Dall’inferno della droga alla gioia di una vita nuova: rinascere è sempre possibile

Dall’inferno della droga alla gioia di una vita nuova: rinascere è sempre possibile

Paolo di fiore

Se ti trovi in un momento di buio assoluto, in cui tutto intorno a te sembra non avere senso; se la vita fino ad ora ti ha mostrato il suo lato più duro e non sai come reagire; se ti trovi in un tunnel di dolore che può chiamarsi droga, alcol… o qualsiasi altro nome tu voglia dargli, leggere la storia di Paolo Di Fiore può farti bene, perché Paolo ha provato sulla sua pelle che dall’inferno si può risalire, che una nuova vita è possibile. Ecco la sua testimonianza.

Paolo, perché sei arrivato alla dipendenza dalla droga?

Il mio cammino verso la droga è cominciato da un padre che non è mai stato tale: ci siamo trasferiti da Napoli a Milano quando io e mio fratello eravamo bambini e mio padre entrava e usciva dal carcere; quando era a casa ho assistito a violenze su mia madre e ho subito io stesso la sua violenza. In questo deserto d’amore sono cresciuto, per cui, quando per la prima volta mi hanno offerto la droga, non ci ho messo neanche un secondo a rispondere «sì» ed è stato un sì che mi è costato molto caro.

Come hai vissuto gli anni in cui eri dipendente dalla droga?

Non ho grossi ricordi di quel periodo: la droga e il mezzo per averla. Tutto qui. Il drogato non ha altro pensiero che quello e, per poter avere una dose, è disposto a qualsiasi cosa.

Quando è cominciata la voglia di rinascere, di liberarti?

L’ultima volta che fui arrestato avevo raggiunto il fondo. Al processo per direttissima l’avvocato d’ufficio non riuscì a fare granché. La situazione era quella, ma stranamente arrivò il primo pensiero positivo dopo tanto tempo: mi dissi subito che quello era il momento di uscirne fuori. Quello o mai più! Era l’occasione e io decisi di sfruttarla. Che cosa strana il fatto che nei momenti più impensati si ritrovi la forza appena sufficiente a compiere le scelte che cambiano la vita: ero stanco di quella vita e ho solo deciso di uscirne fuori.

La fede che ruolo ha avuto in questo percorso di ritorno alla vita?

La fede e il riavvicinamento alla Chiesa è stato fondamentale ed è cominciato attraverso l’incontro con una ragazza. Lei mi ha convinto a tornare in chiesa e, dopo un po’, ho potuto confessarmi. Di quella Confessione, lunga un pomeriggio, ricordo che mi lasciai andare come un bambino. Per me significava trovare fiducia laddove comandava la diffidenza, provare la serenità dove la rabbia era sempre stata la forza che teneva in vita e infine assaporare la bellezza di qualcosa di pulito dopo anni nel male, nel brutto. «Ho sbagliato, ho vissuto male, nel male», questo dicevo. «Non importa, è tutto passato, ora sei qui!», questo sentivo. E in questo abbraccio mi lasciavo andare felice. Piangevo, leggero, come un bambino…

Ora qual è la tua vita?

Faccio il manovale, ma soprattutto sono “involontario” a Medjugorie. Parte tutto da quel piccolo convoglio dell’agosto 2000 che mi ha accolto da “involontario”, appunto. Mi piace questa immagine, non mia, di “involontario” che mi sembra rappresentare bene questa vita che si svolge davanti ai miei occhi.
Quel convoglio è l’incrocio, appunto “involontario”, con un gruppo di gente per bene radunata attorno all’intuizione iniziale di riempire un furgone e partire verso la Bosnia allora in guerra. E partivano non per dirigersi verso un conflitto, ma per portare aiuto.


Ancora oggi continuo a tornare in quella terra, a portare aiuto e mi sento vivo, rinato, perché ho sentito la bellezza di essere perdonato e ho capito l’importanza di perdonare, di lasciare libero il cuore dal rancore.
In questa testimonianza di un viaggio all’inferno, quello della droga, e ritorno, Paolo si racconta senza vergogna, senza falsi pudori ed è per questo che le sue parole catturano, perché hanno la forza della vita vissuta!
Paolo è autore, insieme a Gianluigi Castelletti, del libro: Dalla violenza alla droga dal perdono alla pace, novità editoriale della Shalom.

Se Paolo è riuscito a cambiare vita, puoi riuscirci anche tu: qualunque sia la tua situazione, ricorda sempre che puoi trovare una mano amica a cui rivolgerti e da lì cominciare pian piano a risalire!


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