare è cercare un conforto spirituale, il 23% la richiesta di grazie per sé o per altri, l’11% ringraziamento per grazie ricevute, fino al 17,7% per una necessità di contatto con il sacro.
Il dato interessante sui ritorni, quasi la metà del campione, 48,8%, era già stato in precedenza a Medjugorje, e poi tutti i dati li trovate.
E l’ultima cosa che volevo dire è una piccolissima testimonianza personale, io sono andato a Medjugorie una sola volta, nel 2011 e ho voluto fare il pellegrinaggio andando in pullman, non in aereo, con un gruppo di pellegrini. Devo dire che mi hanno colpito due cose, la prima era che la sera, non era un periodo di grandissima affluenza di pellegrinaggi, ma la sera nella parrocchia, nel momento dell’adorazione eucaristica non si trovavano 10 cm² per potersi inginocchiare; dunque una presenza di gente che era lì ad adorare e a pregare.
E la seconda che, pur avendo io incontrato una delle veggenti, cercato di seguire la storia dei messaggi e dei segreti ho potuto in quell’occasione, conoscere alcune delle persone coetanei dei veggenti, ma che non avevano avuto nessuna, non dicevano di aver avuto nessuna rivelazione, non avevano partecipato a nessun evento strano o di origini soprannaturali, e mi aveva colpito il fatto che loro, raccontando le esperienze vissute al tempo della guerra, mostravano una capacità di perdono nei confronti dei vicini di casa che gli avevano magari ammazzato i parenti, che era una cosa dell’altro mondo. E devo dire che questa è una cosa profondamente evangelica. Ora queste persone avevano partecipato solo per il fatto di essere lì, a Medjugorje, di questa spiritualità; non avevano ricevuto messaggi. Io ricordo che sono venuto via da quel luogo, considerando questo un segno del fatto che lì accadeva qualcosa di buono, perché se si riesce a perdonare così, lì c’è un’esperienza spirituale forte. Grazie.
Intervento di Matteo Bruni
Grazie a te Andrea. Grazie per questi dati, anche per il tratto personale che ci ricorda la tragedia vissuta in Bosnia Erzegovina tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 e anche quanto l’esperienza, come diceva Sua Eminenza, esperienza di Medjugorje, sia una risposta in questo senso. Ricordo a tutti che le relazioni intere, date dai relatori, le riceverete alla fine della conferenza stampa; questo come informazione più di servizio. Però a questo punto darei la parola anche ai giornalisti qui presenti in sala per le loro domande, grazie.
Le domande dei giornalisti
Buongiorno, sono Valentina Renzo Paoli, Mediaset, Zona bianca.
Vi siete espressi in maniera molto positiva, diciamo, sulla parte spirituale e pastorale di Medjugorje, ma volevo capire perché non si è riusciti a dare delle indicazioni più precise sui veggenti che rimangono comunque presunti, quindi non cambia nulla rispetto a quello che abbiamo saputo fino adesso; ancor più che diciamo, appunto si dice nelle conclusioni, i pellegrinaggi non devono essere organizzati per incontrarli e in più mi sembra ci sia una sorta di commissariamento, anche sui messaggi che eventualmente avranno in futuro. Seconda domanda, dunque, oltre all’analisi sui messaggi, sono stati analizzati anche i segreti e si può sapere qualcosa su questo? Li renderete pubblici? Grazie.
Grazie. Sentiamo un’altra domanda, poi rispondiamo qua insieme. Andiamo di qua, c’è Stefano Paci.
Salve, Stefano Maria Paci, settimanale l’Espresso. A Sua Eminenza. Positivissimo il giudizio che avete dato, chiaramente è prudente, visto che le apparizioni continuano ancora e quindi può succedere di tutto. La domanda è sulla parte finale della sua relazione, mi è sembrato uno stop alla pubblicazione dei prossimi messaggi. Se è così, perché lei ha detto che anche a Fatima, la Madonna, aveva detto di non pubblicare alcune cose, però lo aveva detto la Madonna; qui non ha mai chiesto finora di non pubblicare qualcosa. I veggenti rendono pubblico quello che gli dice. E perché questa prudenza? E se questo non può anche implicare un timore che non venga rivelato nei messaggi, che per molti sono messaggi della Madonna, naturalmente la Chiesa non si pronuncia su questa autenticità, però non potrebbe creare molti problemi ai fedeli tutto questo? Grazie.
C’è Alberto.
Volevo chiedere a Sua Eminenza, una spiegazione; c’è un documento della Congregazione della dottrina della fede, protocollo 144 /185 del 25 gennaio 2008 nel quale per la prima volta da che è cominciato il fenomeno di Medjugorje, si associa questo fenomeno a “sospetti di eresie, di scisma e divulgazione di dubbia dottrina”. Vorrei sapere oggi se dobbiamo ancora tenere in considerazione questo documento firmato da Levada e dall’allora segretario Angelo Amato oppure no? Cioè si è stabilito che non ci sono più sospetti di eresia e di scisma e neppure di dubbia dottrina. Grazie.
Risposta del cardinale Víctor Manuel Fernández
Bene, quello che diciamo sui messaggi è che questi pubblicati qua si possono leggere, possono fare del bene, sono testi edificanti. Se io invece dico hanno un’origine soprannaturale, veramente li ha trasmessi la Madonna, diventano più importanti che le opere di santa Teresa d’Avila, che non ha avuto, non ha ricevuto questi messaggi e ha scritto, sotto la sua capacità, e la vita normale nella grazia; e per quello è tanto difficile arrivare a una decisione di quel tipo.
Vi do un dato: dall’anno 1980 fino ad oggi quante dichiarazioni di soprannaturalità ci sono state? Nemmeno lo sappiamo bene, sono tre o quattro e di quelle tre o quattro su alcune non siamo del tutto sicuri perché sono state fatte senza aspettare la conclusione del dicastero, altre usano parole come “la Madonna ci ha visitati”, che bisogna capire cosa vuol dire. Questi pochissimi dall’anno 80 fino ad oggi.
Quante beatificazioni si sono fatte dal 1980 fino ad oggi? L’ho chiesto ieri al prefetto Semeraro, quante? Quante beatificazioni negli stessi anni? 3.159.
E la domanda è: ma perché così tanto difficile arrivare a queste conclusioni e per farlo beato e Santo, sembra molto più facile? Proprio perché, soprattutto quando ci sono messaggi e testi, corri il rischio, sempre se fai una dichiarazione di soprannaturalità, che non distinguano molto tra il Vangelo e questi testi, che pensino che sono più importanti dei testi così belli e ricchi, dei grandi autori spirituali, no?
È una decisione che ha delle conseguenze molto forti nella spiritualità di molti fedeli e ho domandato a papa Francesco, perché c’è sempre la possibilità che un Papa dica: bene, dopo il nulla osta andiamo avanti, andiamo oltre e vediamo se si può fare una dichiarazione di soprannaturalità. Il Papà m’ha detto esplicitamente, l’ho domandato per sapere, dico, se qualcuno mi domanda no, m’ha detto: no per niente. Considero assolutamente sufficiente il nulla osta e non c’è alcun bisogno di andare oltre verso una dichiarazione di soprannaturalità. E anche lui mi ha condiviso, che per lui sembra molto, molto difficile. Perché è come avere la bacchetta magica, come dice lui, è sufficiente un nulla osta per dire ai fedeli, bene, potete pregare la Regina della pace, permesso il culto pubblico, si possono fare dei pellegrinaggi organizzati dalle diocesi e questi messaggi raccolti qua si possono leggere senza pericolo. Ci sono alcuni chiarimenti e se qualcuno ha dei dubbi li può leggere, questo è il nulla osta per papa Francesco. Quello è sufficiente, non c’è bisogno di andare oltre.
Poi lei diceva, uno stop. In realtà quello che succede è che noi questi li abbiamo analizzati, li abbiamo studiati? Anche coi criteri di distinguere un linguaggio teologico da un linguaggio mistico, anche collegandoli tra loro, anche guardandoli insieme; questi li abbiamo studiati, quelli che verranno dopo non sappiamo.
Allora non c’è un giudizio su quello che ancora non esiste. Per quello non direi uno stop. Lo stop è farli pubblici, finché li vediamo. Quello in realtà lo può fare ordinariamente il Visitatore che vedrebbe un messaggio che ti invita alla conversione. Non c’è problema, un messaggio che ci invita a costruire la pace, il Vangelo, un messaggio che ci invita a vivere l’amore fraterno, quello è il Vangelo. E la maggior parte dei messaggi sono queste cose che sappiamo ma che ci ricordano il Vangelo. Allora il Visitatore vedrà, non c’è problema, ogni due mesi li possiamo pubblicare; se vede che c’è qualcosa dubbiosa, poco chiara, che può confondere i fedeli, ci manderà una domanda, ci chiamerà e cercheremo di rispondere, non tra due anni ma entro la settimana. E così si andrà avanti.
Quello che dicevo è che la Madonna anche se ti dà i messaggi, quello non vuol dire che sei un burattino no, che sei come un canale, che sei morto. No, conservi la tua capacità di discernere, la tua responsabilità e ti è affidato come una responsabilità e devi discernere anche con l’aiuto dei pastori, quella è l’idea. E poi sì, ci sono stati diversi testi e risposte del Dicastero a Vescovi che domandavano delle cose. Erano nei tempi che si doveva ancora studiare e intanto si davano risposte di questo tipo, sospetti, dice lei; non è che si è dichiarato che un testo è eretico, sospetti dicevano, perché alcuni affermavano questo, si doveva studiare ancora.
Manuela Tulli. È una domanda per Sua Eminenza. Volevo chiedere, diciamo premesso che la maggior parte dei fedeli, come voi avete detto, non va a Medjugorje per i veggenti e premesso che indicate comunque di dire che nei pellegrinaggi non si va per i veggenti, concretamente, quale sarà il rapporto tra i fedeli e i veggenti? E la seconda domanda invece personale, volevo chiedere se lei è stato a Medjugorje e qual è stata la sua esperienza personale?
Jacopo Scaramuzzi. Nel numero 27 della nota citate, «per evitare che questo tesoro sia compromesso, è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di questa esperienza spirituale». Volevo chiedere se potete illustrare qualche esempio di questi gruppi minoritari, se vedevate il rischio che qualcuno utilizzasse, ad esempio, le rivelazioni di Medjugorje contro il magistero dei Papi, contro il Concilio Vaticano II insomma qualche esempio concreto? Grazie.
Nicole Sede Press. La Nota sui frutti buoni di Medjugorje però menziona i problemi; però abbiamo visto nel passato che quando la Chiesa concentra sui frutti buoni di un certo nuovo fenomeno, movimento, Congregazione o figura carismatica, c’erano tanti casi, esempi di abusi spirituali eccetera, che hanno danneggiato molto la Chiesa e i fedeli; quindi quando rimane ancora tanta ambiguità sulla autenticità del fenomeno stesso di Medjugorje, non crea un terreno fertile, pericoloso per un abuso spirituale, visto che qualsiasi guru spirituale può dire questo è un frutto buono di Medjugorje.
Risposta del cardinale Víctor Manuel Fernández
Bene, il rapporto coi veggenti non è proibito, no, ma la realtà è che non è neanche consigliabile, neanche per loro, per non essere sottomessi a una ricerca. C’era un tempo dove poverini, era terribile, tutti i preti volevano parlare coi veggenti, andavano a casa loro, era una vera persecuzione, era terribile. Qualcuno dice che una di loro durante un tempo ha avuto qualche problema psicologico, questa è un’eccezione, una di loro ha avuto durante un tempo breve. Ma dico, in quella situazione chi non ha un problema psicologico quando sei in un contesto così difficile; allora dico, il rapporto con i veggenti veramente non è consigliabile, perché gli stessi messaggi, come abbiamo visto, ci chiedono di non valutare troppo questi messaggi, piuttosto di pregare e leggere il Vangelo, adorare Cristo nell’Eucaristia. E se gli stessi messaggi lo dicono, allora essere fedeli allo spirito del Medjugorje non è andare lì a trovare i veggenti, ma casomai pregare la Regina della pace che è lì, no? Che è casa sua.
E se io ci sono stato? Sì, non ricordo che anno era, sono venuto con altri due preti amici perché festeggiavamo, credo i 25 anni, le nozze di argento e non era nel nostro piano visitare Medjugorje, ma uno di loro era fissato; io volevo visitare Venezia, Firenze, eccetera eccetera. Ha voluto Medjugorje, io ho detto di no, di no, perché avevo programmato tutto, giorno per giorno, anche gli alberghi. E alla fine noi altri due abbiamo ceduto, dovevamo andare a Trieste, dormire lì a Trieste, non sapevamo come arrivare a Medjugorje. Alla fine abbiamo preso un autobus così per caso, che ci ha lasciato a Rigeca. Poi bisognava aspettare la notte per prendere un autobus per Medjugorje e le strade erano ancora rovinate, molto rovinate dalla guerra, e siamo arrivati distrutti a Medjugorje. Il giorno dopo, poi tornare. E allora tutti i miei piani si sono veramente rovinati. Ma lì veramente ho trovato lo stesso che dice il Visitatore oggi: un ambiente di preghiera, di pace, di desiderio di cambiare vita, una cosa che si respira in quell’ambiente. E questo prete che era un po’ fanatico, voleva trovare uno dei veggenti, non c’è riuscito, ma è andato pure a casa, ha parlato con la madre; ma non era veramente possibile trovarli e alla fine, grazie a Dio, ci siamo messi a pregare e ci ha fatto tanto bene. Quella è la mia esperienza a Medjugorie.
E sui gruppi minoritari, questo esiste in tutti i casi; ci sono gruppi minoritari che prendono una frase, una parte e la fanno diventare assoluta e la vogliono imporre agli altri. Questo succede non solo qua, ma in tutti i casi e in altri casi sono molto fissati su un tema. Ad esempio, ricordate quel caso di Amsterdam? La Madonna di tutti i popoli, loro sono molto fissati sul dogma di Maria Corredentrice e allora concentrano molto questa devozione, su quel dogma; e insistono, insistono, e nel caso di Medjugorie non ci sono questi problemi, diciamo, dottrinali che siano, nemmeno che siano contro il Concilio, contro il Papa. Quello non appare, diciamo no, ma sì, il rischio di essere troppo fanatici dei messaggi, del fenomeno e vuole imporre agli altri una proposta spirituale.
Sugli abusi in realtà, qualsiasi fenomeno spirituale può essere utilizzato come occasione o come ragione, o come argomento per compiere degli abusi, qualsiasi sia stato dichiarato soprannaturale o meno, ci sia il nulla osta o meno, tutti; anche gli scritti di santa Teresa d’Avila possono essere usati quando parla sul Cantico dei Cantici eccetera. Quello è sempre possibile, bisogna stare sempre attenti, sia in questo caso, che in qualsiasi altro.
Domanda di Antonio Pelaio. Una domanda molto semplice. Avete in progetto qualche studio sul caso di Garabandal in Spagna? Che è anche molto vecchio e che anche ancora è veggente, ci sono gruppi che vengono dal Canada, dagli Stati Uniti.
Costanza Miriano. Io volevo chiedere rispetto a ciò che la Chiesa indica ai fedeli come cammino di spiritualità, la novità più grande di Medjugorie a me sembra che sia il digiuno a pane e acqua che, secondo i presunti veggenti, la Madonna raccomanderebbe di fare tutti i mercoledì e venerdì, che è una cosa terribile. Ed è l’unica voce però da cui ho sentito insomma suggerire il digiuno, pur avendo sempre frequentato la Chiesa. Eppure Gesù nel Vangelo di Matteo dice: «Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno». Quindi autorizzando il culto, riconoscendo la bontà dei frutti, vi esprimete anche su questo? O magari il salame, pane e salame non so, nel senso pane e acqua, c’è tanta gente che segue questa pratica da tanti anni.
Elisabetta Povoledo per il New York Times. Solo una domanda logistica. Quindi adesso si potrà costruire un santuario che prima forse non era o dei luoghi specifici per i fedeli e poi volevo solo sapere se avevate parlato con i veggenti in questi ultimi mesi prima di arrivare a questa decisione.
Risposta del cardinale Víctor Manuel Fernández
Garabandal come Escorial e altri casi ha ricevuto un non constat, non è un constat de non supernaturalitate, ma non constat, cioè non ci sono elementi come per arrivare a questa conclusione, e il non constat che si dava in altri tempi, oggi può corrispondere a diverse determinazioni che sono descritte nelle nuove norme. Può essere una proibizione totale o può essere, ad esempio, quello che si chiama curatur, che significa il culto pubblico non è permesso, non è permesso niente che abbia un collegamento con i messaggi o con le apparizioni, ma può esserci un culto privato. E questo curatur più o meno rappresenta quello che di fatto succede adesso in diversi casi. Penso che quello di Garabandal oggi possa corrispondere a quel curator perché si ammette, che le persone si rechino al posto a pregare e poi vanno a Messa in parrocchia e sono ricevuti. Ma in questi casi i vescovi hanno la possibilità di rivedere per precisare meglio qual è la situazione in ogni posto, così sta succedendo, con diversi casi in alcuni paesi a che corrisponderebbe oggi quello non constat vedendo di realtà in realtà quello che si è fatto e quello che si fa. Vedremo se il vescovo vuole precisare qualcosa, al momento credo che lui non ha alcun interesse.
Poi sul digiuno, è uno dei temi che appare, io ho voluto riassumere un po’; non mi pare che sia un tema centrale, anche se appare in diversi messaggi, ma quella chiamata a digiunare mercoledì e venerdì fa parte di questi messaggi con dati molto precisi che consideriamo che è meglio non prenderli troppo sul serio, ma la chiamata al digiuno è forte, si è molto presente.
Poi sul santuario essendo già approvato il culto pubblico, è veramente possibile costruire un santuario lì, quello si deciderà, lo vedrà il Visitatore, forse parlerà col vescovo di Mostar, è una possibilità. Non c’è alcuna decisione.
Ha parlato con i veggenti?
Risposta del cardinale Víctor Manuel Fernández
No, coi veggenti hanno parlato diverse persone, anche quelli della Commissione Ruini, anche dopo. Ci sono nel nostro dicastero diversi rapporti su dialoghi con questi veggenti, noi non l’abbiamo fatto; abbiamo preso quel materiale che è già troppo, comunque ho mandato una piccola lettera ai veggenti, con qualche suggerimento, con qualche parola e il Visitatore doveva leggere questa lettera, non consegnarla, rimane riservata.
Ah scusa, non ho detto niente sui segreti e la nota dice che i testi futuri se ci sono, se ci fossero e quelli passati non pubblicati, tutti questi testi per essere pubblicati debbono avere l’autorizzazione del Visitatore apostolico. Anche questi segreti che non conosciamo.
Intervento di Matteo Bruni
Io proverei a chiudere perché dopo due ore di conferenza stampa, forse sia per i relatori che per i giornalisti che hanno assistito, è venuto il momento. Però ringraziamo anzitutto Sua Eminenza il card. Fernandez, ringraziamo Armando Matteo, ringraziamo Andrea Tornielli e chiaramente gli ufficiali e il Segretario e il Sottosegretario del dicastero che molto hanno lavorato perché questa decisione e a queste conclusioni si potesse arrivare, suor Mina in particolare.
Cardinale Víctor Manuel Fernández
Quelli che sono credenti ci accompagnano un secondo a pregare, un’Ave Maria chiedendo il dono della pace, gli altri, rispettosamente, in silenzio, ci accompagnano. Chiediamo la pace per le nostre famiglie, per i nostri cari, la pace del cuore, ma chiediamo anche la pace nel mondo in questo momento in cui quelle guerre che credevamo già finite, cosa del passato, si ripetono, tornano. Chiediamo al Signore che dal suo amore possa arrivare a tutti i cuori la decisione per lavorare per la pace e che Maria, la Regina della pace, faccia anche la sua opera di madre in mezzo a questo mondo, alle volte scuro.
Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te, tu sei Benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. Grazie a tutti.
Intervento di Matteo Bruni
Grazie a Lei, Eminenza, e grazie a voi per essere intervenuti.