Gesù Misericordioso: un’opera di Eugeniusz Kazimirowski

Gesù Misericordioso: un’opera di Eugeniusz Kazimirowski

Gesù misericordioso

Continua la collaborazione tra don Alessio Fucile, esperto di arte, e il blog Shalom. Don Alessio ci guiderà per approfondire i momenti più importanti dell’anno liturgico attraverso delle bellissime opere d’arte che, oltre a suscitare in noi meraviglia per il loro splendore, possono aiutarci a comprendere meglio le Sacre Scritture e il messaggio di Gesù.

Don Alessio presenta oggi “Gesù Misericordioso” di Eugeniusz Kazimirowski, che si può ammirare nel Santuario della Divina Misericordia a Vilnius, in occasione della Domenica della Divina Misericordia, che si celebra domani.

Ben trovato. L’opera “Gesù Misericordioso” di Eugeniusz Kazimirowski, dipinta nel 1934 e conservata nel Santuario della Divina Misericordia a Vilnius, Lituania, è un’icona di grande significato spirituale.

Origine e visione di santa Faustina

In occasione della Canonizzazione di Suor Maria Faustina Kowalska, il 30 aprile del 2000, papa Giovanni Paolo II consacrò alla Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua. L’immagine legata a tale festa è particolare: fu creata in seguito alla visione di Gesù misericordioso che suor Maria Faustina Kowalska dichiarò di aver avuto il 22 febbraio 1931 nella sua cella nel convento di Plock.

Suor Faustina descrisse direttamente al pittore le caratteristiche della sua visione e l’opera fu realizzata sotto la sua stretta supervisione. La suora annotò nel suo Diario come fosse stato lo stesso Gesù a suggerirle quell’iconografia che compare oggi nell’opera d’arte. Di frequente, infatti, la religiosa si recava nello studio dell’artista per dargli indicazioni sull’aspetto dell’immagine, poi dipinta su una tela adattata alle misure di una vecchia cornice regalata da una fedele. L’immagine rappresenta il Salvatore risorto che porta la pace agli uomini attraverso la remissione dei peccati, a prezzo della sua Passione e morte in croce.

Rappresentazione dell’immagine

L’opera raffigura il Salvatore risorto, circondato da luce, con una tunica bianca. La mano destra di Cristo è benedicente, mentre la sinistra tocca il petto. Sollevando il lembo della tunica, due raggi luminosi, uno bianco e uno rosso, si estendono fino all’osservatore. Questi raggi simboleggiano l’amore e la misericordia divini emanati dal cuore trafitto di Cristo durante la crocifissione. Il riferimento è al cuore di Gesù trafitto dalla lancia del soldato romano, come racconta l’evangelista Giovanni: «Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua» (19,32-34). La stessa Faustina scrive nel suo Diario: «Il raggio pallido rappresenta l’acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il sangue che è la vita delle anime. Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della mia misericordia, quando il mio agonizzante cuore venne aperto con la lancia sulla croce».  Il volto del Cristo è rivolto verso lo spettatore, con i capelli lunghi e l’aureola intorno al capo. Secondo alcuni studiosi, il volto nel quadro è sovrapponibile al volto della Sindone, sebbene con una leggera riduzione.

Storia e popolarità

Con la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, l’immagine si trovò nel territorio dell’U.R.S.S. e fu nascosta per diverso tempo al fine di evitare che fosse distrutta. Una nuova opera fu creata nel 1943 dal pittore Adolf Hyla: esposta a Cracovia, divenne subito molto popolare e le copie si diffusero presto nel mondo.
Concludo con le parole di Papa Francesco: «Chiediamo a Gesù il dono della misericordia. Lascia che il suo amore ti abbracci e ti penetri. Abbi il coraggio di tornare a Cristo, di incontrare il suo amore e la sua misericordia nei sacramenti. La misericordia divina è una grande luce di amore e tenerezza, è la carezza di Dio sulle ferite dei tuoi peccati e delle tue fragilità». Grazie per la tua cortese attenzione.


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