Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” maggio-giugno 2022
Santi Pietro e Paolo, apostoli (s)
propria
Alla Messa vespertina nella vigilia
PRIMA LETTURA
Dagli Atti degli Apostoli (At 3,1-10)
In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina. Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto. – Parola di Dio.
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 1,11-20)
Fratelli, vi dichiaro che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo – lo dico davanti a Dio – non mentisco. – Parola di Dio.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-19)
[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». – Parola del Signore.
Alla Messa del giorno
PRIMA LETTURA
Dagli Atti degli Apostoli (At 12,1-11)
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva». – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Pietro ha un ruolo fondamentale nella vita della prima comunità cristiana. Per questo la preghiera della Chiesa s’innalza per il suo pastore in un momento critico come quello del suo arresto e della sua prigionia. La preghiera unanime dei cristiani mette bene in evidenza l’intima unione dei membri della Chiesa con il capo del collegio apostolico. Pietro è in pericolo e Dio manda il suo angelo a liberarlo: nessuno può far desistere Dio dalla sua volontà di salvare mediante l’annuncio della salvezza per tutti. Quando Dio decide per la salvezza e la redenzione, niente e nessuno può imprigionare la parola di Dio e non farla avanzare. Si deve soltanto aver fiducia in lui e non allontanarsi dalla sua mano provvidente. Anche noi abbiamo bisogno di essere liberati dal male che portiamo dentro, con la grazia, mediante l’angelo della vita e della risurrezione. Preghiamo il Signore che, come mandò i suoi angeli a liberare Pietro dalle catene della prigionia fisica, invii i suoi angeli a liberarci dalla prigionia del nostro egoismo per diventare credibili annunciatori del Vangelo.
SECONDA LETTURA
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2Tm 4,6-8.17-18)
Figlio mio, io sto per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
Prima di subire il martirio, Paolo pronuncia delle parole veramente toccanti. Esse suonano come un testamento e racchiudono una grande sapienza. La prospettiva, lo sfondo del ragionamento di Paolo, è la comunione perfetta con Cristo; egli sa che la sua vita conduce alla morte, ma essa non è un incidente di percorso: è la meta, il fine, il regno eterno. Paolo, parlando della sua esistenza, dal momento in cui si è convertito ed è stato chiamato, usa dei termini che la descrivono come un cammino, come una realtà in movimento. La battaglia durata tutta una vita è stata combattuta, e Paolo ha conservato l’unica cosa che conta: la fede nel Signore Gesù Cristo, base e fondamento della sua esistenza. La fede è l’unica ricchezza che possiamo portare via. Ora Paolo attende il coronamento della vita, la manifestazione della vita eterna. Questa prospettiva è bellissima, perché avvolge tutta l’esistenza di Paolo. Tiene conto del passato: la battaglia; non trascura il presente: la fede conservata; aspetta il futuro: la corona di gloria di Cristo. Anche a noi serve guardare ai singoli momenti della nostra vita come aspetti di una misteriosa unità.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo del giorno
La risposta di Pietro lascia intendere che egli, pur con tutti i limiti del suo carattere e della sua personalità irruenta, è in grado di ascoltare la voce del Padre. La sua non è un’intuizione naturale o una conoscenza umana, ma un dono del Padre. Ovviamente, non comprende ancora pienamente il significato delle parole che ha appena pronunciato: eppure, questo basta perché Gesù proclami solennemente, di fronte agli altri apostoli, il suo ruolo di guida. Questo ruolo è confermato dal potere delle chiavi. Questo non è un potere arbitrario, ma significa introdurre nella comunione del Padre quanti cercano Dio con cuore sincero, ma anche allontanare quelli che si pongono al di fuori di questa comunione. La Chiesa sopravviverà al fluire del tempo, resterà salda contro tutti gli assalti del male, perché saldamente ancorata su Pietro e sulla forza della sua testimonianza di fede. Pietro, cioè, per espressa volontà divina, può gestire l’immenso patrimonio della grazia donata da Gesù alla Chiesa, per presentarla e offrirla al mondo con autorità. Anche tu ricevi questa grazia quando ti accosti ai sacramenti: ringrazia il Signore, che ha voluto fidarsi di un uomo per far giungere a tutti gli altri uomini un dono così grande.