Un’oasi di speranza per la salute mentale a Kinshasa

Un’oasi di speranza per la salute mentale a Kinshasa

Suore ospedaliere

Le Suore Ospedaliere, a Kinshasa (capitale delle Repubblica Democratica del Congo), salvano dalla strada i malati mentali accusati di stregoneria. Sono anziani, bambini, donne sole con i figli, adolescenti, adulti, tutti uniti dal comune denominatore della sofferenza psichica. Le suore li vanno a cercare nelle vie polverose di Kinshasa e il Centro di salute mentale Telema è il luogo dove queste persone sono accolte, assistite, rispettate e amate.

Situazione attuale dell’assistenza psichiatrica in Africa

La salute mentale non è una priorità. L’Africa subsahariana fa fronte innanzitutto ai problemi di salute fisica; anche gli aiuti economici e umanitari, di cooperazione internazionale, si focalizzano sui problemi fisici e relegano in secondo piano la salute mentale.
Inoltre, ci sono poche strutture destinate alla cura di questo tipo di malattia e, di conseguenza, vi è una grave carenza di risorse umane: pochi psichiatri, rari infermieri specializzati e operatori sociali. Meno dell’1% dei bilanci sanitari sono destinati ai trattamenti per le persone affette da malattia mentale. 
Kinshasa non è l’eccezione in Africa. In molte altre città del continente il problema si ripete. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre il 10% degli africani soffre di qualche tipo di malattia mentale, ma il budget che i governi stanziano per le cure è quasi inesistente in molti paesi e i servizi di neuropsichiatria negli ospedali sono rari.

Suor Ángela sistema una bambola.

Accusati di stregoneria

Depressione, ossessioni compulsive, schizofrenia, disturbi bipolari, autolesionismo, ritardi cognitivi, alcolismo, epilessia e abuso di sostanze psicotrope sono, in generale, i maggiori problemi che si riscontrano.
Quando qualcuno mostra i sintomi di un disturbo mentale, non viene portato in ospedale perché la famiglia pensa a un incantesimo, che sia una questione di stregoneria, che sia posseduto da uno spirito maligno; ci si rivolge, così, allo stregone per ottenere la liberazione. È il caso Guy. Quando le suore lo trovano fuori dalla porta di casa, ha il corpo coperto di piaghe e di mosche. È stato lasciato per strada dai genitori che, dopo che i due fratelli sono morti nel giro di pochi giorni, lo accusano di stregoneria, lo picchiano a sangue e gli versano addosso acqua calda; ancora tramortito, la famiglia lo abbandona su un marciapiede. Le suore del Sacro Cuore di Gesù lo accolgono e lo curano… Guy, oggi, insegna francese ai giovani e prega, e chiede di pregare, per la conversione della sua famiglia.
Spesso le persone con una malattia mentale vengono “etichettate” e discriminate socialmente, soprattutto nelle grandi città, e questo porta all’emarginazione, al rifiuto e all’abbandono. Non è raro vederle vagare per le strade, spesso esposte ad aggressioni e insulti, a violenze fisiche e abusi sessuali. Come accaduto a Joséphine che, dopo un esaurimento, è finita a vivere per strada, indossando abiti laceri, senza lavarsi per anni e nutrendosi dai bidoni. Una suora l’ha portata al centro Telema e un mese dopo «aveva di nuovo il suo sorriso, la sua dignità». Ora gestisce una piccola impresa.
Una stupenda storia di riscatto e di rinascita!

Il Centro di salute mentale Telema

Per portare speranza ai pazienti più poveri di Kinshasa affetti da queste patologie, le Suore Ospedaliere del Sacro Cuore hanno fondato il Centro di salute mentale Telema, che nella lingua locale significa “rimettere in piedi qualcuno che è caduto”.
Le prime suore arrivarono a Kinshasa nel 1989 su richiesta della Chiesa locale, che si vedeva impotente e voleva offrire una soluzione ai malati che vagavano per le strade. Due anni dopo, nel 1991, viene inaugurato il Centro Telema nel quartiere Matete della capitale congolese.  
La missione della Suore Ospedaliere incarna ed esprime il carisma dell’ospitalità nell’accoglienza, nell’assistenza, nella cura specializzata e preferenziale di persone affette da malattie mentali, disabilità intellettive o fisiche e altre malattie, tenendo conto delle esigenze e delle emergenze di ogni tempo e di ogni luogo, con particolare attenzione ai più poveri e bisognosi.

Suor Alina, superiora delle Suore Ospedaliere

Come operano le Suore Ospedaliere

Le Suore Ospedaliere del Sacro Cuore prestano un’assistenza integrale alle persone affette da disturbi mentali, che comprendono la prevenzione, il trattamento, la riabilitazione e il reinserimento sociale, affinché possano recuperare il loro progetto di vita con dignità e mantenere un’adeguata qualità del vivere. L’obiettivo è prevenire l’emarginazione dei malati di mente, in modo che i familiari e le altre persone capiscano che le malattie mentali sono come tutte le altre e che hanno le loro cause e le loro cure efficaci.
Attualmente le Suore Ospedaliere gestiscono oltre 370 centri e unità in Africa, Asia, Europa e America Latina.
Sono presenti in 25 paesi con 17.300 posti sanitari e sociali e circa 2 milioni di pazienti nell’ultimo anno; questo lavoro è possibile grazie all’impegno umano e professionale di 1.000 suore, 11.100 lavoratori e numerosi volontari.

Terapia e lavoro manuale

Le persone che soffrono di malattia mentale possono lavorare anche in presenza di sintomi. Il lavoro aiuta a rinforzare il senso di autostima, a migliorare le relazioni sociali e a recuperare il proprio ruolo all’interno della famiglia.
In un’ala del Centro è presente anche un laboratorio professionale dove una trentina di persone si occupa di cucito, ricamo e creazione di oggetti di ogni genere con un duplice scopo: quello terapeutico e quello di autofinanziarsi. Le famose bambole di stoffa sono il fiore all’occhiello del laboratorio.
Una delle priorità delle Suore Ospedaliere non è isolare i malati negli ospedali o nei centri di accoglienza, ma sensibilizzare le famiglie perché imparino a considerare le malattie mentali curabili, e in alcuni casi guaribili, alla stessa stregua di altre patologie; a vivere con i propri cari e a prendersi cura di loro, nonostante le cure siano prolungate e richiedano molta pazienza. 
Le Suore Ospedaliere mostrano un percorso di servizio e dedizione, soprattutto a favore dei più bisognosi. Sono molto ammirate e amate dagli africani, perché non hanno paura di aiutare “coloro che suscitano paura”. Sono disposte a donarsi agli altri amando senza limiti.

Guardando al futuro…

La malattia mentale è purtroppo ancora oggi un tabù e, non solo in Africa, è un argomento di cui è preferibile non parlare, una questione su cui è difficile indagare e riflettere. Ma la riflessione su ciò che appare diverso, “strano”, è un dovere al fine di superare le barriere dell’ignoranza e della paura che escludono ed emarginano.
Per quanto riguarda le Suore Ospedaliere sono un esempio, stanno mostrando un percorso, un modo di servire e accompagnare i più bisognosi, attraverso la cura della persona nella sua integralità, il suo reinserimento nella società e la difesa della sua dignità. 
Cerchiamo di avere un nuovo approccio verso le persone affette da disturbi mentali, cominciando ad abbattere le barriere della diffidenza, dell’emarginazione e dell’esclusione.


Un’oasi di speranza per la salute mentale a Kinshasa

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