Liturgia del giorno: 23 giugno 2022

Liturgia del giorno: 23 giugno 2022

San Giovanni Battista

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2022

Natività di san Giovanni Battista (s)
propria


Alla Messa vespertina nella vigilia

PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Geremìa (Ger 1,4-10)
Nei giorni del re Giosìa mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca. Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare». – Parola di Dio.


SECONDA LETTURA

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1Pt 1,8-12)
Carissimi, voi amate Gesù Cristo, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo. – Parola di Dio.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,5-17)
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». – Parola del Signore.


Alla Messa del giorno

PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Isaìa (Is 49,1-6)

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra». – Parola di Dio.

Commento alla prima lettura

Dio chiama tutti gli uomini alla salvezza, ma alcuni li sceglie per annunciare il suo messaggio. Quindi, nessuno ha il diritto di dire di non essere capace, di non essere degno, di non essere all’altezza di questa vocazione, perché egli sa rendere fecondo ciò che è sterile e aprire la bocca ai muti. Spesso la consapevolezza del nostro peccato e della nostra miseria ci fa dubitare di Dio. Eppure egli sceglie proprio le persone che umanamente sembrerebbero meno adatte per manifestare la sua potenza. Giovanni il precursore è l’immagine di coloro che si rendono disponibili ai piani di Dio, senza porre alcuna condizione. E il brano del secondo canto del servo del Signore, che solitamente è applicato al Signore morto e risorto, oggi è letto in funzione della missione del Battista: chiamato fin dal seno materno – l’incontro tra la Vergine ed Elisabetta lo ricorda – e scelto per ricondurre il popolo al Signore: il cammino di conversione proposto dal Battista è proprio in vista della venuta del Messia. Giovanni è venuto come lampada per preparare tutti alla luce vera: Gesù Cristo.


SECONDA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (At 13,22-26)
In quei giorni, [nella sinagoga di Antiòchia di Pisìdia,] Paolo diceva: «Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza». – Parola di Dio.

Commento alla seconda lettura

La catechesi di Paolo nella sinagoga di Antiòchia vuole aprire il cuore di chi ascolta alla fede in Gesù Cristo, il vero discendente di Davide, il Messia. E torna a ricordare la funzione preparatrice del Precursore per sottolineare che la salvezza è giunta: a chi ascolta la scelta di accogliere o rifiutare. La missione di Giovanni Battista, infatti, si comprende in relazione a quella di Gesù. Egli deve annunciare un battesimo di penitenza e di conversione: non ci può essere la grazia della vita nuova, che Gesù Cristo offre con amore e con forza, se prima non abbiamo sperimentato la grazia del pentimento dei nostri peccati. Per questo il Precursore si affretta ad avvisare coloro che lo ascoltano che egli è semplicemente una voce, uno che prepara alla pienezza, che un Altro dovrà annunciare al suo posto. La grandezza di Giovanni, in fondo, è proprio questa: egli sa quale è il suo ruolo e sa anche che al momento opportuno dovrà farsi da parte per permettere alla luce del mondo, Gesù Cristo, di brillare in tutto il suo splendore e di portare il compimento della salvezza, che Giovanni ha solo anticipato.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66.80)
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. – Parola del Signore.

Commento al Vangelo del giorno

La nascita del Battista è accompagnata da eventi straordinari che fanno comprendere come egli sia chiamato a una missione particolare: il Signore si servirà di lui, della sua parola e del suo martirio per parlare al popolo e per far sì che esso possa disporre il cuore alla venuta del Messia promesso. L’evangelista Luca usa un’espressione davvero significativa: la mano del Signore era con lui. Ciò significa che Dio stesso portò Giovanni nel deserto e lo forgiò con l’asperità della solitudine e con l’attenzione data alla sua parola: egli era consapevole che la sua missione era talmente importante che era necessario stare in silenzio e nella preghiera per prepararsi a svolgerla. Per questo, Giovanni Battista è un imperituro modello di dono totale di sé a Dio e alla causa del suo Regno, un uomo completamente donato a Dio. Il Battista comprese che tutta la sua vita doveva essere preparazione alla venuta dello Sposo e spese ogni istante per indicare la Luce che doveva illuminare tutte le genti. La solenne liturgia di oggi ci invita ad assumerlo come modello per la nostra vita cristiana e per imparare da lui a indicare al mondo l’Agnello di Dio.


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