Il beato Carlo Acutis aveva ideato e realizzato una bellissima mostra itinerante sui Miracoli Eucaristici. Questa mostra continua a girare l’Italia e il mondo; tutti i miracoli eucaristici presenti alla mostra sono stati riuniti nel libro I miracoli eucaristici nel mondo, dal quale questo testo è tratto.
Nella basilica del Corpus Domini a Torino si trova una cancellata in ferro che racchiude il luogo dove si verificò il primo miracolo eucaristico avvenuto nel 1453.
Un’iscrizione sul pavimento all’interno della cancellata descrive il prodigio: «Qui cadde prostrato il giumento che trasportava il corpo divino – qui la sacra ostia liberatasi dal sacco che l’imprigionava si levò da se stessa in alto – qui clemente discese nelle mani supplici dei torinesi – qui dunque il luogo fatto santo dal prodigio – ricordandolo, pregando genuflesso ti sia in venerazione o ti incuta timore (6 giugno 1453)».
Nell’Alta Val Susa, presso Exilles (TO), le truppe di Renato d’Angiò si scontrarono con le milizie del duca Lodovico di Savoia. Qui i soldati si abbandonarono al saccheggio del paese e alcuni entrarono in chiesa. Uno di loro forzò la porticina del tabernacolo e rubò l’ostensorio con l’ostia consacrata. Avvolse tutta la refurtiva in un sacco e, a dorso di mulo, si diresse verso la città di Torino.
Sulla piazza maggiore, presso la chiesa di San Silvestro, ora dello Spirito Santo, sul luogo dove in seguito fa eretta la chiesa del Corpus Domini, il giumento incespicò e cadde. Ecco allora aprirsi il sacco e l’ostensorio con l’ostia consacrata elevarsi al di sopra delle case circostanti tra lo stupore della gente. Tra i presenti c’era anche don Bartolomeo Coccolo, il quale corse a dar notizia al vescovo, Lodovico dei marchesi di Romagnano. Il Vescovo, accompagnato da un corteo di popolo e di clero, si portò in piazza, si prostrò in adorazione e pregò con le parole dei discepoli di Emmaus: «Resta con noi, Signore».
Nel frattempo si era verificato un nuovo prodigio: l’ostensorio era caduto a terra, lasciando libera e splendente, come un secondo sole, l’ostia consacrata. Il Vescovo, che teneva in mano un calice, lo alzò verso l’alto e lentamente l’ostia consacrata cominciò a ridiscendere, posandosi dentro il calice.
La devozione per il miracolo eucaristico del 1453 fu subito assunta dalla città che promosse dapprima la costruzione di un’edicola sul luogo del prodigio, ben presto sostituita dalla chiesa dedicata al Corpus Domini.
Ma l’espressione più significativa è costituita dalle feste organizzate in occasione dei centenari e dei cinquantenari (del 1653, 1703, 1753, 1853 e – in parte – 1803). Molti sono i documenti che descrivono il miracolo: i più antichi sono i tre Atti Capitolari del 1454, 1455, 1456 e alcuni scritti coevi del Comune di Torino. Nel 1853 il beato papa Pio IX celebrò solennemente il quarto centenario del miracolo, cerimonia a cui parteciparono anche san Giovanni Bosco e don Rua. Pio IX in quest’occasione inoltre approvò l’Ufficio e la Messa propri del miracolo per l’Arcidiocesi di Torino.
Nel 1928 Pio XI elevò la chiesa del Corpus Domini alla dignità di basilica minore. L’ostia del miracolo fu conservata fino al XVI secolo, finché la Santa Sede non ordinò di consumarla «per non obbligare Dio a fare eterno miracolo col mantenere sempre incorrotte, come si mantennero, quelle stesse eucaristiche specie».