Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” marzo-aprile 2025

8ª domenica del Tempo Ordinario (C)
4ª sett. salt.
PRIMA LETTURA
Dal libro del Siràcide (XSir 27,4-7)
Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. I vasi del ceramista li mette a prova la fornace, così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo. Il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela i pensieri del cuore. Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini. – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Per far emergere il valore di una persona basta farla ragionare, scrive il Siràcide: «Quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. I vasi del ceramista li mette a prova la fornace, così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo». Ecco perché l’autore invita a: «Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini». Come il vaglio separa il grano dalla pula, o come un albero si riconosce dai suoi frutti – dice il Vangelo – così l’agire dell’uomo viene vagliato dalle sue stesse parole. Ricordandosi sempre che, comunque, il cuore dell’uomo lo conosce solo Dio. Una verità che trova eco nelle parole del salmo che la liturgia fa cantare in risposta a questa lettura: «Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro» perché l’uomo giusto è colui che ha posto le sue radici nel Signore, il solo saggio, il solo giusto: «Mia roccia: in lui non c’è malvagità».
SECONDA LETTURA
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 15,54-58)
Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
In queste ultime domeniche abbiamo ascoltato parti del capitolo 15 della prima lettera ai Corìnzi, dove Paolo ha sviluppato il tema della risurrezione. Ricordo che, mentre il Vangelo, la prima lettura e il salmo sono strettamente collegati tematicamente tra loro, la seconda lettura segue un percorso proprio, che non sempre trova collegamento con il resto delle letture. Dunque, Paolo in queste domeniche ci ha aiutati a comprendere il mistero della risurrezione e cosa significhi questo per noi. Oggi l’Apostolo conclude con un canto di vittoria: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». «Inghiottita», scrive Paolo, a sottolineare che la preda è stata catturata e vinta. Un fatto di tale portata che l’Apostolo non può che ringraziare chi ne è stato l’artefice: «Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore». Spetta a noi tutti, conclude Paolo, restare saldi in colui che solo è il vincitore, Gesù: «Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore».
VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-45)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo
La prima lettura ci ha preparati e introdotti al significato del testo del Vangelo: «La sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda», dice Gesù. A partire dalla conclusione del Vangelo, possiamo così comprendere il significato dell’intero brano. «Come non si raccolgono fichi dagli spini» o «non vi è albero buono che produca un frutto cattivo», così, chi non è aperto alla verità non può pretendere di guidare altri alla verità: un cieco non può guidare un altro cieco, cadranno tutti e due in un fosso. Le parole che troviamo nel brano odierno smantellano le certezze che spesso ci portiamo dentro e attraverso le quali pesiamo e valutiamo gli altri: «Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?». Gesù non si ferma all’apparenza, ma con il suo insegnamento va al cuore di ciò che muove il nostro agire. Una presa di posizione per aiutarci a mettere ordine nel nostro cuore.