Testi tratti dal Messalino “Sulla Tua Parola” gennaio-febbraio 2024
1ª domenica di Quaresima (B)
1ª sett. salt.
PRIMA LETTURA
Dal libro della Gènesi (Gen 9,8-15)
Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra». Dio disse: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne». – Parola di Dio.
Commento alla prima lettura
Dopo il peccato di Adamo, Dio comincia a stabilire con gli uomini una serie di alleanze, una dopo l’altra, fino a culminare con l’alleanza delle alleanze, quella definitiva ed eterna: il suo stesso corpo e il suo stesso sangue. Oltre questa, non si va, non c’è altro. Dunque l’Antico Testamento si può chiamare anche “storia delle alleanze”. Questo procedere è segno che Dio non si stanca e che, anche quando l’uomo si dimostra riottoso, egli stabilisce un nuovo patto, pone nuove condizioni. Tutta la vicenda dei profeti è impostata su questi richiami e nuove promesse di comunione. Dio non si ferma mai, ha pazienza. Ma certo poi vi è un responso finale, soprattutto dopo la “nuova ed eterna alleanza”, perché la vita non può essere un continuo ricominciare: occorrono da parte nostra delle decisioni e degli impegni. L’incontro con Gesù crocifisso è il segno di questo patto definitivo, che deve essere sempre presente, alimentare la nostra speranza, dare senso alla nostra vita e farci sopportare le nostre prove. In fondo, anche per noi si tratta di pazienza. Non con Dio, ma con noi stessi.
SECONDA LETTURA
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1Pt 3,18-22)
Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze. – Parola di Dio.
Commento alla seconda lettura
San Pietro descrive in poche parole il “ciclo” di Cristo redentore e salvatore: egli morì per i nostri peccati, discese negli inferi per liberare le anime dei giusti che attendevano, resuscitò dai morti e ora siede alla destra di Dio, sovrano degli angeli, dei santi e di tutto il creato. Queste cose riguardano lui, ma quali sono le conseguenze per me? Ce lo dice Pietro nello stesso brano: l’acqua del Battesimo, ossia il dono dello Spirito Santo che ci costituisce figli di Dio, «salva anche voi». Col Battesimo, dunque, anche noi entriamo in questo “ciclo” del Cristo, perché siamo suo corpo. Anche noi moriamo a noi stessi e alle nostre passioni, rinunciando al peccato e offrendo le nostre sofferenze; anche noi discendiamo negli inferi delle nostre tenebrose oscurità portandovi la luce del Cristo vivente; anche noi risorgiamo col Signore con la fede e gli atti della carità, manifestando l’amore di Dio in noi; anche noi siamo, in qualche misura, sovrani della creazione, servendocene non per i nostri egoismi, ma per manifestare la bontà del Signore Gesù.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». – Parola del Signore.
Commento al Vangelo del giorno
Il Vangelo di Marco non si diluga sulle tentazioni di Gesù, come fanno altri evangelisti, ma risolve tutto in due parole: «Rimase nel deserto e fu tentato da Satana». In effetti, questo è già un grande mistero… Come può Satana suggestionare Dio al male? Ma Gesù era anche uomo ed egli ha voluto sentire e provare su di sé il peso della carne per trascinare la sua parte umana nell’obbedienza al Padre. Egli sa che tutti noi uomini siamo tentati da Satana e, facendosi uomo, ha voluto assumere tutto quello che fa parte della nostra esperienza, tranne il peccato. Pensare che Gesù fu tentato ce lo fa sentire più vicino, ma anche sapere della sua vittoria ci fa più consapevoli che il demonio si può vincere. Basta non considerarlo, non parlare con lui, non ascoltare i suoi ragionamenti. Quando siamo tentati, voltiamoci dall’altra parte, disprezzando il maligno e non dandogli alcuna importanza; giriamoci e parliamo con Gesù dicendo: «Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore». Diciamolo lentamente, facciamo entrare le parole nel cuore e Gesù ci farà immediatamente partecipi della sua vittoria sul diavolo. In questo modo, crederemo al Vangelo, come chiede il passo evangelico di oggi.