Andiamo alla scoperta dei simboli mariani

Andiamo alla scoperta dei simboli mariani

Beata Vergine Maria

Sono diversi i titoli con cui viene venerata Maria. Tra di essi ci sono nomi che derivano da attributi che le sono rivolti nelle Sacre Scritture. Molti derivano, invece, dalla venerazione popolare o da caratteristiche che i devoti le hanno attribuito. Vediamo quelli che ricorrono maggiormente.

Specchio di perfezione

Nelle Litanie lauretane Maria viene invocata come specchio di perfezione. In lei si specchia il cielo, l’eterno, Dio tutto, il Padre che l’ha creata, il Figlio che l’ha fatta Madre e lo Spirito che l’ha accompagnata. Ella accolse in sé per la sua limpidità, per la sua purezza e per la sua umiltà i raggi del Cristo, rispecchiandone le perfezioni. Sappiamo bene, infatti, che lo specchio riflette la luce e gli oggetti mediante i raggi luminosi che riceve, e Maria accolse in sé non solo i raggi del Sole divino, ma lo stesso Sole e lo mostrò al mondo in tutta la sua perfezione, rifrangendo la luce divina nei suoi infiniti colori.

La luna

Tra i simboli ricorrenti nelle nostre chiese è senz’altro la luna che, collocata sotto la Vergine Maria, è presente in mille affreschi, statue, mosaici. La luna era considerata già nella tradizione ebraica simbolo del popolo di Dio, chiamato a illuminare il mondo offrendo il riflesso della luce purissima del Creatore. Nell’Apocalisse, la Chiesa è presentata come una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle.

Ben presto la fede del popolo di Dio ha riletto il simbolo alla luce del mistero della Vergine, andando a influenzare tutta l’iconografia legata a Maria. In moltissime raffigurazioni, la Madre di Dio ha la luna ai suoi piedi, a volte calante, a simboleggiarne la purezza, altre volte crescente, con la gobba rivolta verso l’alto, emblema del trionfo di Cristo sul peccato e sulla morte.

La rosa

Un altro simbolo mariano è la rosa, fiore che simboleggia anche il mese di maggio, mese dedicato a Maria. La rosa onora la Vergine con il suo profumo e i suoi colori, e diventa corona nella preghiera del Rosario. Nel giorno di Pentecoste, a Roma, vi è l’uso di far piovere dall’oculus centrale del Pantheon, una pioggia di petali di rose rosse per imitare le lingue di fuoco, effusione dello Spirito Santo, scese sulla Vergine e sugli apostoli riuniti in preghiera nel cenacolo (At 2,1-11).

 
Maria stessa, sempre nelle Litanie Lauretane, viene definita Rosa mistica, lei che è nata priva del peccato originale. Le rose associate a Maria mutano anche significato in relazione al colore: le rose gialle ai piedi della Vergine di Lourdes come descritte da Bernadette Soubirous, ricordano la luce di Dio, il colore della santità; a Fatima le rose bianche simboleggiano purezza; le rose rosse ricordano il sangue di Cristo.

La Torre d’avorio

Nel Cantico dei Cantici leggiamo: «Il tuo collo come una torre d’avorio» (7,5). Nella devozione popolare la Vergine è Torre d’avorio perché attraverso di lei passano le grazie di cui Gesù Cristo è sorgente e testa del corpo costituito dalla Chiesa e Maria Torre d’avorio rappresenta il collo che collega il capo alle membra.
La Torre d’avorio indica anche l’inviolata e inviolabile castità della Vergine Maria, preziosa e immacolata.

L’Arca dell’Alleanza

La Vergine Maria è anche l’incarnazione dell’Arca dell’Alleanza, che nella tradizione ebraica racchiudeva le tavole della Legge e rappresentava la presenza di Dio stesso. Maria, che ha accolto Gesù nel suo grembo, è divenuta nuova Arca dell’Alleanza, ricettacolo vivente della Parola, della volontà di Dio, della nuova ed eterna alleanza rappresentata da Gesù Cristo.

La porta del cielo

Un altro titolo mariano, che ritroviamo anche nelle Litanie Lauretane, è Porta del cielo. Maria, anche qui, viene paragonata a un passaggio. Porta del cielo era l’appellativo usato dai Padri della Chiesa che la definivano anche santuario della divinità, riposo e quiete della Santa Trinità, trono di Dio, città di Dio, altare di Dio, tempio di Dio, mondo di Dio e paradiso di Dio, mettendo in risalto il suo ruolo di intercessione tra gli uomini e Dio. Si evidenziava così la sua umiltà, la sua obbedienza che la collocavano agli antipodi rispetto a Eva la cui colpa aveva chiuso le porte del cielo. Il cuore immacolato di Maria è questa porta, sempre aperta per tutti che chiedono la sua intercessione.

La sede della Sapienza

Essendo Madre di Gesù, la Madonna ha accolto in sé tutta la Sapienza di Dio e ancora una volta è divenuta tramite, perché attraverso di lei possiamo cogliere la dolcezza della Parola, godere della Sapienza di Dio, che è suo Figlio Gesù. Altre definizioni di Maria sono: Sapiente e Maestra di Verità, che sa interpretare il messaggio di Gesù e renderlo accessibile agli uomini. 

Il roveto ardente

Più comunemente chiamata “Icona del roveto ardente”, questa rappresentazione della Vergine Maria si riferisce al miracolo di cui fu testimone Mosè sul Monte Oreb, come leggiamo nel libro dell’Esodo: Dio chiama Mosè, mentre è sull’Oreb, da un roveto che era «tutto in fiamme, ma non si consumava». Nel miracolo del cespuglio che arde si è voluta vedere un’anticipazione della nascita di Gesù.

Come il cespuglio arde senza consumarsi, così Maria santissima è divenuta madre pur restando casta e vergine, e come il fuoco è simbolo di Dio, così Gesù, nato dal suo grembo è Dio lui stesso.

Il vello di Gedeone

Nel Tardo Medioevo il vello di Gedeone diventò simbolo della concezione verginale di Maria. Secondo la tradizione biblica un angelo apparve a Gedeone e gli diede l’incarico di liberare il popolo ebraico dalle incursioni dei popoli nomadi. Gedeone è sospettoso e la sua diventa una vocazione travagliata alla quale tenta di sottrarsi accampando scuse e ragioni. Dio gli manda, allora, due prove: incenerisce un capretto e fa impregnare di rugiada un vello steso nell’aia, mentre tutt’intorno il terreno rimane asciutto (Gdc 6,36-40).

La Vergine, fecondata dalla rugiada divina, è stata chiamata a una missione fondamentale per la salvezza, e ha preso la decisione di aderire alla volontà di Dio in assoluta libertà, avendo totale fiducia in Dio.


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