Le preghiere di liberazione: un dono per intercedere, aiutare, confortare

Le preghiere di liberazione: un dono per intercedere, aiutare, confortare

San Michele arcangelo

Per chiedere al Signore di liberarci dal maligno quali preghiere possiamo fare? Sai che le preghiere di liberazione possono essere recitate da chiunque intenda chiedere al Signore per sé o per gli altri la guarigione e la liberazione dal male e dal maligno?
La preghiera di liberazione è uno strumento potente ed efficace posto nelle mani di ogni fedele che voglia non solo pregare per sé stesso, ma anche aiutare chi sta vivendo una profonda sofferenza spirituale a causa dell’influsso del maligno.
Certo non è da confondere con l’esorcismo ma, visto che la differenza è sostanziale, chiariamo come stanno le cose!

Che cos’è la preghiera di liberazione?

La preghiera di liberazione è una preghiera privata che può essere fatta da tutti, singoli o gruppi, e per tutti; non richiede nessuna autorizzazione. Ma va fatta bene: pur non avendo schemi o formule fisse, occorre osservare le norme generali delle preghiere che ci indica anche il Catechismo della Chiesa Cattolica nel capitolo dedicato alla preghiera cristiana. 
La preghiera di liberazione è, quindi, una preghiera privata di intercessione che viene fatta per sé o per gli altri, singolarmente o da un gruppo di fedeli o da un qualsiasi sacerdote, per impetrare da Dio, confidando sempre nella forza della Spirito Santo, la liberazione di chi soffre a causa dell’azione ordinaria del maligno.
È dunque lodevole che i fedeli preghino singolarmente e comunitariamente anche con l’intenzione di chiedere la liberazione dal maligno. Vale la pena specificare che è l’adesione a Gesù che libera dai lacci e dalle insidie del demonio: chi vuole essere davvero libero deve riscoprire la bellezza di una vita cristiana autentica, vissuta nella preghiera, nell’ascolto e nell’adesione alla Parola di Dio, nella partecipazione attiva ai sacramenti, primi fra tutti l’Eucaristia e la Riconciliazione, e nell’impegno generoso nella carità. 

Che differenza c’è tra l’“esorcismo” e la “preghiera di liberazione”?

La differenza è sostanziale. L’esorcismo è un sacramentale e coinvolge l’autorità della Chiesa e può essere amministrato solo dai vescovi o dai sacerdoti autorizzati dai vescovi.
Durante l’esorcismo il sacerdote affronta direttamente il demonio e gli intima, in nome della Chiesa, di andarsene: «Vattene, Satana…». 
Nella preghiera di liberazione i sacerdoti e i laici, singolarmente o comunitariamente, pregano il Signore affinché intervenga a liberare la persona sofferente: «Signore, noi ti preghiamo affinché tu liberi…».
È quello, del resto, che facciamo con il Padre nostro, quando alla fine diciamo: «Liberaci dal male». La parola “male”, in tale contesto, abbraccia ogni male che possa colpire l’uomo e quindi certamente anche il male più grande, che è quello che proviene da Satana.

Facciamo chiarezza

In molti libri di preghiera viene riportata la traduzione italiana dell’esorcismo di papa Leone XIII e anche alcuni sacerdoti sostengono che i laici lo possono recitare.
Però papa Benedetto XVI, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in una circolare del 29 settembre 1985, al n. 2 scriveva:
«Ai fedeli non è neppure lecito usare la formula dell’esorcismo contro Satana e gli angeli ribelli, estratta da quella pubblicata per ordine del Sommo Pontefice Leone XIII, e molto meno è lecito usare il testo integrale di questo esorcismo. I Vescovi procurino di avvertire i fedeli, in caso di necessità, su questa cosa».
Dunque, contro questo uso, c’è un decreto preciso e chiaro del Vaticano.

Chi può fare la preghiera di liberazione?

Dunque ogni credente può pregare per la liberazione, sua e dei fratelli, ma senza mai recitare esorcismi unendosi anche a gruppi che abbiano questo scopo.
Infatti, la preghiera in gruppo è sempre più efficace della preghiera del singolo. Ha detto Gesù: «Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà» (Mt 18,19).

La forza della lode

Don Gabriele Amorth insegnava che nella preghiera di liberazione, usata nei casi meno gravi e fatta dai laici, è la lode che acquista la forza decisiva. Anche la Bibbia ce lo dice: durante la battaglia contro Amalec, Mosè prega sul monte e sono le sue braccia alzate in preghiera che ottengono la vittoria (cfr. Es 17,8-14).
Gesù Cristo ha riportato la vittoria decisiva sul maligno e la preghiera di lode è capace di riordinare l’universo ferito dal peccato.
Il maligno aveva tentato di spegnere la lode in cielo, trascinando gli angeli ribelli all’Inferno. Tentò poi di interrompere la lode di Adamo, l’uomo che doveva raccogliere la voce dell’universo e lodare il Creatore. Adesso, ogni volta che il nemico sente la preghiera di lode, risente la vittoria di Cristo, da cui è stato sconfitto. La lode a Dio è ora il canto di Cristo vittorioso: sulla morte, sul peccato, sui demòni.

Da oggi, allora, ricordiamoci due cose:
1. Ogni volta che ci rivolgiamo al Signore con la preghiera del Padre nostro, nella richiesta: «Liberaci dal male» è contenuta tutta la forza di un’autentica preghiera di liberazione!
2. Lodiamo Dio, sempre, per ogni cosa e in ogni luogo, lodiamolo per la luna, per le stelle, per la vita, per il giorno, per la notte, per l’amicizia… ci uniremo così al canto vittorioso di Gesù Cristo crocifisso e risorto!



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