Il 25 aprile è la data scelta nel calendario per celebrare san Marco. Egli scrive il Vangelo più breve, divenendo il “reporter” della vita di Gesù Cristo; grazie alla testimonianza e alle catechesi di san Pietro, il principe degli apostoli, egli racconta ai primi cristiani e a noi la vita di Gesù proprio come si è svolta.
Chi è Marco
Marco ha due nomi: Giovanni per gli ebrei, suoi connazionali, e Marco per i greci. Secondo la testimonianza di Luca, la madre di Giovanni Marco, chiamata Maria, possiede una casa a Gerusalemme, dove si riuniscono i cristiani, e dove si reca Pietro quando viene miracolosamente liberato dal carcere. Per alcuni studiosi questa casa è il luogo dove avviene l’Ultima Cena.
Il ragazzo del lenzuolo
Marco non fa parte del gruppo dei Dodici e non fa parte dei cosiddetti “70 discepoli” inviati da Gesù a due a due per predicare la Buona Novella. Marco non è stato discepolo del Signore, tuttavia molti commentatori affermano che egli è stato testimone di qualche episodio della passione e lo identificano con quel «ragazzo che aveva addosso solo un lenzuolo», testimone dell’arresto di Gesù. Egli tenta di scappare, ma le guardie lo afferrano: «Egli, però, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo» (cfr. Mc 14,5-52). L’interpretazione che si tratti di un episodio autobiografico poggia sul fatto che soltanto Marco tra gli evangelisti inserisce questo personaggio nel racconto. Ma sicuramente egli vuole già proiettarci alla risurrezione, per ricordarci come andrà a finire.
Collaboratore di Paolo
Nel 44, accompagna Paolo, insieme al cugino Barnaba, nel primo viaggio missionario a Cipro. Tuttavia, giunti a Perge, Marco abbandona Paolo e Barnaba e torna a Gerusalemme. Paolo lo rimprovera apertamente per il suo rifiuto di seguirlo, e non lo prende con sé nel secondo viaggio. Più tardi, ormai pienamente riconciliato, diviene il suo fedelissimo collaboratore e lo troveremo accanto all’Apostolo anche durante la prigionia romana di Pietro.
Reporter prediletto di Pietro
Marco è anche discepolo di Pietro che, nella sua prima lettera, lo chiama “mio figlio”: questa accezione sta a indicare che Marco ha ricevuto il Battesimo proprio da Pietro. Marco è a fianco di Pietro a Roma. Come suo fedele collaboratore ha modo di sentire la sua predicazione sulla Buona Novella di Cristo, diventandone così l’interprete e il portavoce autorizzato. Come un bravo reporter, mette per iscritto la storia di Gesù così come l’ha udita direttamente dalle labbra di Pietro, dando vita al Vangelo.
Potremmo dire che redige il Vangelo con uno stile giornalistico; infatti il suo racconto è semplice, vivace e immediato, usa molto il presente quando narra un fatto passato: racconta come se stesse vedendo in quel momento i fatti che descrive.
Si ritiene che quello di Marco sia il primo Vangelo scritto, la cui data di composizione probabile va stabilita tra il 50 e il 60, nel periodo in cui si trova a Roma accanto a Pietro.
Il Vangelo di Marco
Pietro è, dunque, la fonte primaria del Vangelo di Marco. I sedici capitoli che compongono questo Vangelo seguono uno schema semplice: la predicazione del Battista, il ministero di Gesù in Galilea, il cammino verso Gerusalemme e l’ingresso solenne nella città, la passione, morte e risurrezione.
Tema centrale del suo annuncio è la proclamazione di Gesù come Figlio di Dio, rivelato dal Padre, riconosciuto perfino dai demòni, rifiutato dalle folle, dai capi, dai discepoli. Momento culminante del suo Vangelo è la professione del centurione romano pagano ai piedi di Gesù crocifisso: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio», che è la piena rivelazione della realtà di Gesù e la meta cui deve giungere anche il discepolo.
Simbolo del suo Vangelo è il leone alato, figura di coraggio che rappresenta la potenza di Gesù Cristo e la sua risurrezione.
Gli ultimi anni della vita
Riguardo agli ultimi anni della vita di Marco, secondo la “Storia ecclesiastica” di Eusebio di Cesarea (III-IV secolo) evangelizza l’Egitto e fonda la Chiesa di Alessandria, diventandone il primo vescovo e probabilmente subendo il martirio il 25 aprile dell’anno 68.
Da Alessandria il suo corpo viene traslato, nel IX secolo, a Venezia da due mercanti. Da allora Marco è legato alla città lagunare di cui è il patrono, come attesta la splendida basilica a lui dedicata.