Negli anni precedenti il concilio Vaticano II, i fedeli sentivano l’esigenza di capire la Messa, che si svolgeva ancora in latino e i cui gesti e riti spesso venivano percepiti come qualcosa di “vecchio” e lontano dalla vita di tutti i giorni.
I padri conciliari hanno ascoltato le richieste che venivano dal popolo di Dio e hanno risposto attraverso la costituzione Sacrosanctum Concilium, che non a caso è stata la prima a essere approvata, con ben 2147 voti favorevoli e solo 4 contrari. Con questo documento il concilio non solo ha spiegato gli aspetti dottrinali della liturgia, ma ha dato ufficialmente il via a uno straordinario rinnovamento volto a rendere la Messa (e tutta la liturgia!) un momento di vera condivisione e partecipazione.
Innanzi tutto, è stata abbandonata la lingua latina a favore delle lingue nazionali: questo ha comportato una vera e propria rivoluzione, visto che era dal IV secolo che la Messa si celebrava in latino. Papa Paolo VI, nella parrocchia di Ognissanti sull’Appia Nuova, a Roma, ha celebrato la prima Messa in lingua italiana il 7 marzo 1965, affermando: «È un grande avvenimento, che si dovrà ricordare come principio di rigogliosa vita spirituale, come un impegno nuovo nel corrispondere al grande dialogo tra Dio e l’uomo».
La Chiesa aveva finalmente preso atto del fatto che i fedeli non erano semplici spettatori di un rito “fatto” dal sacerdote, ma attori a pieno titolo della celebrazione. E questo aspetto teologico è stato poi tradotto visivamente attraverso una nuova posizione del sacerdote durante la Messa, non più rivolto verso l’altare, di spalle ai fedeli ma verso i partecipanti alla celebrazione.
La liturgia ha il compito di rendere presente ed efficace la salvezza portata da Cristo più di duemila anni fa in Palestina, nel “qui e ora” dell’assemblea che celebra; e questo oggi lo realizza attraverso un linguaggio e segni sensibili che finalmente possono essere capiti e partecipati da tutti.
La Sacrosanctum Concilium è stato il punto di partenza di una profonda riforma della liturgia che è ancora in divenire.
Il prossimo Giubileo, indetto da papa Francesco, sarà nel 2025 e avrà come tema la speranza (“Pellegrini di speranza” è il titolo).
Per volontà del Santo Padre, la preparazione a questo grande evento della Chiesa inizierà quest’anno e il 2023 sarà dedicato alla riscoperta dei temi fondamentali delle quattro costituzioni del concilio Vaticano II.
Il Dicastero per l’Evangelizzazione, in collaborazione con l’Editrice Shalom, ha realizzato 34 brevi sussidi, scritti da esperti con linguaggio comprensibile a tutti, per permettere a quanti non conoscono a fondo l’evento conciliare di scoprire il suo insegnamento.
Nove volumi di questa pregiata opera sono dedicati all’approfondimento della Sacrosanctum Concilium.