Mentre il tempo medio trascorso su internet sale a circa sei ore al giorno, diverse forme di dipendenza dalla tecnologia dilagano fra i giovani.
In Italia, almeno 700 mila adolescenti sono dipendenti da web, social e videogame. Cosa possono fare le famiglie e le comunità cattoliche?
La dipendenza digitale tra i giovani: una riflessione alla luce della fede cattolica
Nell’era moderna, i dispositivi digitali, in particolare gli smartphone, sono diventati strumenti onnipresenti nella nostra vita quotidiana. La loro comodità e utilità sono innegabili, ma, come ogni strumento, l’uso eccessivo può portare a conseguenze indesiderate. C’è una crescente preoccupazione, infatti, per la “dipendenza digitale” soprattutto tra i più giovani. I danni che essa causa vanno da quelli fisici (miopia, obesità, disturbi muscoloscheletrici per dirne alcuni) a quelli psicologici. Un quadro decisamente allarmante e che è destinato a peggiorare. Alla luce della fede cattolica, come dovremmo affrontare e comprendere questo fenomeno?
Il dono della creazione e l’uso responsabile
La Chiesa cattolica insegna che ogni dono della creazione, incluso il progresso tecnologico, viene da Dio e, come tale, ha il potenziale di essere usato per il bene. Tuttavia, come ogni dono, ha anche la potenzialità di essere abusato.
La sfida sta nel discernere come utilizzare questi strumenti in modo responsabile e in armonia con la nostra vocazione di figli di Dio. La Chiesa ha sempre sottolineato gli aspetti positivi da sfruttare e i rischi da evitare. Ciò che viene offerto dalle tecnologie comunicative di tipo digitale, anche per quanto riguarda l’evangelizzazione, è un’aggiunta e un ampliamento, è un potenziamento, ma non una sostituzione delle relazioni autentiche che necessitano di un faccia a faccia. La moltiplicazione delle relazioni che vengono rese possibili è senz’altro un aspetto positivo da sfruttare, i rischi sono la possibilità di una perdita della presenza.
Riconoscere la vera comunità
Come abbiamo già detto, sebbene i telefonini ci consentano di connetterci istantaneamente con persone di tutto il mondo, la dipendenza da questi dispositivi può compromettere le nostre relazioni dirette. Gesù ha chiamato i suoi discepoli a vivere in comunità, sottolineando l’importanza delle relazioni autentiche. Riducendo il tempo trascorso sugli schermi, possiamo riscoprire il valore e la bellezza delle interazioni umane dirette.
Tempo di silenzio e preghiera
La continua connettività può ostacolare i momenti di riflessione e preghiera. La tradizione cattolica ci ha sempre invitati a dedicare del tempo al silenzio, permettendo a Dio di parlarci nel profondo dei nostri cuori. Distogliendoci periodicamente dalla tentazione di controllare incessantemente i nostri dispositivi, possiamo ritrovare quei momenti sacri di connessione con il Divino.
Educare alla moderazione e al discernimento
È essenziale educare i giovani alla moderazione nell’uso della tecnologia. Le famiglie e le comunità cattoliche hanno un ruolo fondamentale in questo. Oltre a stabilire limiti pratici, è importante guidare i giovani a comprendere la vera natura e lo scopo della tecnologia nella loro vita, aiutandoli a discernere quando e come usarla in modo efficace e sano.
Tanti sono gli esempi di un uso positivo della tecnologia, dei social in particolare, per veicolare messaggi di luce e di fede. Tutto questo, deve essere ben chiaro e fatto comprendere ai giovani, non deve sostituirsi alle esperienze in presenza.
La dipendenza digitale è una sfida reale nel mondo contemporaneo, ma, nell’orizzonte della fede, possiamo navigare in queste acque turbolente. La nostra chiamata è quella di utilizzare i doni della tecnologia con saggezza, sempre mantenendo al centro le nostre relazioni autentiche e la nostra relazione con Dio.
Pensi anche tu che un uso responsabile della tecnologia possa essere di aiuto nell’evangelizzazione soprattutto dei più giovani? Hai esperienze da raccontare in proposito? Ti invitiamo a scriverle nei commenti qui sotto.