“Cura: Eucarestia”

“Cura: Eucarestia”

San Giuseppe Moscati

A nemmeno 30 anni è già famoso per le sue diagnosi rapide e precise, che hanno del miracoloso se si considerano i limitati mezzi dell’epoca. Lui dice che è merito della preghiera, perché è Dio il creatore della vita, mentre i medici non possono che essere indegni collaboratori. Giuseppe Moscati, il medico santo, curava il corpo e nello stesso tempo lo spirito: a un malato, che  poi è guarito, aveva diagnosticato che la sua sofferenza fisica era dovuta solo all’allontanamento da Dio. E per questo gli aveva prescritto come cura l’Eucarestia. L’originale prescrizione dei sacramenti era presente spesso nelle ricette insieme ai farmaci. Ma partiamo dall’inizio.

La professione di medico vissuta come una missione

Per Giuseppe Moscati la decisione di iscriversi a medicina coincise con la vocazione a cui Dio lo chiamava. Una vocazione che maturò nel cuore di Giuseppe, all’insaputa dei genitori, anche se il padre lo aveva reso sensibile al dolore umano da sollevare, come testimonia il Santo in un suo scritto, e l’esperienza della malattia del fratello Alberto lo aveva messo a contatto con la sofferenza. Il padre di Giuseppe era un magistrato e non c’era una tradizione di medici nella famiglia Moscati.

Quando Giuseppe manifestò il suo proposito di studiare medicina, il padre, che era uno spirito liberale e rispettoso delle decisioni dei figli, accettò. La madre, invece, fece notare al figlio le sofferenze e i travagli a cui andava incontro. Giuseppe manifestò, allora, con questa semplice frase che per lui l’essere medico era una missione, non un mestiere da cui ricavare soldi e prestigio: «Ma che dite, mamma, io sono pronto a coricarmi nel letto stesso dell’ammalato».

Sempre accanto agli ammalati

Giuseppe Moscati non ha mai trattato il malato come un numero ma sempre per quello che era ed è: un fratello da soccorrere con la precisione della scienza e la sensibilità della fede. Era un appassionato della sua professione. Una vita, la sua, sempre accanto agli ammalati sia quelli ricoverati all’Ospedale degli Incurabili (di cui diventa primario nel 1925) sia quelli che visitava nel suo studio privato, nella cui sala d’attesa c’era una scritta per regolare gli onorari: «Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda». Prima della malattia e del corpo del malato, aveva la coscienza di essere davanti a una persona con tutti i valori umani e trascendenti che questa porta in sé. Si narra che una volta, dopo aver guarito un operaio da un ascesso polmonare, Giuseppe abbia rifiutato il denaro che l’uomo avrebbe voluto dargli e gli abbia chiesto come onorario di andare confessarsi: «Perché è Dio che ti ha salvato».

Fare tutto per amore

In una lettera al dottor Guericchio del 22 luglio 1922 scriveva: «Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo…». E ancora in una lettera alla signora Emma Picchillo affermava: «Esercitiamoci quotidianamente nella carità. Dio è carità: chi sta nella carità sta in Dio e Dio sta in lui. Non dimentichiamo di fare ogni giorno, anzi ogni momento, offerta delle nostre azioni a Dio, compiendo tutto per suo amore».
Per san Giuseppe Moscati scienza e fede non sono incompatibili, ma sono due elementi che convivono nella sua quotidianità, fatta dell’Eucaristia quotidiana, di una grande devozione e un grande amore per la Vergine Maria, di sobrietà e povertà personale, e della scelta del celibato per avere più tempo per i suoi sempre più numerosi pazienti che assisterà fino all’ultimo. Conclusione: La vita di Moscati ci insegna che cosa significhi la vera dedizione al prossimo, a quanti il Signore ci pone accanto nella nostra vita professionale, familiare e sociale. Un vero esempio da seguire, un grande santo da invocare. Hai qualche ricordo da condividere con noi legato a questo santo? Scrivilo nei commenti.


“Cura: Eucarestia”

8 commenti su ““Cura: Eucarestia”

  1. IL 25 FEBBRAIO 2016, A PRIMA MATTINA, SONO STATO COLPITO DALLE EMORRAGIE CELEBRALI…: PROBABILMENTE, OLTRE AL SIGNORE, TANTISSIMI SANTI HANNO COLLABORATO ALLA MIA GUARIGIONE… FIGURIAMOCI IL PAESANO SAN GIUSEPPE MOSCATI…! CREDETECI…

    1. Gentile Gianpiero, buongiorno! Siamo davvero felici della sua guarigione e siamo convinti che i santi si siano presi cura di lei, come si prendono cura di tutte le persone che a loro si rivolgono.
      In particolare, siamo certi della speciale intercessione del medico santo Giuseppe Moscati… È una convinzione che ci accompagna e ci conforta.

    2. Io , lavoro in ospedale, cm cameriera ,si che nel mio cammino di lavori che ho fatto ho avuto di compagni san Camillo e ultimamente nella cappelletta dv vado quando sn in anticipo c’è la statua di san Giuseppe moscati lui è l altro guida , adesso scoprendo tutto su di lui chiedo aiuto per le persone che servo ,di affrontare la malattia cn sorriso e poter dare loro il mio sorriso cm medicina

      1. Gentile Daniela,
        grazie per il suo prezioso commento.
        Sicuramente il suo lavoro è preziosissimo e il suo sorriso porta serenità e conforto ai pazienti dell’ospedale in cui lavora.
        San Giuseppe Moscati, proprio come lei, metteva i malati al centro della propria professione e sicuramente pregare davanti alla statua le dà conforto e forza per affrontarlo.
        Grazie da parte nostra per il bene che sta seminando nel mondo, seguendo il modello di san Giuseppe Moscati.
        Restiamo uniti in preghiera.

  2. Era il 16 giugno 1995 ed io, giovane mamma di 27 anni, venivo sottoposta ad un delicato intervento chirurgico all’ipofisi, che durò 5 ore e a cui seguì un risveglio problematico con allucinazioni e disidratazione. Accanto a me, la mia mamma pregò incessantemente San Giuseppe Moscati, che insieme avevamo visitato un 16 novembre qualche anno prima. Nel pieno della mia sofferenza, vidi il caro San Giuseppe in camice bianco, che si inginocchiava presso di me e mi consolava, dandomi pace e conforto. Mi sentii rinata…
    Angela Testa

    1. Buongiorno Angela e grazie della sua bellissima testimonianza. Il “santo medico” si è sicuramente preso cura di lei nel momento del bisogno.
      Uniti in preghiera!

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