Liturgia della domenica: 16 aprile 2023

Liturgia della domenica: 16 aprile 2023

Divina Misericordia

Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” marzo-aprile 2023

2ª domenica di Pasqua o della Divina Misericordia (A)
propria


PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (At 2,42-47)
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. – Parola di Dio. 

Commento alla prima lettura

Secondo la sua promessa, Cristo risorto e asceso al cielo resta tuttavia con gli uomini sino alla fine dei tempi. Diversa è però la sua presenza nel tempo della Chiesa da quella della sua vita terrena. Ora è lo Spirito Santo, primo dono del Risorto ai credenti, a continuare sulla terra la sua opera e a manifestare la potenza della sua risurrezione nella storia. Per questo Luca, negli Atti, trasmette come parte essenziale della “buona novella” il racconto dei primi passi della comunità cristiana, animata e sospinta dallo Spirito di Gesù. Nel primo dei cosiddetti “sommari” che ritraggono la Chiesa nascente, emergono le linee portanti della vita ecclesiale. Per questo tale pagina è diventata paradigmatica per tutte le comunità cristiane. Quattro sono i tratti che contraddistinguono i credenti: l’assiduità dell’insegnamento degli apostoli, la comunione, la frazione del pane e infine la preghiera. Così la prima comunità cristiana è totalmente aperta al dono dello Spirito che in essa, «per opera» degli apostoli può compiere prodigi. Lo stile di vita della comunità è una testimonianza per il mondo.


SECONDA LETTURA

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1Pt 1,3-9)
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. – Parola di Dio

Commento alla seconda lettura

Nel suo immenso amore il Padre ci ha fatti ri-nascere, rendendoci suoi figli, attraverso la morte-risurrezione del Figlio unigenito. Questa nuova nascita non ha davanti la prospettiva della morte, ma «una speranza viva», una promessa non condizionata dalla corruttibilità delle cose di questo mondo. Il suo pieno possesso è in serbo per noi «nei cieli», ma fin d’ora ne abbiamo un “anticipo”, una “caparra”, nella misura in cui ci trasformiamo interiormente, da esseri carnali a esseri spirituali, mediante una vita conforme alla fede professata nel Battesimo. Rivolgendosi a comunità cristiane provate dalla persecuzione, Pietro offre conforto e luce per leggere dentro le dolorose situazioni il compiersi del disegno di salvezza. Le sofferenze non devono diventare motivo di scandalo, pietra di inciampo, ma crogiuolo purificatore, dove la fede viene purificata per essere resa sempre più salda. Essa infatti sarà il documento con cui, nell’ultimo giorno, si testimonierà il nostro amore a Cristo, mentre fin d’ora essa dona esultanza ineffabile al cuore e ci conduce alla meta: la salvezza eterna.


VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. – Parola del Signore.

Commento al Vangelo del giorno

Nel Vangelo di Giovanni, il dono dello Spirito è legato al dono della pace, entrambi simboli pasquali ed entrambi connessi al perdono. La pace nasce dalla consapevolezza che, attraverso la morte e la risurrezione di Gesù, Dio ha perdonato e continua a perdonare i nostri peccati. Lo Spirito, soffiando instancabilmente dentro di noi, non solo ci mostra questo amore di Dio, ma ci spinge a imitarlo. Ecco perché questa domenica è detta anche della “Divina Misericordia”: c’è una vita nuova che ci attende fuori dalla paura di non essere amati. Ma fuori c’è pure Tommaso: quello che ricordiamo sempre come l’apostolo incredulo è in realtà l’apostolo coraggioso. Tommaso ha il coraggio di stare fuori, anche a rischio della vita, pur di non arrendersi all’evidenza, pur di cercare il suo Maestro. Gesù rispetta i tempi di Tommaso e, invece di imporsi, si propone: metti, guarda, tocca. Grazie al coraggio di Tommaso abbiamo ricevuto da Gesù la nona beatitudine: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». A differenza delle altre otto, più impegnative, questa beatitudine è alla portata di tutti: per chi fa fatica, per chi cerca a tentoni, per chi non vede, per chi ricomincia; ogni volta.


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