Liturgia della domenica: 5 gennaio 2025

Liturgia della domenica: 5 gennaio 2025

San Giovanni Battista

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” gennaio-febbraio 2025

2ª domenica dopo Natale
2ª sett. salt.


PRIMA LETTURA

Dal libro del Siràcide (Sir 24,1-4.12-16 (NV) [gr. 24,1-2.8-12])
La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti». Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creata, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora». – Parola di Dio.

Commento alla prima lettura

La prima lettura ci presenta la sapienza in persona che loda sé stessa alla presenza di Dio e riconosce che in mezzo al popolo viene ammirata: «Nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta». Finché arriva il momento in cui il Creatore le dice: «Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele… così mi sono stabilita in Sion». La sapienza qui descritta è Gesù stesso, Parola di vita e di verità. È lui la sapienza di fronte alla quale i fedeli si rallegrano; è lui la sapienza che ha posto la sua tenda in mezzo agli uomini, anche se poi questi non l’hanno riconosciuto. A questa parola, il salmo responsoriale ci fa rispondere in questo modo: «Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi». Questa è la grandezza del cristianesimo! Non siamo noi a dover cercare Dio o a dover andare a lui, perché Dio è già venuto in mezzo a noi e ha posto la sua tenda nella nostra vita: non ve ne state accorgendo, direbbe il profeta Isaìa?


SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (Ef 1,3-6.15-18)
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi. – Parola di Dio.

Commento alla seconda lettura

 Il testo è suddiviso in due parti. Nella prima parte Paolo, talmente lieto da restare quasi senza fiato, innalza a Dio Padre un inno di lode per Gesù Cristo suo Figlio, venuto in mezzo a noi. Benedizione su benedizione. Nella seconda parte, invece, la lode a Dio abbraccia i fratelli nella fede, che condividono la sua esperienza. Per tutti loro Paolo prega e implora Dio affinché ciascuno possa crescere nella conoscenza/esperienza di Gesù, poiché più lo conosciamo, più comprenderemo a cosa ci ha chiamati: al cielo! E per farlo, si è fatto lui stesso come noi, per renderci come lui: santi tra i santi. Espressioni che dicono quanto Dio abbia fiducia di noi tutti, quanto non si sia pentito dall’averci creati a sua immagine: Dio crede in noi e in Gesù è la Parola definitiva con la quale vuole dirci tutto il suo amore per noi. Sta a noi, allora, rispondere a lui con canti di gioia.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. [Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.] Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. – Parola del Signore.

Commento al Vangelo del giorno

In questo tempo natalizio più volte ci è stato presentato questo testo del Vangelo. Quella che può apparire una banale ripetizione è invece un modo attraverso il quale la Liturgia vuole aiutarci a scandagliare e approfondire il mistero del Natale. Un testo che, in mezzo alle tante luci di questo tempo, mira ad aiutarci ad andare all’essenziale, a cogliere che Gesù è «Luce da Luce, Dio vero da Dio vero». Tutto è stato fatto per mezzo di Lui. C’è un altro dettaglio che merita di essere sottolineato: non solo siamo invitati a cercare l’essenziale, ciò che conta è Gesù, ma anche a comprendere che nella nostra vita c’è un essenziale talvolta nascosto persino a noi stessi. Siamo talmente presi dalle cose esteriori da non accorgerci che c’è un “di più” che chiede di essere trovato; c’è un essenziale nel nostro cuore che chiede di essere riconosciuto. E per riconoscerlo, mi è stata data una luce di sapienza (I lettura) affinché comprenda a quale altezza (II lettura) sono chiamato a fissare il mio sguardo: la santità.


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