Maria Goretti con la sua vita testimonia, soprattutto ai giovani, che quella della purezza è la strada da percorrere. In tempi nei quali la donna viene trattata come un oggetto del quale ci si può sbarazzare senza tanti problemi, fino ad arrivare alla violenza estrema, Maria Goretti ci ricorda il senso della propria dignità e integrità. Era il 6 luglio del 1902, quando, dopo aver perdonato il suo assassino, a Nettuno moriva, ad appena 12 anni. Fu vittima dell’aggressione di Alessandro Serenelli, un giovane ventenne, che decise di uccidere questa ragazza che con coraggio, ci ricorda il cardinal Comastri, «difendeva la dignità della donna e la dignità dell’amore vero».
La purezza «è un diamante di grande valore»
Scriveva san Giovanni Bosco a proposito della purezza: «La virtù nei giovani cuori è un prezioso ornamento, che li rende cari a Dio ed agli uomini. Ma la virtù regina, la virtù angelica, la santa purità è un tesoro di tale pregio, che le giovanette, che la possedono, diventano simili agli Angeli di Dio, sebbene siano ancora mortali sopra la terra. […] La purità è un diamante di gran valore». E il beato Alberto Marvelli scriveva«Vivere in purezza. Come si apprezza questa virtù in mezzo a tanto fango! Ma è difficile conquistarla? È difficile per chi crede riuscirci coi mezzi umani, ma per chi si alimenta alle sorgenti inesauribili della grazia e dell’amore, sorretto dall’Eucarestia, dalla meditazione e dalla volontà, essa è raggiungibile». Maria Goretti, che a queste sorgenti si alimentava, è divenuta simbolo proprio di questa purezza difesa al costo della vita. Quanto il mondo di oggi ha da imparare da lei!
«L’amore è diventato gioco del corpo»
Ha detto il cardinal Comastri, nell’omelia pronunciata il 23 gennaio 2020, in occasione del ritorno delle spoglie di santa Maria Goretti nella sua città natale: «Molti oggi pensano che la vita sia soltanto quella che si gode quaggiù (quindi niente sacrificio, niente impegno ma una corsa frenetica verso il divertimento fino all’autodistruzione: e ogni sabato notte ne abbiamo le prove); molti oggi pensano che l’amore sia soltanto soddisfazione del proprio istinto (quindi nessuna fedeltà, nessuna legge… neppure quella del bene dei figli): l’amore è diventato gioco del corpo e la persona è ridotta a pochi centimetri quadrati. Che squallore! Questo è un pericolosissimo tradimento dell’amore e toglie dignità alle persone e rende possibile ogni violenza». Sempre in quell’occasione il cardinal Comastri ha ricordato: «Nell’anno 2000, don Oreste organizzò un pellegrinaggio a Loreto di ex-prostitute.
Facemmo una veglia di preghiera nella Cappella del Pomarancio e, alla fine, una ex-prostituta mi chiese di poter dire una parola. La lasciai parlare e testualmente disse così: Io so che cosa è l’inferno! Io l’ho provato. Per tanti anni io sono stata una fogna che raccoglieva sperma durante abbracci senza amore: erano soltanto incontri di corpi, volgarmente incontri di corpi… senza anima, senza sentimento, senza amore. Ora, grazie a don Oreste, ho capito che prima non ero donna, ma soltanto un deposito di sperma. Ora so che cosa è il Paradiso: il Paradiso è il cuore puro, è il cuore capace di amare, è il cuore libero dall’egoismo. Ora capisco le parole di Gesù: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!” Sì, ora vedo tutto con un occhio diverso perché il mio cuore è puro. E non finirò mai di ringraziare don Oreste perché mi ha aperto gli occhi!».
Guardiamo a santa Maria Goretti, al suo esempio limpido e puro. A lei affidiamo soprattutto i nostri giovani esposti a tentazioni di ogni genere. Possa la Santa della purezza illuminare i loro cuori e le loro menti.
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