Don Elia Bellebono. Vivere nel segno del Sacro Cuore di Gesù

Don Elia Bellebono. Vivere nel segno del Sacro Cuore di Gesù

Don Elia

La figura di don Elia Bellebono è straordinaria e semplice al tempo stesso, è in fondo la storia di un apostolo, innamorato del suo Signore sempre, da ciabattino prima e da sacerdote poi. Il cammino verso il sacerdozio per don Elia fu infatti lungo e pieno di ostacoli (diventò sacerdote quando aveva 65 anni); prima di diventare sacerdote esercitò il mestiere di ciabattino: «Tutta la vita di Elia, prima da ciabattino poi da sacerdote, è stata un mettersi al servizio del Signore, con umiltà, con pazienza, da vero apostolo del Sacro Cuore. Tutta la sua missione è rivolta, su precise indicazioni di Gesù, a riportare sulla retta via i peccatori, a ricondurli al Signore accogliendo i doni della sua misericordia» (Giuseppe Cucco, Presidente della Fondazione «Opera del Sacro Cuore di Gesù»).

Le apparizioni di Gesù a don Elia: guidato a una missione particolare

La data dell’ottobre 1969 segna in maniera profonda la vita di Elia. Egli arriva a Urbino, dopo aver compiuto un viaggio ad Assisi e non può immaginare la missione alla quale intende chiamarlo il Signore in questo luogo.
Bellebono si trova a pregare nella chiesa di San Francesco, di fronte al tabernacolo. Elia si inginocchia davanti al suo Maestro e comincia, in silenzio, il suo dialogo con il Signore. Ed è in quel momento che accade qualcosa di straordinario: gli compare Gesù nella sua maestosa luce, sopra una bianca nuvola leggera. «Desidero che tu faccia costruire un Santuario dedicato al mio Cuore Sacratissimo. Farai dipingere un quadro come tu mi vedi, che abbia a regnare nel centro del Santuario stesso e lì farò piovere tante grazie».
La visione lo lascia esterrefatto. La missione che gli sta affidando il Signore richiede un amore incondizionato, forte e profondo verso Gesù. Elia nutre nel suo cuore questo amore, e il Signore lo sa bene.

Il quadro del Sacro Cuore di Gesù

Il 7 gennaio 1973, Gesù appare di nuovo ad Elia a Villadossola, in Piemonte, e gli dice: «Farai dipingere un quadro del Sacro Cuore, come tu mi vedi, tu darai tutte le indicazioni. Finché ci sarai, lo puoi tenere tu, ma è destinato ad essere portato a Urbino perché là Io voglio un Santuario Parrocchia destinato al Mio Amore; sarà la sede del Mio Amore e della Mia Misericordia e farò piovere tante grazie. Questo Santuario lo voglio in Urbino perché è stato il primo posto dove tu hai parlato per la prima volta pubblicamente di Me e della Mia Misericordia per voi».


Lasciamo alle parole di Elia la descrizione di Cristo: «Dal Tabernacolo una nube bianca sorge improvvisamente, essa è di un candore accecante e da piccola che è si espande lentamente. Ad un tratto essa si squarcia e nella luce accecante c’è un bagliore ancora più luminoso, la Figura Divina di Gesù. È vestito di una tunica bianca lucente, fermata alla vita da un cingolo d’oro, le spalle sono ricoperte da un manto pure d’oro, anche i sandali sono aurei. Gesù porta i capelli biondi e fluenti sulle spalle, divisi da una scriminatura in mezzo al capo. Anche la barba è bionda. Gli azzurri occhi splendono nel roseo viso. Il Suo Cuore, coronato di spine, è sormontato dalla piccola croce e dalla ferita del cuore sgorga sangue che macchia la bianca tunica. Nelle mani e nei piedi si possono vedere le ferite cicatrizzate: Gesù tiene il manto d’oro con la mano sinistra all’altezza della vita mentre la destra è libera». Il fulcro della visione rimane il Sacro Cuore di Gesù, coronato di spine e sanguinante d’amore per il mondo, per ogni uomo.

Il Santuario del Sacro Cuore di Gesù

Il Santuario del Sacro Cuore è la vocazione “nella vocazione” di Elia: è il sogno che egli ha fatto con il suo Signore.
È situato in località Ca’ Stoccolo a Urbino e il 3 settembre 2021. È un venerdì, il primo venerdì del mese, il giorno dedicato al Sacro Cuore ed è il giorno dopo il venticinquesimo anniversario della morte di Elia Bellebono. Il Santuario viene consacrato e dedicato al Sacro Cuore di Gesù.
Si erge in una spianata verde e bionda, la sua forma ellittica così avvolgente da sembrare un abbraccio che il Signore è pronto a offrire a chiunque lo cerchi con cuore sincero. Questa architettura interpreta con pregio artistico e spirituale il disegno dell’amore misericordioso di Gesù: l’abbraccio del Signore vive in quelle spirali che si chiudono in sé ma allo stesso tempo danno l’idea di aprirsi a ogni pellegrino che desideri visitare il Santuario.
Il progetto del Santuario è firmato da due nomi importanti del panorama artistico contemporaneo: Yasuo Watanabe e Walter Valentini, insieme all’Interstudio di Pesaro. La porta di bronzo, imponente e riccamente istoriata, simboleggia la porta del cielo. Il campanile svetta verso l’alto e sopra a esso è posta una sfera, simbolo del mondo, sormontata dalla croce di Cristo.

La facciata maestosa e imponente reca a destra della porta, in rilievo, la preghiera che Elia Bellebono compose per invocare il Cuore di Gesù:

Cuore di Gesù, tu sai.
Cuore di Gesù, tu puoi.
Cuore di Gesù, tu vedi.
Cuore di Gesù, provvedi.
Cuore di Gesù, concedi.
Cuore di Gesù, crediamo al tuo amore per noi.
Cuore di Gesù, pensaci tu.


Sacro Cuore di Gesù

Via Ca’ Staccolo 3 – 61029 Urbino
www.sacrocuoredigesu.org


Nel circostante candore, spicca la sede del famoso quadro di Gesù, opera dell’artista egiziano Adel El Masry. È posto sopra l’altare maggiore, in fondo, ben visibile a tutti. Il pittore ha realizzato questa famosa immagine dopo aver ascoltato il racconto di Elia della sua visione di Cristo.

Don Elia ci invita ad affidarci al sacro cuore di Gesù, a riscoprirci amati da un Dio capace di infinita misericordia, rivolgiamoci a lui con fiducia, magari facendo nostre le parole stesse di don Elia.


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