Continua la collaborazione tra don Alessio Fucile, esperto di arte, e il blog Shalom. Don Alessio ci guiderà per approfondire i momenti più importanti dell’anno liturgico attraverso delle bellissime opere d’arte che, oltre a suscitare in noi meraviglia per il loro splendore, possono aiutarci a comprendere meglio le Sacre Scritture e il messaggio di Gesù.
Don Alessio presenta oggi il “Sacro Cuore”, un’opera del pittore Pompeo Batoni. Questo piccolo quadro ovale, realizzato ad olio su rame nel 1767, è attualmente conservato nella Chiesa del Gesù a Roma.
L’artista e la sua opera
Pompeo Batoni, figlio di un abile orafo, fu inizialmente indirizzato verso il mestiere di famiglia. Tuttavia, si trasferì presto a Roma, dove si affermò come un eccellente ritrattista. Nonostante la sua reputazione di lentezza nella consegna delle opere, che talvolta irritava i clienti, i suoi ritratti sono noti per la profonda analisi psicologica dei soggetti e per la delicatezza con cui rendeva gli incarnati.
Il simbolismo del “Sacro Cuore”
L’immagine del Sacro Cuore di Batoni ottenne immediatamente un grande successo e una diffusione iconografica straordinaria, diventando rapidamente il prototipo per numerose rappresentazioni dello stesso soggetto. Nella creazione dell’opera, l’artista trasse ispirazione dalle visioni di Santa Margherita Maria Alacoque, che descrisse il Cuore di Gesù come “circondato da un trono di fiamme, più splendente del sole e trasparente come cristallo, con una piaga adorabile; circondato da una corona di spine e sormontato da una croce”.
Il segreto del successo dell’immagine risiede nella sua capacità di catturare l’essenza del mistero dell’amore di Gesù per l’umanità: un amore così immenso da portare all’incarnazione e al sacrificio del Figlio di Dio per gli uomini. L’evangelista Giovanni riassume questo concetto dicendo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, affinché chiunque creda in Lui non perisca ma abbia la vita eterna”. Gesù è raffigurato con una tunica rossa, simbolo del sangue e dell’umanità, e un manto blu, colore del cielo e del divino. È rappresentato giovane e bello, con lunghi capelli e un viso incorniciato da una barba corta.
La rappresentazione artistica
Il Cuore di Gesù è il vero fulcro della scena, presentato in primo piano con tutta la sua tangibilità e simbolismo. Esso rappresenta la divinità di Gesù fatta uomo, al centro della sua essenza, il cuore, inteso come sede delle intenzioni e dei sentimenti, della capacità di sentire, soffrire e amare. San Paolo scrive: “Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un privilegio essere come Dio, ma si svuotò di sé stesso, assumendo la natura di servo e divenendo simile agli uomini; e, trovato in forma umana, si umiliò diventando obbediente fino alla morte, e alla morte di croce”.
Attorno al cuore, una corona di spine evoca quella posta sul capo di Gesù durante la Passione, la ferita sanguinante richiama il colpo di lancia al suo fianco, e la croce ricorda la sua crucifissione. Le fiamme ai piedi della croce simboleggiano l’amore ardente di Dio per l’umanità, un attributo tradizionale della carità cristiana. Santa Margherita Maria Alacoque riporta le parole di Gesù: “Il mio Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo più contenere in sé le fiamme del suo amore, desidera diffonderle tra gli uomini per arricchirli dei suoi preziosi tesori”.
Batoni ha creato un’immagine che è immediatamente comprensibile e al contempo innovativa, rappresentando in modo tangibile la fonte dell’amore cristiano, incarnata nel Figlio di Dio. Gesù mostra sulla sua pelle i segni della Passione, come evidenziato dalle stigmate sulle mani. È il Signore risorto, non rappresentato come un giudice severo, ma come una figura mite, accogliente e amorevole. Il suo sguardo penetrante invita a non rimanere indifferenti. La palette di colori utilizzata da Batoni, ricca di toni morbidi e luminosi, priva di ombre scure e contrasti bruschi, sembra riflettere le parole di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore”.
Invito alla riflessione
Gesù sembra offrire il suo cuore spingendolo in avanti verso di te, nel vivo del tuo spazio. Con il gesto accogliente dell’altra mano, ti invita a fermarti e riflettere su ciò che hai di fronte. Questa immagine va oltre la semplice rappresentazione artistica: è un invito a condividere emozioni e sentimenti, ad aprirgli il tuo cuore per instaurare un dialogo autentico con Lui.
Il Cuore di Gesù, protagonista della scena, è simbolo di amore e compassione. Rappresentato in primo piano, è prova tangibile e simbolica del suo essere diventato uomo fino al centro della sua essenza. È la sede delle intenzioni e dei sentimenti, della capacità di sentire, soffrire e amare.
La corona di spine attorno al cuore richiama la Passione di Cristo, mentre la ferita sanguinante rimanda al colpo di lancia al suo fianco. La croce è memoria del sacrificio supremo che ha compiuto per l’umanità. Le fiamme ai piedi della croce simboleggiano l’amore ardente di Dio per gli uomini, un attributo tradizionale della carità cristiana.
Gesù, risorto e non rappresentato come un giudice implacabile, ma come una figura mite e amorevole, ti guarda e ti interpella. Questo dipinto ti invita a non rimanere indifferente, ma a cercare forza e conforto nel dialogo con Lui. Come scrive San Paolo: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.
Grazie per la tua attenzione e per aver condiviso questo momento di contemplazione.