Continua il nostro viaggio di preparazione al Giubileo del 2025 con il nono volume della collana Quaderni del Concilio, dal titolo “Il mistero eucaristico”. «Il Concilio Vaticano II è stato fortemente animato dal desiderio di condurre i cristiani a comprendere la grandezza della fede e la bellezza dell’incontro con Cristo. Per questo motivo era necessario anzitutto attuare, con la guida dello Spirito Santo, un adeguato rinnovamento della Liturgia, perché la Chiesa continuamente vive di essa e si rinnova grazie ad essa» (papa Francesco).
Primo frutto del Concilio Vaticano II
L’autrice Fausta Steni, una monaca agostiniana di vita contemplativa, che vive nella comunità del monastero dei Santi Quattro Coronari a Roma, rilegge i numeri 47-57 per meglio comprendere la Sacrosanctum concilium (SC), la costituzione sulla sacra liturgia, primo documento del Concilio Vaticano II, promossa per operare «la riforma e la promozione della liturgia» al fine di «far crescere ogni giorno più la vita cristiana tra i fedeli» (SC 1).
Questi numeri sono inseriti nel capitolo II della costituzione e Fausta Steni ci porta «dentro i momenti principali della celebrazione eucaristica, in un percorso che intende offrire alcune provocazioni capaci di mostrare che la santa Messa tocca le corde più intime del cuore e nutre la vita personale nelle sue profondità».
L’intenzione del Concilio
Perché il Concilio comincia dalla liturgia? Per l’urgenza pratica di sanare la separazione tra popolo di Dio e azione liturgica. Infatti è bene accennare all’esperienza della Messa che si celebrava prima del Concilio Vaticano II. Le persone anziane potrebbero ancora ricordarla.
La Messa quotidiana, in ogni diocesi e in ogni parrocchia, veniva celebrata dal sacerdote che leggeva per suo conto, mentre la comunità pregava a sua volta in silenzio, oppure diceva ad alta voce il Rosario. Era la forma normale della Messa feriale. In pratica il parroco celebrava privatamente a porte aperte. E, in più, alcune parti dovevano essere lette, sempre in latino, sottovoce, in particolare, la preghiera della consacrazione, considerata come un documento segreto. La Comunione poi veniva distribuita, di domenica, all’inizio o alla fine della Messa, senza alcun collegamento con la celebrazione.
Partecipare attivamente…
Il Concilio vuole porre fine a questa situazione che vedeva i fedeli “assistere” passivamente alla liturgia «come estranei o muti spettatori» e, riferendosi anzitutto al mistero eucaristico, vuole che tutti i fedeli, «comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola di Dio; si nutrano alla mensa del corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti» (SC 48).
… per lasciarci incontrare da Cristo
La liturgia eucaristica è per tutti, e tutti siamo chiamati, ognuno nel proprio ruolo, a partecipare attivamente, piamente e fruttuosamente, per sperimentare la forza e l’efficacia della vita di Cristo in noi. Il valore della Santa Messa è in sé stesso infinito. Però i suoi effetti, in ciò che dipende da noi, ci vengono applicati nella misura delle nostre disposizioni interne.
La liturgia è il culmine e la fonte della vita di ogni cristiano. Partecipare alla santa Messa non è tanto un obbligo, ma «incontrare il Signore risorto, o meglio per lasciarci incontrare da Lui, ascoltare la sua parola, nutrirci alla sua mensa, e così diventare Chiesa, ossia suo mistico Corpo vivente nel mondo» (papa Francesco).
Riscopriamo il valore della domenica e della santa Messa e disponiamoci ad accogliere tutti i tesori di santità, di sapienza e di scienza racchiusi in Gesù Cristo.