Papa Francesco: la devozione a san Giuseppe

Papa Francesco: la devozione a san Giuseppe

San Giuseppe

La predilezione di papa Francesco per la figura dello sposo di Maria risale alla giovinezza del Pontefice e porta dritto al cuore della sua vocazione sacerdotale come pure all’inizio del suo ministero petrino. È infatti nella chiesa di San José di Buenos Aires che nel 1953 il diciassettenne Jorge Mario Bergoglio scopre la vocazione al sacerdozio. Ed è il 19 marzo 2013  che egli inaugura il proprio Pontificato con un’omelia incentrata sul ruolo di custode del padre davidico di Gesù: «Giuseppe è “custode” – disse –, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge».

Non stupisce dunque la decisione di dedicare al santo la Lettera apostolica “Patris corde” e di proclamare uno Speciale anno di San Giuseppe a cui sono collegate alcune indulgenze plenarie.
Il 16 gennaio 2015 a Manila nell’incontro con le famiglie, racconta: «Io amo molto san Giuseppe perché è un uomo forte e silenzioso. Sulla mia scrivania ho un’immagine di San Giuseppe mentre dorme e quando ho un problema o una difficoltà io scrivo un biglietto su un pezzo di carta e lo metto sotto la statua di San Giuseppe affinché lui possa sognarlo. (…) Ma come san Giuseppe, una volta ascoltata la voce di Dio, dobbiamo riscuoterci dal nostro sonno; dobbiamo alzarci e agire». Per papa Francesco lo sposo della Madonna è un santo davvero speciale, che protegge e aiuta perfino quando dorme.

La raffigurazione di San Giuseppe dormiente, ha radici molto profonde, si rifà al Vangelo di Matteo che racconta quattro sogni che riguardano Giuseppe. Nel sonno gli appare l’angelo del Signore per rivelargli il disegno di Dio. Giuseppe si lascia condurre, e riceve così una paternità nuova, che gli chiede la spogliazione di ogni suo progetto: prendere con sé Maria sua sposa perché quello che è stato generato in lei viene dallo Spirito Santo (Mt 1,20-21). Nel sonno Giuseppe viene avvisato del pericolo rappresentato da Re Erode e prontamente obbedisce (Mt 2,19-20). Nel sonno un angelo del Signore avverte Giuseppe di lasciare l’Egitto (Mt 2,19). Nel sonno l’angelo gli disse di recarsi a Nazaret, dove prese stabile dimora (Mt 2,22).


Questa devozione molto bella si è sviluppata in Italia grazie al Santo Padre, che ci ha fatto scoprire questo nuovo aspetto di san Giuseppe, sposo di Maria. In molte case oggi possiamo vedere le statuine di Giuseppe che dorme, accanto alle le statue classiche dove il grande Santo viene raffigurato con il Bambino Gesù in braccio e il giglio.
Infine, in una breve nota a metà della Lettera “Patris corde”, il Papa ricorda la sua “sfida”, rilanciata ogni giorno da 40 anni: dopo la recita delle Lodi segue quella di una vecchia preghiera trovata in un libro di devozioni francese dell’Ottocento. Il destinatario di quella “certa sfida” quotidiana è San Giuseppe perché, dopo avergli affidato tutto, “situazioni gravi e difficoltà”, quella vecchia orazione termina così: “Che non si dica che ti abbia invocato invano”.

Non resta che implorare San Giuseppe con la preghiera condivisa dal Papa nella lettera “Patris corde”:

Glorioso Patriarca San Giuseppe,
il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili,
vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà.
Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido,
affinché abbiano una felice soluzione.
Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te.
Che non si dica che ti abbia invocato invano,
e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria,
mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen.


Una preghiera stupenda che accende il nostro cuore, che ci fa sentire la speranza di essere aiutati e soccorsi da questo grandissimo Santo spesso dimenticato.

Buon cammino!

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