Vivere con gioia e pienezza il dono dell’indulgenza
Una delle condizioni per ricevere l’indulgenza giubilare è accostarsi al sacramento della Riconciliazione.
La riconciliazione con Dio, pur essendo dono della sua misericordia, implica un processo in cui l’uomo è coinvolto nel suo impegno personale e la Chiesa nel suo compito sacramentale.
Il cammino di riconciliazione ha il suo centro nel sacramento della Penitenza, ma anche dopo il perdono del peccato, ottenuto mediante tale sacramento, l’essere umano rimane segnato da alcuni “residui”, derivanti dai peccati commessi, che non lo rendono totalmente aperto alla grazia e, proprio per questo, ha bisogno di una purificazione che, in virtù della grazia di Cristo, può ottenere mediante il dono dell’indulgenza.
Ma, lo sappiamo, confessarsi può risultare difficoltoso per chi, per svariate ragioni ha lasciato passare molto tempo dall’ultima volta che ha ricevuto l’abbraccio del Padre nel sacramento della Riconciliazione. Riflettiamo insieme su questo sacramento.
Confessarsi, perché?
«Non mi confesso perché non ho tempo… e poi non so che cosa dire!»; «Non mi confesso al prete perché è peccatore come me»; «Non mi confesso perché tanto ricado sempre nelle stesse colpe»; «Non mi confesso perché ho vergogna di dire i miei peccati a un altro»; «Non mi confesso dal sacerdote perché mi confesso già a tu per tu con Dio»; «Non mi confesso perché il mio parroco non ha mai tempo»: sono questi alcuni dei motivi che portano tante persone a disertare il sacramento della Confessione, ora chiamato più correttamente “sacramento della Riconciliazione”.
Una stupenda occasione per il rinnovamento del sacramento della Riconciliazione ce la offre il Santo Padre con il Giubileo. È importante però accostarci a tale sacramento con la giusta motivazione: «Mi sento peccatore, peccatrice, e voglio incontrarmi con il Signore misericordioso»; «Sento il bisogno dell’abbraccio del Padre»; «Voglio iniziare un cammino di conversione e di vita nuova»; «Mi accorgo di amare poco il Signore e decido di avvicinarmi di più a lui, di amarlo di più e meglio».
I sacramenti «sono il luogo della prossimità e della tenerezza di Dio per gli uomini; essi sono il modo concreto che Dio ha pensato, ha voluto per venirci incontro, per abbracciarci, senza vergognarsi di noi e del nostro limite».
Tra tutti i sacramenti «quello della Riconciliazione rende presente con speciale efficacia il volto misericordioso di Dio: lo concretizza e lo manifesta continuamente, senza sosta. Non dimentichiamolo mai, sia come penitenti che come confessori: non esiste alcun peccato che Dio non possa perdonare! Nessuno! Solo ciò che è sottratto alla divina misericordia non può essere perdonato, come chi si sottrae al sole non può essere illuminato né riscaldato» (Papa Francesco).
Nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione ciò che importa di più è l’incontro personale con Cristo Salvatore e, in lui, con l’abbraccio benedicente del Padre misericordioso.
Al centro della celebrazione sacramentale non sta il nostro peccato, ma la misericordia di Dio, che è infinitamente più grande di ogni nostro peccato.
E tu, come vivi il sacramento della Riconciliazione? Scrivicelo nei commenti?