Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” settembre-ottobre 2022
31ª domenica del Tempo Ordinario (C)
3ª sett. salt.
PRIMA LETTURA
Dal libro della Sapienza (Sap 11,22 – 12,2)
Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento. Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza? Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita. Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore. – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
«Hai compassione di tutti… Signore, amante della vita». Si potrebbe rimanere giorni e giorni a contemplare solo queste parole, che esprimono il vero Dio, l’autentico Padre di Gesù Cristo. Quante volte, lungo le narrazioni dei Vangeli, troviamo Gesù che prova compassione per i malati, le folle da sfamare… Se qualcuno non cristiano ci chiedesse di descrivere il nostro Dio, cosa diremmo? Qualcuno magari si aggrapperebbe ai lontani ricordi dei tempi del catechismo, altri racconterebbero brani della Sacra Scrittura, soprattutto quelli ascoltati di recente, noi sacerdoti forse ci sentiremmo perfettamente pronti con discorsoni carichi di filosofia e di teologia. E se, invece, tornassimo a riscoprire la delicatissima forza della parola «compassione»? Letteralmente significa «patire con». Sì, tutte le sofferenze che percepiamo proprio come nostre, quelle che ci straziano il cuore, sono tutti patimenti anche di Dio. Il Signore ci è vicino, si fa prossimo a noi in ogni istante, compresi i più difficili. Ma non basta. Dio Padre, il Signore Gesù, lo Spirito Santo sono accanto a noi in ogni gioia della vita.
SECONDA LETTURA
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (2Ts 1,11 – 2,2)
Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo. Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
Paolo ammette di innalzare una preghiera incessante per tutte le comunità cristiane. Sicuramente con un occhio di riguardo per quelle da lui fondate o conosciute. «Sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui». La gloria di Dio giunge sino a illuminare, trasformare, cambiare totalmente l’esistenza umana. D’altra parte, la vita dell’uomo e della donna, possono diventare realmente glorificazione di Dio. Questa non si attua attraverso un discorso sapiente ma offrendo una testimonianza efficace. È proprio attraverso la nostra vita concreta e le scelte di ogni giorno, che possiamo dare gloria a Dio. Proviamo umilmente a riflettere, attraverso gesti semplici e autentici, la gloria ricevuta da Dio. «Vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi» che preannunciano in maniera sconsiderata il ritorno del Signore. Sia ai tempi di Paolo, sia ai nostri, quanti profeti di sventura ci sono! Quanti si approfittano delle anime semplici e in buona fede e infondono in loro il terrore di Dio! Il timor di Dio non è paura, ma amore.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo del giorno
Gesù entra e attraversa Gèrico, accompagnato dalla folla. Ma l’evangelista Luca mette a fuoco un solo personaggio: Zacchèo. Da quello che segue capiamo che era ricco e ladro, ma ciò che soprattutto interessa è l’intenzione radicata nel suo cuore adesso: vuole vedere Gesù! Questo è un desiderio, un anelito, una speranza, una necessità di tantissimi uomini e donne anche oggi. Gesù non è materialmente presente sulle nostre strade, ma ci siamo noi cristiani, c’è la Chiesa intera. Da non intendere solo come Papa, vescovi, sacerdoti, consacrati e consacrate, ma tutti i battezzati, ogni famiglia e comunità. Ancora nel 2022, attraverso moltissime persone e occasioni, Gesù continua a proporre con efficacia: «Scendi subito, oggi voglio fermarmi a casa tua». Attraverso di me, attraverso di te. Ed ecco le due reazioni, contrapposte: tutti mormorano contro Gesù e la sua scelta di trattare Zacchèo come un figlio smarrito, che sta per essere ritrovato. E la decisa conversione di Zacchèo. Prima di giudicare gli altri senza remissione, proviamo a compiere quel gesto di accoglienza e misericordia che può aprire il cuore anche di colui che è smarrito.