Nel Vangelo che ascolteremo la notte di Natale appare un angelo.
Ma chi è un angelo? Nel Vangelo di Luca abbiamo una risposta molto chiara: dopo l’apparizione dell’angelo, i pastori vanno a Betlemme, cioè prendono la giusta direzione. Allora a cosa servono gli angeli? A fare la cosa giusta al momento giusto.
Gli angeli sono coloro che, come pura trasparenza di Dio, hanno gli occhi fissi su Dio. E per gli uomini ci sono due alternative: o si hanno gli occhi fissi su Dio o si hanno gli occhi centrati su sé stessi.
In un angelo c’è la trasparenza di Dio; non c’è ombra, non c’è opacità, non ci sono doppi fini.
L’angelo dice subito: «Vi annuncio una grande gioia» (Lc 2,10), non una gioia qualsiasi, ma una gioia che sarà di tutto il popolo. È nato un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia, ossia un bambino pronto a farsi cibo.
E poi gli angeli aggiungono: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14). Che vuol dire questo? A volte noi pensiamo che il mondo di Dio, il mondo degli angeli sia totalmente staccato dalla realtà. Si va in chiesa, si ascoltano tante belle cose, però poi la vita è un’altra cosa.
L’annuncio degli angeli dice una cosa completamente diversa: la gloria di Dio nell’alto dei cieli è la pace sulla terra degli uomini che egli ama. Questo significa che la gloria di Dio è chi ha un rapporto vero con Dio, chi vive la pienezza.
Essere di Dio non significa essere astratti, essere di Dio significa essere concreti. Quante volte invece siamo schiavi dei nostri schemi, dei nostri pregiudizi, di tutto ciò che sta nella testa.
Chi è di Dio, invece, è concreto perché sa che c’è un posto, ogni giorno, dove si incontra Dio nella vita ed è la nostra realtà. L’angelo è colui che Dio mi manda per entrare nella realtà, perché il problema non è la realtà, non c’è una realtà giusta o una realtà sbagliata, c’è un modo giusto o sbagliato di vivere la realtà.
L’incarnazione è Dio che entra nella realtà, che entra nei nostri limiti e ci rende capace di viverli in pienezza: i miei limiti, quelli di mia moglie, quelli della mia parrocchia, quelli dei miei figli.
Infatti, o si vive scappando, arrabbiandosi continuamente, o si vive incarnandosi continuamente; o si vive con la vita di Dio qui sulla terra o si vive secondo schemi umani.
Ecco, allora, chi è un angelo: un messaggero di Dio, uno che Dio manda, uno in cui c’è trasparenza, non c’è ombra, non c’è opacità, non c’è doppio fine, uno che è capace di fornire alla nostra vita quell’annunciazione dove il passato si trasforma nel presente e nel futuro.
Allora chiedo per voi e per me che questo Natale non sia semplicemente un confronto tra quello dell’anno scorso e quello dell’anno prossimo, ma che in questo Natale Dio ci dia la parola giusta e ci faccia fare la cosa giusta al momento giusto.
È l’augurio che faccio a me e a voi.
Puoi leggere la meditazione intera, insieme a quelle sugli altri personaggi del presepe e prepararti con loro al Santo Natale nel libro: Novena al Natale.