Questo nuovo anno, ancora attraversato da smarrimento e solitudine, lo possiamo affrontare in modo positivo se ci lasciamo aiutare dalla forza della speranza per noi e per gli altri.
La speranza, da una parte ci spinge a non perdere di vista la meta finale che dà senso e valore all’intera nostra esistenza e, dall’altra, ci offre motivazioni solide e profonde per l’impegno quotidiano nella trasformazione della realtà per renderla conforme al progetto di Dio.
La speranza esprime la consapevolezza che in ogni giorno della vita e in ogni momento possiamo dire sinceramente, sulla base dell’impegno preso da Dio, che il meglio deve ancora arrivare. Infatti, la speranza non è passivo ottimismo ma, al contrario, «è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura» (papa Francesco, Angelus, 6 settembre 2015)
Per fronteggiare l’incertezza di oggi, di ciò che saremo domani, di ciò che il mondo sarà, dobbiamo ripeterci che è possibile far crescere e far germogliare il seme della speranza che, come dice Charles Péguy è la «sorella più piccola» della fede e della carità.
Possiamo farlo iniziando la giornata con una frase di uno scrittore, di un santo, di un filosofo, di un protagonista dei nostri tempi sui temi che attraversano la nostra vita: l’amore, l’amicizia, il ricordo, ma soprattutto la speranza. Portandola nel cuore e ripetendola durante l’arco della giornata ci aiuterà a metterci nuovamente in gioco, perché «la speranza è un filo invisibile che lega i sogni alla loro capacità di realizzarsi» (Stephen Littleword).
Per questo speriamo grandi cose per il 2022, speriamo anche in mezzo alle difficoltà.