Dal braccio della morte al Cuore di Gesù: la redenzione di Jacques Fesch

Dal braccio della morte al Cuore di Gesù: la redenzione di Jacques Fesch

Pena di morte

Oggi, nella Giornata internazionale contro la pena di morte, vogliamo raccontarvi una storia di redenzione e speranza: quella del servo di Dio Jacques Fesch, un uomo che nel braccio della morte ha sperimentato una profonda conversione.

Nel braccio della morte ritrovò Dio

Una storia che ci parla di misericordia e conversione quella di Jacques Fesch. Condannato a morte per aver ucciso un poliziotto durante un tentativo di furto fallito, verrà ghigliottinato a Parigi il 1° ottobre 1957. Nella sua vita c’è un punto di svolta preciso che egli descrive così: «È stato una sera, nella mia cella […]. Soffrivo realmente per la prima volta nella mia vita con un’intensità rara […]. Ed è allora che un grido mi scaturì dal petto, un appello al soccorso: “Mio Dio!”, e istantaneamente, come un vento violento […], lo Spirito del Signore mi prese alla gola». Questo è il momento in cui Dio tocca il cuore di Jacques Fesch. In lui, ateo, a un certo punto ha fatto irruzione la grazia di Dio. Nei tre anni che trascorre nel braccio della morte passa, infatti, dal ridicolizzare la fede cattolica a piangere per i propri peccati, supplicando la moglie di perdonarlo e aspettando l’esecuzione come il giorno in cui avrebbe conosciuto Gesù. Arriverà a scrivere: «Ora so che tutto è grazia e che non verso la morte io vado ma verso la vita. Non c’è pace all’infuori di Gesù, non c’è salvezza senza di Lui. Ogni volta che ricevo l’Ostia santa, ho il cuore che trabocca d’amore e un inno di grazie sale dalle mie labbra. Offrirò la mia morte come un sacrificio, per coloro che amo… e per coloro che mi odiano». Una storia, la sua, davvero significativa, che ci parla non solo di un totale ravvedimento ma anche di un cammino di fede profondo.

«In me non vi sono due uomini:
quello del prima e quello del dopo,
ma uno solo e unico, il quale,
senza rendersene conto,
cercava e ora ha trovato».

Jacques Fesch

Verso un mondo senza pena di morte.

La pena di morte è sempre più vista come una pratica che appartiene al passato, un retaggio di tempi in cui si pensava che solo con la massima severità si potesse garantire la sicurezza. Oggi, invece, la Chiesa ci invita a guardare avanti, verso una giustizia che non si limita a punire, ma che offre speranza e redenzione. La giustizia, pur essendo necessaria per il bene della società, non può essere disgiunta dalla speranza e dalla redenzione. Ogni uomo, anche chi ha commesso i crimini più gravi, conserva fino all’ultimo istante della sua vita la possibilità di incontrare Dio, riconoscere i propri errori e chiedere perdono. La fede ci insegna che nessuno è mai completamente perduto, e che la misericordia divina è infinita. Èproprio in questo spiraglio di speranza che si fonda la nostra fiducia: la giustizia umana può giudicare, ma solo Dio ha il potere di redimere e trasformare un cuore pentito.

La storia di Jacques Fesch ci mostra come anche nel luogo più buio, come il braccio della morte, l’amore e la grazia possano trasformare una vita. Il cammino verso un mondo senza pena di morte è una sfida, ma è anche un richiamo a valorizzare la dignità di ogni essere umano, come ci insegna il Vangelo. La Chiesa, oggi, si batte perché anche chi ha sbagliato non venga mai privato della possibilità di redenzione. E tu, cosa ne pensi? Conosci storie di vita, o di santi, che nei meandri bui della vita hanno conosciuto l’Amore e la Grazia di Dio?


Dal braccio della morte al Cuore di Gesù: la redenzione di Jacques Fesch

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