San Giovanni Bosco, a chi gli domandava le regole per diventare santo rispondeva:
- essere sempre allegri;
- Confessione, Comunione eucaristica e la preghiera;
- fare bene il proprio dovere, aiutando gli altri.
Nelle piccole cose di ogni giorno, nel lavoro che svolgiamo con dedizione, amore e senso di responsabilità, siamo chiamati a santificarci. Papa Francesco nella Gaudete et exsultate invita a non scoraggiarsi di fronte a «modelli di santità che appaiono irraggiungibili», perché dobbiamo seguire la «via unica e specifica che il Signore ha in serbo per noi». La strada verso la santità può essere infatti percorsa da tutti, siamo tutti chiamati a diventare santi, non per ciò che facciamo, ma per come lo facciamo.
Essere santi nel lavoro quotidiano
Nel ritmo frenetico della vita moderna, può sembrare difficile pensare alla santità come qualcosa di raggiungibile. Tuttavia, proprio il lavoro di ogni giorno può diventare il luogo in cui trasformiamo la nostra vita in una missione straordinaria.
Che si tratti di curare una ferita, di rispondere a una telefonata o di aiutare un collega in difficoltà, ogni piccola azione è un’opportunità per mostrare amore, compassione e generosità.
San Francesco di Sales diceva: «Fai bene quello che fai, per amore di Dio». È questo l’approccio che ci aiuta a vivere la santità attraverso le nostre occupazioni quotidiane, piccole o grandi che siano. È qui che si cela la chiave: non tanto nel cambiare ciò che facciamo, ma nel farlo con un cuore aperto all’amore e al servizio.
L’esempio di san Giuseppe Moscati
Un esempio splendido di santità nel lavoro ordinario è san Giuseppe Moscati, un medico napoletano che ha vissuto la sua professione come una vera vocazione di carità. È stato un modello integerrimo di medico cosciente del suo dovere professionale e della sua alta missione accanto alla sofferenza umana. Dal 1903 fino alla sua morte, dedica tutto sé stesso alla ricerca scientifica e contemporaneamente al servizio ospedaliero.
Con grande generosità e amore svolge la sua missione accanto agli ammalati, assistendo gratuitamente quelli più bisognosi.
Nella sala d’attesa del suo studio privato c’è una scritta per regolare gli onorari: «Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda».
Per Giuseppe Moscati, il lavoro è una forma di preghiera, un mezzo per santificare sé stesso e per avvicinare gli altri a Dio. Il ritmo febbrile delle sue giornate trae ordine e linfa dall’Eucaristia quotidiana. Paolo VI di lui ha detto: «È un laico, che ha fatto della vita una missione percorsa con autenticità evangelica, spendendo stupendamente i talenti ricevuti da Dio. […] La figura del professor Moscati conferma che la vocazione alla santità è per tutti, anzi è possibile a tutti».
La santità è alla portata di tutti
Seguendo l’esempio di san Giuseppe Moscati, possiamo capire che la santità è alla portata di tutti noi, indipendentemente dal ruolo che ricopriamo nella società. Non è riservata solo ai sacerdoti, ai religiosi o a chi compie grandi opere di carità, ma è un cammino che possiamo intraprendere attraverso la fedeltà nelle piccole cose.
Ogni giorno ci vengono offerte infinite occasioni per fare del bene: un sorriso, una parola di conforto, un gesto di pazienza. La vera sfida è farlo con amore, rendendo straordinario ciò che sembra solo ordinario.
Seguiamo gli esempi dei santi, senza stancarci mai, anche se la routine quotidiana sembra schiacciarci. Non smettiamo mai di percorrere la strada di luce che Dio ha preparato per ciascuno di noi.
E tu hai mai riflettuto sulla chiamata alla santità? Vivi in quest’ottica le tue occupazioni quotidiane, il tuo lavoro? Se vuoi, puoi condividere le tue riflessioni nei commenti.