A due anni dalla beatificazione, avvenuta il 10 ottobre 2020, ricordiamo Carlo Acutis, morto nel 2006 ad appena 15 anni, e lasciamoci insegnare il segreto della sua santità.
Chi era Carlo Acutis?
Carlo era un ragazzo normalissimo, con le passioni e i sogni di qualsiasi adolescente, grande appassionato di informatica.
L’eccezionalità della sua vita sta in un rapporto, in un’amicizia tutta particolare con Gesù! Riceve la Prima Comunione ad appena 7 anni e mette al centro dei suoi giorni Gesù che diventa luce al suo cammino: a scuola è attento verso i compagni più timidi o più chiusi; saluta tutti con un sorriso aperto e pieno; usa i suoi risparmi per aiutare i clochard e si impegna a portare loro un pasto caldo… Vive ogni giorno quello che considera l’appuntamento più importante della giornata: la preghiera del Rosario e, compatibilmente con i suoi impegni di ragazzo, la santa Messa quotidiana.
Potremmo dire che ciò che ha permesso a Carlo di vivere con gioia ogni istante della sua vita è stato il suo amore per l’Eucaristia, che Carlo chiamava la sua «autostrada per il cielo».
La malattia di Carlo, la sua “sveglia”
Nell’ottobre 2006 Carlo si ammala di leucemia di tipo M3, considerata allora la forma più aggressiva, che in un primo tempo fu scambiata per influenza. Carlo viene ricoverato alla clinica De Marchi di Milano, poi, visto l’aggravarsi della situazione, viene trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza, dove si trova un centro specializzato per il tipo di leucemia che lo aveva colpito.
Alla notizia della sua malattia, commenta sereno: «Il Signore mi ha dato una sveglia!».
Pochi giorni prima del ricovero, offre la sua vita al Signore per il Papa, per la Chiesa, per andare dritto in Paradiso.
Alcuni, tra le infermiere e i medici che hanno seguito Carlo in quei momenti, lo ricordano con grande affetto ed edificazione. La morte cerebrale avviene l’11 ottobre 2006, il suo cuore smette di battere alle ore 6:45 del 12 ottobre.
Il kit per la santità di Carlo Acutis
Carlo si era impegnato anche nella formazione dei bambini come catechista e aveva elaborato un suo personale kit per la santità:
1. Andare tutti i giorni alla Messa e fare Comunione.
2. Fare qualche momento di adorazione eucaristica davanti al tabernacolo, dove è presente realmente Gesù.
3. Recitare ogni giorno il Rosario.
4. Leggere ogni giorno un brano della Sacra Scrittura.
5. Confessarsi tutte le settimane, anche i peccati veniali.
6. Fare spesso propositi e fioretti al Signore e alla Madonna per aiutare gli altri.
7. Chiedere aiuto all’angelo custode che deve diventare il migliore amico.
Qual è il miracolo che ha consentito di dichiarare Carlo beato?
Il miracolo che ha consentito di concludere l’iter per la beatificazione, è stato la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di 6 anni affetto da una rara anomalia anatomica congenita del pancreas. Durante una Messa, il 12 ottobre 2013, il bambino toccò una reliquia di Carlo (un pezzo del suo pigiama macchiato di sangue con cui dormì poco prima di morire) e le sue condizioni, che sembravano disperate, iniziarono a migliorare: la malattia era scomparsa e il suo pancreas era tornato normale.
Perché Carlo Acutis è sepolto ad Assisi?
Carlo amava in modo particolare Assisi, per questo i genitori lo avevano sepolto nel cimitero di Assisi. Nell’aprile 2019, le sue spoglie sono state trasferite al Santuario della Spogliazione di Assisi. Il corpo è stato collocato in una grande teca, nella navata destra della chiesa.
«Francesco e Carlo, ormai indissolubilmente uniti. Insieme cantori della vita e del bene. Insieme trascinatori di giovani e testimoni del Vangelo. Davvero una cosa nuova germoglia all’orizzonte di un’umanità segnata da una crisi epocale». È questo il forte messaggio lanciato dall’arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Domenico Sorrentino, durante la cerimonia Assisi per la sepoltura del corpo del giovane venerabile Carlo Acutis all’interno del Santuario della Spogliazione.
Un beato in felpa e scarpe da tennis
Fabio Bolzetta, presidente dell’Associazione dei Web Cattolici Italiani, su Avvenire (7 ottobre 2020) riflette così sull’immagine del corpo di Carlo: «Un ragazzo in felpa e scarpe da tennis. Riposa così un beato dei nostri giorni. L’immagine di Carlo Acutis, visibile durante l’esposizione che precede la cerimonia di beatificazione, ha catturato chi gli ha reso omaggio presso il Santuario della Spogliazione. E la sua storia ha proiettato nel firmamento della santità la figura di un ragazzo quindicenne che sembra precedere le prossime generazioni di venerabili, beati e santi del quotidiano a cui dovremmo forse abituarci […] Le orme delle sue scarpe da ginnastica si sono incontrate con i sandali di Francesco, nella sua Assisi. Qui siamo stati invitati a partecipare alla cerimonia di beatificazione del primo beato nella storia della Chiesa ad aver creato un sito internet. Lo ha dedicato a quei miracoli che, sulla terra, irrompono nella vita dell’uomo e per i quali lui stesso, dal cielo, ha finito per intercedere. Incamminato sino alla vetta della sua vita terrena ha offerto tutte le sofferenze della malattia al Signore, al Papa e alla Chiesa».
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