Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2024
10ª domenica del Tempo Ordinario (B)
2ª sett. salt.
PRIMA LETTURA
Dal libro della Gènesi (Gen 3,9-15)
[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Nel racconto della Gènesi, Satana (definito astuto, cioè capace di confondere), tenta di convincere Adamo ed Eva che Dio non è buono. Sembra buono, ma non lo è. Una volta convinti gli uomini di questo gli sarà facile portarli alla ribellione. Il serpente presenta un Dio che nasconde qualcosa, che si tiene un segreto per sé, un Dio che non può sopportare che qualcuno diventi come lui e così li spinge a mangiare il frutto dell’albero, a trasgredire, così da poter conoscere i segreti di Dio. Ma erano già come lui. Non siamo forse creati a sua immagine e somiglianza? Ma ecco che dopo il peccato Adamo ed Eva si accorgono di essere nudi, cadono nell’insicurezza. Rotta la comunione con Dio, l’uomo non sa più collocarsi. Alla domanda di Dio: «Dove sei?», Adamo non sa rispondere. È questa una delle pagine più tragiche di tutta la Bibbia. In Cristo questa “voce” del Padre che cerca Adamo perduto si fa carne, in lui risuona il definitivo: «Adamo dove sei?», di fronte al quale l’uomo può lasciarsi trovare o continuare a nascondersi. Gesù, luce del mondo, offre all’uomo la possibilità di venire alla luce.
SECONDA LETTURA
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (2Cor 4,13 – 5,1)
Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne. Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
Sebbene fragili come «vasi di creta», siamo però radicati in quella forza che viene a noi dalla fede e ci rende «convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi». Se da un lato Paolo sperimenta l’indebolimento nel fisico, dall’altro si sente sempre più rafforzato e rinnovato nell’uomo interiore. Pur avendo davanti a sé l’orizzonte delle realtà visibili e, quindi, passeggere, riesce a oltrepassarle per fissare lo sguardo sulle cose invisibili ed eterne: la consapevolezza che il suo corpo è come un’abitazione che dovrà lasciare non gli procura tristezza, perché vive in lui la certezza che sta per ricevere una dimora eterna con Dio, non costruita da mani di uomo. Molti oggi si vantano di credere solamente a quello che vedono e toccano. Siamo però sicuri che siano capaci di vedere tutta quanta la realtà? Sono tante le cose che non vediamo e delle quali non ci accorgiamo, che alla fine sono anche le più vere. Anche noi con Paolo “sappiamo” che Gesù Cristo è risuscitato dai morti e avremo, in lui, parte alla sua vittoria sul peccato e sulla morte.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,20-35)
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo del giorno
«Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». È questa una delle espressioni evangeliche sulla quale ci capita di ritornare per capirne bene il significato. Cosa è mai questa bestemmia contro lo Spirito Santo? Non è una parolaccia, ma un modo di vivere. Come ci ricorda il Catechismo, «la misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna» (CCC 1864). L’uomo senza lo Spirito non può vivere. Nella Bibbia alla base della parola Spirito c’è l’immagine del respiro, dell’alito: chi ha lo Spirito di Dio, vive. Gesù vuole darcelo perché lui possiede la pienezza dello Spirito: è chiaro allora perché la bestemmia contro lo Spirito non può essere perdonata; significherebbe il rifiuto di Gesù come portatore dello Spirito. Chi respinge Gesù fino alla fine respinge lo Spirito e questo non può essere perdonato perché non ce ne è un altro.