«Le stelle sono tante, milioni di milioni…», così faceva una canzone di Francesco De Gregori e potremmo pensare ai santi come a stelle che brillano per illuminare il nostro cammino; sono come tante stelle polari che il Signore ha voluto perché, nei nostri momenti di notte, potessimo alzare gli occhi al cielo e non sentirci soli.
Una generazione giovane di santi
Il nostro tempo ci sta regalando un firmamento di giovani santi, dai più conosciuti come Carlo Acutis, Chiara Corbella, Chiara Luce Badano, il giudice Livatino a nomi forse meno conosciuti ma non per questo meno brillanti, come per esempio Gianluca Firetti.
Gianluca, per gli amici Gian, studia come perito agrario e coltiva il sogno del calcio, quando nel dicembre 2012 scopre un tumore osseo al ginocchio. Nella malattia cambia la sua vita per sempre, Gian scopre Gesù: affronta il suo calvario con serenità e trasmette serenità agli altri; muore il 30 gennaio 2015, ma la sua luce è ancora accesa.
E continua a cantare, dal cielo, anche la vita di Maria Cristina Mocellin che muore nel 1995, a soli 26 anni, ma è già sposata e madre di tre figli. La sua è una corsa verso il cielo condotta nell’ordinarietà di una vita assolutamente normale; per lunghi anni combatte e affronta un tumore che comunque non le impedisce di vivere: si sposa, ha due figli e, proprio quando è in attesa del terzo, scopre la ricomparsa del tumore. Rimanda la chemioterapia per non danneggiare la vita che sta crescendo in lei. Suo figlio, Riccardo, nasce nel luglio del 1994 e lei muore il 22 ottobre 1995, totalmente abbandonata a Dio.
«Un cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi cattolici», questo diceva un altro giovane, Pier Giorgio Frassati. Nato in una famiglia dell’alta borghesia torinese, desidera e decide di essere un membro vivo della Chiesa: è attivo nell’Azione Cattolica, nella Fuci, è terziario domenicano e prova un profondo amore per i poveri. Proprio visitando i poveri in ospedale contrae la poliomielite che lo porta alla morte a soli 24 anni.
Queste sono solo alcune delle stelle che brillano nel cielo che il Signore ci invita a guardare alzando lo sguardo dal nostro vivere quotidiano per scoprire che, proprio nella vita di tutti i giorni, c’è la chiave che spalanca l’eterno.
I santi della porta accanto
Quella che abbiamo appena tratteggiato è la santità che papa Francesco definisce la santità della porta accanto: «Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”».
Questa santità è una santità per tutti, è una santità che ci interpella tutti e che tutti siamo chiamati a realizzare.
La santità è felicità qui e ora
E siamo chiamati a realizzarla perché in questa santità c’è un segreto di felicità! Così infatti papa Francesco chiude l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate che ha per tema la santità: «Chiediamo che lo Spirito Santo infonda in noi un intenso desiderio di essere santi per la maggior gloria di Dio e incoraggiamoci a vicenda in questo proposito. Così condivideremo una felicità che il mondo non ci potrà togliere».
Il Signore attende solo di regalarci gioia piena, camminiamo sulla strada fiduciosi e, di tanto in tanto, alziamo gli occhi al cielo: scopriremo tanti amici che fanno il tifo per noi e non ci lasciano soli!