La morte: Paradiso, Purgatorio e Inferno

La morte: Paradiso, Purgatorio e Inferno

La morte: catechesi di mons. Menichelli

Continua l’approfondimento sulla morte a cura di S.E. mons. Raffaello Martinelli, amministratore apostolico della diocesi di Frascati.
Puoi leggere la prima parte del testo sul nostro blog.

Come descrivere le condizioni dell’uomo dopo la morte?

«Bisogna evitare rappresentazioni immaginarie e arbitrarie che invece di aiutare approfondiscono le difficoltà della Fede cristiana. Le immagini impiegate dalla S. Scrittura meritano tuttavia rispetto. Bisogna ricercarne il senso profondo, evitando il rischio di attenuarle troppo, svuotando della loro sostanza le realtà che esse manifestano» (Congregazione per la dottrina della fede, Lettera su alcune questioni riguardanti l’Escatologia).

Che cosa avviene dopo la morte?

L’anima, separata dal corpo, viene giudicata da Dio in rapporto alla fede e alle opere compiute. È questo il giudizio particolare, con il quale viene data a ciascuno l’immediata retribuzione per la sua vita terrena. 

Tale retribuzione consiste nell’accedere:
• o alla gioia eterna del Paradiso:
– subito dopo la morte;
– oppure dopo un’adeguata purificazione (Purgatorio);
• o alla dannazione eterna dell’Inferno.

Che cos’è il Paradiso?

Il Paradiso è lo stato di felicità piena e definitiva. Tale felicità consiste nel vedere Dio «così come Egli è» (1Gv 3,2), «a faccia a faccia» (1Cor 13,12). Dio sarà allora conosciuto e amato come la massima, suprema felicità dell’uomo, il fine ultimo e la realizzazione piena delle aspirazioni più profonde dell’uomo. Il Paradiso, dunque, consiste nel vivere la vita trinitaria: l’essere, per tutta l’eternità, con Dio, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo.
Questo mistero di visione beatifica, di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibilità di comprensione e descrizione. Non si può localizzare, come non si può localizzare Dio. La Sacra Scrittura ce ne parla con alcune immagini: vita, luce, pace, banchetto di nozze, casa del Padre, Gerusalemme celeste…
«Il Paradiso non è un luogo da favola, e nemmeno un giardino incantato. Il Paradiso è l’abbraccio con Dio, Amore infinito, e ci entriamo grazie a Gesù, che è morto in croce per noi. Dove c’è Gesù, c’è la misericordia e la felicità; senza di Lui c’è il freddo e la tenebra» (Papa Francesco, Udienza generale, 25 ottobre 2017).

Che cos’è il Purgatorio?

Il Purgatorio è la purificazione di coloro che muoiono in grazia di Dio, e quindi sono ormai sicuri di poter accedere al Paradiso, ma hanno bisogno di ulteriore purificazione al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del Paradiso.

Come noi possiamo aiutare tale purificazione?

Dio purifica, con i meriti di Cristo morto e risorto, quanti sono nel Purgatorio, grazie anche alla collaborazione che noi possiamo dare loro.

Noi, che siamo ancora pellegrini qui sulla terra, possiamo infatti aiutare i nostri defunti, che sono in Purgatorio:
• con le nostre preghiere di suffragio, in particolare partecipando alla celebrazione della Santa Messa e anche facendo celebrare Sante Messe per loro. Non c’è infatti una preghiera che superi la Santa Messa, la quale è dono di Dio insuperabile, insostituibile anche per aiutare i nostri defunti;
• con opere di penitenza e di carità;
• con le Indulgenze, che sono la remissione, concessa da Dio, della pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa. Ogni cristiano, pellegrino qui sulla terra, può acquisire, per intervento della Chiesa, tali Indulgenze, se debitamente disposto e a determinate condizioni, e può applicarle ai defunti, in modo tale che questi possano essere sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati.

Che cos’è l’Inferno?

• L’Inferno è la dannazione eterna di quanti, per loro libera scelta, muoiono in peccato mortale senza esserne pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio. Gesù esprime tale realtà con alcune immagini: geenna, fuoco inestinguibile, fornace ardente… Sono immagini per descrivere lo stato di sofferenza estrema, di dannazione eterna che colpisce quanti sono nell’Inferno.
• La pena principale dell’Inferno consiste nella separazione eterna da Dio: soltanto in Lui, infatti, l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

• Dio non predestina nessuno ad andare all’Inferno. Anzi Lui, da buon Padre, vuole che tutti si salvino e giungano nella sua casa: il Paradiso. Per questo ha inviato il Suo Figlio morto e risorto. Egli non vuole «che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi» (2Pt 3,9). Per questo Egli richiama ogni singola persona, durante la sua vita terrena, sia benevolmente sia, qualche volta, anche in maniera forte (come fa ogni buon padre col proprio figlio). E tuttavia, avendo creato l’uomo libero e responsabile, Dio rispetta le decisioni della persona, e questo soprattutto nel momento cruciale della sua morte. Pertanto è l’uomo stesso che, in piena libertà, autonomia e responsabilità, si autoesclude volontariamente dal Paradiso, dalla comunione con Dio se, fino al momento della propria morte, persiste nel peccato mortale, rifiutando l’amore misericordioso di Dio, e pertanto si condanna, da sé stesso, all’Inferno.

Che cos’è il Giudizio finale, universale?

È il Giudizio che Dio emetterà alla fine dei tempi, alla fine del mondo, quando Cristo «verrà nella gloria con tutti i suoi angeli […]. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed Egli separerà gli uni dagli altri […]. E se ne andranno questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna» (Mt 25,31-46).

Con tale Giudizio:
• risorgeranno tutti i corpi degli uomini. Ogni corpo, trasformato da corruttibile e mortale in incorruttibile ed eterno, si unirà alla propria anima, condividendo con essa la condizione del Paradiso oppure dell’Inferno: condizione che essa ha dal momento della morte del corpo.
• Tra tutti i santi del Cielo si vivrà una fraterna comunione «estremamente deliziosa, perché ognuno avrà tutti i beni di tutti gli altri Beati. Ognuno amerà l’altro come se stesso e perciò godrà del bene altrui come del proprio. Così il gaudio di uno solo sarà tanto maggiore quanto più grande sarà la gioia di tutti gli altri beati» (San Tommaso d’Aquino, Conferenza sul Credo).
• Ci saranno «nuovi cieli e una terra nuova» (2Pt 3,13). L’universo attuale, liberato da ogni schiavitù, sarà un nuovo universo, in cui «non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate» (Ap 21,4).
• Si realizzerà compiutamente e definitivamente il disegno di Dio di «ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1,10). Dio sarà «tutto in tutti» (1Cor 15,28).

Quando avverrà il Giudizio finale?

Soltanto Dio conosce il giorno e l’ora di tale avvenimento definitivo. Noi sappiamo solo che avverrà «nell’ultimo giorno» (Gv 6,39), alla fine di questo mondo.

Domani pubblicheremo sul blog altri contenuti interessanti sulla morte a opera di S.E. mons. Raffaello Martinelli. Continua a seguirci!


Il materiale contenuto in questa scheda è di proprietà di Mons. Raffaello Martinelli, che ha generosamente permesso la sua diffusione gratuita tramite l’Editrice Shalom. Tutti i contenuti presentati sono estratti dalla raccolta “50+3 argomenti di attualità – Frammenti di verità cattolica”, curata da Mons. Raffaello Martinelli.


La morte: Paradiso, Purgatorio e Inferno

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