Siamo ormai arrivati al quarto appuntamento dedicato alla preghiera; in questo cammino ci facciamo guidare da padre Patrizio Sciadini che oggi ci invita a riflettere sui “destinatari” della nostra preghiera. Ci chiederemo, quindi, per cosa e per chi è bene pregare.
Si prega per tutti
Innanzitutto, va ricordato il valore assolutamente inclusivo della preghiera: «Si prega per tutti: chi prega non discrimina nessuno, non esclude, ma include. È bello fare silenzio dentro di noi e presentare come una litania sempre aperta tutte le persone per le quali vogliamo pregare».
La preghiera è un filo d’amore che ci tiene uniti ai nostri cari defunti
La preghiera per i defunti è particolarmente cara alla Chiesa cattolica: la nostra fede ci fa sentire uniti alle anime di coloro che abbiamo amato; sappiamo che noi possiamo pregare per loro e loro possono intercedere per noi, in un dolce dialogo che supera ogni distanza.
Inoltre, come ricorda padre Patrizio, «la devozione alle anime del Purgatorio è molto sentita nella Chiesa»: la nostra preghiera può aiutarle nel loro cammino di purificazione così come la loro intercessione è potente per noi.
Come pregare per gli ammalati?
Di fronte alle sofferenze di una malattia per cui non ci sono speranze, a volte, siamo umanamente tentati di pensare che la morte possa essere un sollievo per tanta sofferenza. Allora, viene spontanea la domanda: si può pregare augurandosi la morte di chi soffre? Padre Patrizio, anche rispetto a questo, dà indicazioni realistiche e concrete: «La prima cosa che dobbiamo chiedere per gli ammalati è la guarigione, perché possano ritornare alle loro attività e continuare a fare il bene. Tuttavia, quando i medici ci dicono che non ci sono più speranze di guarigione, possiamo chiedere al Signore, sempre secondo la sua volontà, che nel suo amore metta fine al dolore della persona con la morte. Del resto, la morte, per noi che crediamo, non è la fine di tutto, ma l’inizio di una nuova vita nella pienezza della gioia eterna».
Una sfida: la preghiera per i nemici
Il cristiano è chiamato inoltre a una sfida sulla quale si misura tutta la sconvolgente novità del Vangelo: pregare per i nemici, cioè rispondere con il bene a chi ci fa del male.
Il nostro cuore e la nostra mente umanamente resistono, per cui per avere la forza di fare questo dobbiamo poggiare unicamente sulla fede: «Non si riesce a pregare per i nemici con sentimento, né con un’empatia emotiva. Lo si può fare solo grazie alla fede, che ci spinge oltre quello che la nostra intelligenza non capisce o addirittura respinge. La prima cosa da chiedere è che noi, come cristiani, non consideriamo nessuna persona come nostra nemica e che i nemici si convertano e abbiano la vita in pienezza».
«Nessuno si salva da solo», su questo insiste papa Francesco e la preghiera è un buon modo per capirlo: la preghiera è un ponte che ci tiene uniti ai nostri cari, ma anche a quelli che sentiamo lontani o che il nostro cuore è tentato di respingere; la preghiera è un invito a una risposta d’amore, sempre e comunque.
Proviamo a viverla così e riscopriremo tutta la forza che la preghiera porta in sé stessa.
Se lo desideri, continua a condividere con noi la tua esperienza sulla preghiera! Nel prossimo articolo affronteremo questa domanda: Possono esistere persone che non pregano?