“L’Annunciazione”: un capolavoro del Beato Angelico

“L’Annunciazione”: un capolavoro del Beato Angelico

annunciazione - Beato Angelico

Continua la collaborazione tra don Alessio Fucile, esperto di arte, e il blog Shalom. Don Alessio ci guiderà per approfondire i momenti più importanti dell’anno liturgico attraverso delle bellissime opere d’arte che, oltre a suscitare in noi meraviglia per il loro splendore, possono aiutarci a comprendere meglio le Sacre Scritture e il messaggio di Gesù.

Don Alessio presenta oggi “L’Annunciazione” del Beato Angelico, che si può ammirare al Museo del Prado di Madrid, in occasione della solennità dell’Annunciazione del Signore.


Ciao a tutti! Benvenuti in questa nuova avventura alla scoperta di messaggi nascosti in un’opera d’arte celebre.

Prima di immergerci, lasciate che vi racconti dell’autore, il Beato Angelico. Sebbene sia stato beatificato solo nel 1982 da Papa Giovanni Paolo II, era già noto come “Beato” poco dopo la sua morte, sia per la spiritualità delle sue opere che per la sua umanità e umiltà. Un caso unico nella storia: le sue opere d’arte furono le prove della sua santità.
Nato a Vicchio nel Mugello intorno al 1395, il Beato Angelico prese i voti nel convento di San Domenico a Fiesole, allora centro della corrente degli Osservanti Domenicani, che seguivano la regola originale di San Domenico incentrata su povertà assoluta e ascetismo.
Morì a Roma e fu sepolto nella chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva, dove ancora oggi possiamo ammirare la sua tomba. Fu una figura chiave del Rinascimento, noto per la sua padronanza della prospettiva e per la convinzione che dipingere fosse un atto di predicazione, un modo per “dare Gesù agli altri”.

La pala dell’Annunciazione

Risale agli anni ’30 del Quattrocento e si trova al Museo del Prado di Madrid. Realizzata per il convento di San Domenico a Fiesole, rappresenta l’Annunciazione di Maria, evento fondamentale che segna l’inizio della vita secondo la cultura fiorentina del tempo. A Firenze, l’inizio dell’anno civile veniva celebrato il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, simbolo della creazione e della caduta dell’uomo, nonché dell’incarnazione del Verbo di Dio.
In questo mistero, la Vergine Maria incarna l’ammirazione e la devozione del popolo, essendo modello di tutte le virtù cristiane. L’annunciazione dell’Angelo Gabriele è la prima; la seconda avverrà sotto la croce, quando Gesù donerà sua madre all’umanità.
Una frase di Mino Reitano riassume questo sentimento: “Pregate la Madonna incessantemente, vogliateLe bene. Vedrete che anche nei momenti di difficoltà non vi sentirete mai soli”.
La composizione della pala è tripartita: il giardino, l’arcata con l’Angelo e quella con la Vergine. Il punto di fuga, situato all’interno della casa, attira l’attenzione sull’evento dell’Annunciazione.

Adamo ed Eva

L’Angelico, nella parte sinistra, non rappresenta tanto il peccato originale di Adamo ed Eva, quanto la loro punizione. Il paradiso terrestre, sfondo dell’opera, è un giardino rigoglioso simbolo della verginità di Maria (“hortus conclusus”). Tra le piante simboliche spiccano la palma, prefigurazione del martirio di Cristo, e le rose rosse, allusione al sangue della Passione.
Adamo ed Eva, raffigurati mentre si allontanano dal Paradiso, sono sorvolati da un Angelo che li esilia irrimediabilmente, simbolo del destino umano ma anche dell’amorevole cura di Dio, che non abbandona mai le sue creature.

Maria e l’Angelo Gabriele

Nell’angolo in alto a sinistra, il bagliore di una luce dorata rivela le mani del Padre Eterno. Queste stesse mani, che un tempo crearono Adamo ed Eva e poi li esiliarono dal paradiso per il loro peccato, ora inviano una colomba, simbolo dello Spirito Santo, lungo un raggio di luce verso la Vergine Maria, Madre del Verbo incarnato. Le tre divine Persone collaborano per redimere l’umanità dalle conseguenze del peccato originale.
L’architettura rinascimentale del portico, con le sue esili colonne, ricorda lo stile di Michelozzo e introduce alla stanza di Maria, un luogo di povertà e riservatezza che riflette la sua pace e serenità interiore. Sotto il portico, le volte azzurre punteggiate di stelle incorniciano i due protagonisti del mistero: l’Angelo Gabriele e Maria. Nel medaglione sopra il capitello centrale, l’Eterno Padre osserva l’evento da lui orchestrato. Una rondine, simbolo universale di primavera, posata sull’arco sopra Maria, annuncia la nascita salvifica di Gesù.


Gabriele, splendente in un abito rosa ricamato d’oro, si presenta dolcemente di profilo davanti alla Vergine per annunciare il messaggio divino. La invita a non temere, perché il Signore è con lei, un richiamo ai passi dell’Antico Testamento. La presenza di Dio si manifesta come sicurezza accanto all’uomo. Le mani incrociate sul petto dell’Angelo esprimono preghiera e devozione, un gesto specchiato da Maria. Entrambi si inchinano davanti alla manifestazione della divinità, Maria davanti all’angelo messaggero di Dio, e l’angelo davanti al grembo di Maria che accoglierà Dio. “Nulla è impossibile a Dio,” dice l’angelo, un invito a credere nelle possibilità divine oltre i limiti umani.

Maria, seduta su un seggio coperto da un drappo, è sorpresa in preghiera, riflettendo sulla Parola di Dio. Si curva umilmente, accettando il suo ruolo come ancella del Signore, pronta a compiere la sua volontà. Il libro sulle sue ginocchia simboleggia la sua dedizione all’ascolto e alla meditazione della parola divina. Vestita di rosa, simbolo della sua dignità regale, e avvolta in un manto azzurro, segno del divino, Maria incarna la promessa dell’angelo: lo Spirito Santo scenderà su di lei. Le sue mani incrociate sul petto accolgono il Figlio nel suo grembo, segnando l’inizio di una nuova era.

Il pittore collega due momenti distanti nel tempo ma intimamente connessi: la caduta dell’uomo e la redenzione attraverso Maria. È notevole come lo sguardo di Eva sia rivolto verso la Madonna, riconosciuta come la nuova Eva, colei che Dio ha scelto per rinnovare ogni cosa.


“L’Annunciazione”: un capolavoro del Beato Angelico

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