Radici comuni
Suor Faustina e Karol Wojtyła sono figli della terra polacca, caratterizzata da profonde radici cristiane. Entrambi sono influenzati dalla spiritualità della loro terra d’origine, profondamente segnata dalla sofferenza storica della nazione, ma che ha il suo centro nella fiducia in Dio. Hanno condiviso un tratto di strada, prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, periodo in cui Cristo affida alla suora il suo messaggio di misericordia e Karol Wojtyla ne viene a conoscenza e ne rimane folgorato.
Conoscenza diretta
Per capire bene i fatti è però importante andare a ritroso nel tempo. È il 5 ottobre 1938, quando a Cracovia, all’età di 33 anni, muore suor Faustina Kowalska. Karol Wojtyła, insieme al padre, arriva a Cracovia nell’estate dello stesso anno. Non abbiamo notizie certe per sapere se ha modo di conoscere la suora di persona, ma sicuramente conosce il messaggio della Divina Misericordia da lei trasmesso, che in quel periodo è già abbastanza diffuso in quella città. Il 1º settembre 1939 scoppia la guerra e inizia l’occupazione nazista della Polonia. Il giovane Karol non può più frequentare l’università e per non essere deportato in Germania lavora nella fabbrica chimica Solvay, in un sobborgo della periferia di Cracovia, nei pressi del convento dove è vissuta suor Faustina. Egli, prima di iniziare il lavoro, si ferma nella cappella e lì sosta in preghiera. Da questo momento la Divina Misericordia si pone al centro della sua spiritualità e della sua vita.
Promozione della Devozione
Intanto, la Congregazione per la Dottrina della Fede, nel 1959, proibisce la divulgazione del culto della Divina Misericordia secondo la forma di suor Faustina e, di conseguenza, c’è il divieto di pubblicazione del suo Diario. Karol Wojtyła, già da un anno vescovo ausiliare di Cracovia, rimane alquanto sorpreso da tale decisione. Diventato nel 1963 Arcivescovo Metropolita di Cracovia s’informa a Roma su cosa possa fare per fare riesaminare il caso. Gli viene consigliato di aprire il processo della beatificazione di suor Faustina per poter presentare una nuova versione della traduzione del Diarioall’esame della Congregazione delle cause dei santi. Fa preparare una nuova edizione del Diario ed è proprio grazie a questa che, il 5 aprile 1978, la Congregazione revoca il decreto precedente. Il 19 giugno 1981 viene disposta la continuazione del processo di beatificazione.
Pontificato e promulgazione della festa
Anche da papa, Giovanni Paolo II continua a promuovere la devozione alla Divina Misericordia. Il 18 aprile 1993 beatifica la suora polacca, il 30 aprile del 2000 la canonizza e istituisce la festa della Divina Misericordia per tutta la Chiesa, fissando tale celebrazione alla prima domenica dopo Pasqua, così come peraltro Gesù aveva richiesto sempre durante le apparizioni a suor Faustina. Questo è l’atto culminante e decisivo nello sviluppo del culto e della devozione alla Divina Misericordia che così diviene pubblica e universale.
Identificazione personale con il messaggio
Wojtyla, fin da giovane, vede nel messaggio della Divina Misericordia una risposta ai mali del XX secolo, inclusi il totalitarismo, la guerra e l’ateismo, come luce di speranza per le nuove generazioni. Egli crede fermamente che il mondo abbia bisogno di ascoltare e riflettere su questo messaggio. Perciò, in più occasioni, non si stanca di ripetere: «Al di fuori della misericordia di Dio non c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri umani» (30 marzo 2008). «Solo la Divina Misericordia è infatti in grado di porre un limite al male; solo l’amore onnipotente di Dio può sconfiggere la prepotenza dei malvagi e il potere distruttivo dell’egoismo e dell’odio» (2 aprile 2008).
Morte ed eredità
Prima di concludere, vale la pena ricordare che Giovanni Paolo II muore il 2 aprile 2005, alla vigilia della festa della Divina Misericordia, che lui stesso ha istituito in base alle rivelazioni di santa Faustina, quasi a voler rimarcare ancora una volta il misterioso intreccio delle loro vite a servizio della Divina Misericordia. Inoltre, l’eredità che Giovanni Paolo II lascia a ognuno di noi, la ritroviamo nell’ultimo messaggio, letto solo 24 ore dopo la sua morte, preparato da lui per la festa della Divina Misericordia: «All’umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l’animo alla speranza. È amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia!».